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Lee Jones: tutta la storia dell’ ex manager di PokerStars
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Uno dei personaggi del mondo del poker che vediamo più spesso (ma che raramente ci chiediamo di cosa si occupi e quale sia la sua storia) è senza dubbio Lee Jones. Quest’ultimo, infatti, è un volto noto nei tornei live e, più in generale, sappiamo essere stato uno dei primi manager di PokerStars, fino alla vendita di Amaya.
Ma quale sarà la sua storia? Andiamo a conoscerla.
Un informatico votato al poker
Lee Jones è nato il 23 aprile 1956 a Hagerstown, nel Maryland, dai suoi genitori Ethel e Dale Jones, come terzo di tre figli. Suo padre era un professore di calcolo alla Duke University e sua madre era una sarta che possedeva un piccolo negozio sotto casa.
A Jones è stata diagnosticata la dislessia quando aveva 11 anni, condizione certamente non ottimale per l’apprendimento. Ciò nonostante, Lee era comunque un atleta straordinario, eccellendo in basket e baseball in modo particolare.
Poiché suo padre lavorava alla Duke University, dopo un percorso di studi non semplice, Jones poté frequentare l’università gratuitamente, dove tra mille sforzi si laureò nel 1978 in informatica, e contestualmente affrontò (risolvendo) i propri problemi. Si è poi trasferito all’Università del Maryland, dove ha conseguito il master in ingegneria elettrica.
Fu durante la scuola di specializzazione che fu introdotto per la prima volta al poker. Giocava regolarmente a Texas Hold’em contro i suoi compagni di classe, trascorrendo innumerevoli ore ad affinare le sue abilità e cercando di diventare il miglior giocatore possibile. Nel 1983, poi, ha deciso di intraprendere la carriera di giocatore di poker professionista.
Jones si trasferì a Las Vegas e trascorse i due anni successivi tentando la fortuna ai tavoli. Partecipò fin da subito a numerosi tornei e a partite cash game, subendo tutti gli swing tipici di un giocatore che passa al professionismo da un giorno all’altro. Scoraggiato, decise che era ora di iniziare a cercare un lavoro più stabile.
L’esperienza con PokerStars
Per Jones il colpo di fortuna arrivò subito: venne infatti contattato da PokerStars nel 2003, dal momento in cui la room dalla picca rossa stava cercando un manager . In questa posizione, le sue responsabilità riguardavano il coordinamento dei tornei di PokerStars e la selezione dei giochi che avrebbero offerto sul loro sito. Venne messo alla prova, e fornì subito ottimi risultati, imparando molto sui diversi tipi di poker tanto da divenire in pochi anni uno dei dirigenti più esperti al mondo.
Oltre alle sue responsabilità di gestione delle cardroom, a Jones è stato chiesto di essere un portavoce di PokerStars. Sotto il suo nuovo ruolo, ebbe il compito di fare importanti annunci aziendali, rispondere alle domande senza risposta dei giocatori e utilizzare i suggerimenti dei giocatori per migliorare il sito.
Fu anche merito suo se, negli ultimi 20 anni, PokerStars sia riuscita ad acquisire quel vantaggio competitivo sul resto delle poker room online che ancor oggi conserva. E’ rimasto nella società di Isai Scheinberg fino alla vendita nel 2014 ad Amaya di David Baazov.
Il passo nell’editoria
Nel 2005, Jones pubblicò un libro su cui da anni era al lavoro. Si intitolava “Winning Low Limit Hold’em” ed era pieno di aneddoti ed esperienze del suo periodo di poker pro ante-PokerStars. Il successo del libro fu strepitoso, perché il linguaggio usato da Lee era quello semplice dei forum pokeristici, amichevole e chiaro.
Il giocatore professionista di poker Antonio Esfandiari ha detto questo sul libro: “Ho sempre pensato che il poker fosse un gioco di fortuna. Dopo aver letto il libro di Lee Jones e applicato le tecniche consigliate, mi si sono aperti gli occhi, e ora vedo il poker da altra prospettiva”
Stimolato dai feedback positivi, Jones ha pensato di scrivere una seconda edizione del libro che affrontasse le strategie da lui consigliate per il low-limit hold’em in modo un po’ più dettagliato, abortendo però l’idea strada facendo, del resto una nuova avventura professionale era dietro l’angolo.
L’host EPT, poi fuga e ritorno a Stars
Nel 2007, Jones ha lasciato PokerStars per diventare l’host esecutivo dell’European Poker Tour. Questo lavoro richiedeva un grande dispendio in termini di tempo, in termini di trasferte, viaggi e quant’altro, dovendo essere presente a tutte le tappe del tour.
Dopo un paio d’anni, decide di cambiare aria, e passa alle aziende CardRunners e Cake Poker, dove fa valere la sua esperienza.
Tuttavia, nel 2012 torna alla casa madre: PokerStars lo richiama dopo aver acquisito Full Tilt Poker. Quello di Jones fu un ruolo chiave, nella gestione della comunicazione tra la comunità di FTP e quella di PokerStars, in un momento così delicato come una fusione.
Jones ha ricoperto per molti altri anni il suo ruolo all’interno di PokerStars, dove ha ulteriormente contribuito alla crescita aziendale.
Qualche anno dopo, infine, si è messo in proprio e da allora si occupa di consulenze in ambito pokeristico, oltre a fare da coach e a giocare in prima pesona.
Lee Jones oggi
Dal punto di vista personale, Lee Jones è sposato con tre figli, vive in Gran Bretagna e quando non si occupa di poker pensa al volontariato. E lo fa in modo davvero lodevole!
Infatti, Lee ha preso le redini di associazioni come Habitat for Humanity (finalizzato alla costruzione di abitazioni per i senzatetto o per coloro che hanno perso casa a causa di un disastro naturale) o Orphan Outreach (dedicato alla cura dei bambini meno fortunati dei paesi poveri).