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Poker e psicologia: quando le Bad Beat possono essere un fattore di crescita
Il gioco del poker è fatto anche di bad beat e cooler dolorosi da digerire. Chiunque di noi – almeno una volta – si è trovato dalla parte sbagliata della mano, subendo scoppi e mani difficili da cancellare dalla nostra memoria. Fanno parte del gioco ma possono lasciare il segno.
Un segno che rimane dentro e che può condizionare l’andamento del nostro torneo o di una sessione di cash game. Ma può agire anche da stimolo e attivare la nostra voglia di reagire.
La reazione deve essere costruttiva, non di pancia. E nel lungo periodo, quando andremo a raccogliere i frutti del nostro gioco, ci ricorderemo di quanto quella o quelle bad beat siano state decisive per rilanciare le nostre ambizioni al tavolo.
Il buio…
Come detto le Bad Beat, almeno nell’immediato lasciano tantissimo amaro in bocca. Soprattutto a livello psicologico sono bastonate non facili da gestire psicologicamente.
Pensiamo ad un monster pot perso per un bad beat a pochi left dal tavolo finale: una bad beat che sposta sia in termini di chips e sia in termini monetari.
Quanti di noi dopo un cooler vorrebbero mollare tutto e non vedere mai più un tavolo da poker? Molti.
Non c’è cosa peggiore di aver giocato nel miglior modo possibile una mano, essersi presentanti anche in netto vantaggio allo showdown, per poi vedersi vanificare tutto da un mono out al river. Questo è quello che fa veramente male. E per quanto vi possa sembrare assurdo, è qui che il grande giocatore fa il salto di qualità e dopo aver assorbito la botta, riparte a testa bassa cercando di ritrovare nuovi stimoli.
… La luce
Come detto il post Bad Beat diventa decisivo. Piangersi addosso serve a poco, anche se abbiamo visto svanire nel modo più beffardo il torneo della vita. Si resetta tutto e si riparte a giocare con le skill che abbiamo a nostra disposizione. Quando impareremo ad incassare questi colpi, come sa incassare il migliore dei pugili, allora saremo pronti per andare a prenderci premi importanti.
Qui subentra in gioco l’obiettivo. Obiettivo inteso come ricompensa. Dopo un colpo sfortunato e un duro lavoro per ricostruire il tutto, la cosa che più agogniamo è la ricompensa. Ci riprendiamo con le nostre capacità, quello che la sorte ci aveva tolto in precedenza. Per la serie non può piovere per sempre e il duro lavoro prima o poi paga. Sia dunque benedetta la Bad Beat che ci stimola ad andare nuovamente avanti verso nuovi obiettivi.
Conclusione
Come abbiamo visto, più che il lato tecnico oggi abbiamo trattato il lato psicologico del gioco. Nel poker la psicologia è altrettante fondamentale come il nostro bagaglio strategico.
Il player che si lamenta sempre e vede le cose in modo negativo è destinato a non avere un grande futuro nel gioco del poker. Le bad beats fanno parte del gioco e vanno accettate e servono per rafforzare il nostro famoso Mind Set e non solo. Chi è forte psicologicamente – in questo gioco – ha ottime possibilità di raggiungere buoni risultati nel lungo periodo. Siate il miglior psicologo di voi stessi.