Il bluff: arte, inganno o gara di intelligenza? Il vostro stile risponde

Per alcuni è un’arte, per altri una splendida gara tra chi è maggiormente dotato di intelletto, per altri ancora semplicemente un inganno portato a buon fine.

Per tutte queste definizioni che si possono dare per il bluff, c’è una spiegazione plausibile. Una che possa essere comunque più giustificata e giustificabile delle altre due, senza mai perdere di vista il fatto che essere d’accordo o meno con una delle tre opzioni, dipende dal livello di comprensione che abbiamo noi di un gioco così complesso come il poker.

Bluff, gioie e dolori

La capacità di bluffare con successo è uno degli strumenti più importanti per qualsiasi giocatore di poker.

Tutti sanno che a volte ti verrà data una brutta mano, ma riuscire a convincere gli altri che la tua combo, o il punto che ne viene originato, è più forte di quello che è, può farti guadagnare un sacco di soldi.

Una delle parti più importanti di qualsiasi bluff sta a monte: decidere se bluffare o meno.

Sembra molto ovvio, ma uno degli errori più grandi quando si tratta di bluffare è che i giocatori decidano di farlo quando la mano è in corso.

In parecchie occasioni questa dinamica rende il bluff molto poco convincente e in qualche modo ovvio. Il giocatore deve decidere all’inizio della mano, ovviamente nel limite del possibile, se bluffare e costruire una base per la sua mano in modo che sembri che tu abbia una forte credibilità sin dall’inizio.

Il range di bluff

Va da sé che tutto dipende dal nostro range di apertura delle mani. Se ci ostiniamo pedissequamente a giocare con i mostri, sarà difficile costruire un bluff fin dal pre flop.

In questo caso non vi è range di bluff da scoprire agli occhi dei nostri avversari. Al massimo, nel corso della mano, si può “turnare” una mano di valore e trasformarla in bluff col passare delle street.

Il caso più comune è quello che ci vede aprire con una coppia di donne, ricevere il call di almeno un nostro avversario e misurarsi su un flop dove scende almeno una delle due over card. In questo caso, anche e soprattutto nel caso in cui vi sia resistenza da parte dei nostri rivali, dovremmo avere la cosiddetta “pompa” di provare a rappresentare un Asso o un Kappa.

Questo passaggio ci deve far pensare a quanti significati possono essere assegnati al concetto di bluff.

Bianchi rovinati o con valore?

La grande distinzione che si può fare in relazione al bluff è quindi la seguente: può essere definito bluff il tentativo di una giocata che ci porta a tentare di vincere un piatto quando non abbiamo nessun valore in relazione al board e ai nostri avversari, oppure può essere denominato tale anche un tentativo di bluff quando abbiamo un, seppur minimo, valore?

Il quesito non può essere risolto nell’arco di qualche paragrafo di un articolo scritto su un portale. Ognuno, prima di pensare a questo tipo di distinzione, dovrebbe commisurare i suoi tentativi di bluff, con il proprio stile di gioco. 

Diverso è, infatti, il caso in cui abbiamo a che fare con un giocatore che conta di aprire un range molto largo. 

Allora sì che le nostre antenne dovrebbero drizzarsi nel caso in cui all’apertura pre flop, il nostro oppo spiattelli come un ossesso anche nelle strade successive.

Arte, inganno o gara di intelligenza? Se siete dei buoni giocatori di poker, a voi la risposta.