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Johnny Moss, il primo campione tra i campioni: biografia
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Se il poker è il gioco che conosciamo oggi, molto è dovuto alle vittorie leggendarie di alcuni dei pro che hanno reso grande questa disciplina. Oltre ai gettonatissimi Doyle Brunson (in auge ancor oggi) e al mitico Stu Ungar, un altro giocatore che ha costituito un pilastro della storia dell’Hold’em (e delle World Series of Poker) è senza dubbio Johnny Moss, l’unico – con Ungar – ad aver vinto tre volte il Main Event WSOP. Certo, erano altri tempi, ma la sua incredibile abilità era innegabile.
Conosciamo la sua storia.
Le carte prima di tutto
Johnny Moss è cresciuto a Odessa, in Texas, in una famiglia per nulla agiata. Dopo aver perso la madre da piccolo, e col padre che aveva gravi problemi fisici, Johnny viene a contatto con bische e giocatori di carte. Da adolescente, un gruppo di bari gli insegna un sacco di “trucchi” del mestiere, e Johnny diventa così abile a scoprire le truffe e le irregolarità che un saloon lo assume come controllore della regolarità delle partite.
Ed è in quegli anni che, osservando quotidianamente partite di tutti i generi, affina le proprie strategie di poker.
Moss, quindi, dopo un paio di anni prese una decisione piuttosto drastica: decise di iniziare a viaggiare per il Texas in cerca di partite nei vari bar e saloon, per provare a vivere di gioco d’azzardo. Attività non certo rilassante e sicura, se si pensa che Moss fu subito costretto a comprare una pistola, per difendersi dalle dinamiche oscure e dai personaggi borderline delle bische texane.
La sfida con Nick Dandolos
Nel suo continuo (e rischioso) peregrinare per l’America in cerca di tavoli verdi, nel 1949 Moss arriva a Las Vegas, all’Horseshoe di Benny Binion, dove sta spadroneggiando Nick “The Greek” Dandolos , un famigerato giocatore d’azzardo che stava spazzando via tutti gli avversari. La sfida cash-game high stakes tra i due incendiò subito Sin City, dato che durò ben cinque mesi e chi avesse voluto avrebbe potuto sedersi al tavolo con i due contendenti. Ad un certo punto, Dandolos pronunciò una frase che resterà nella storia del poker: “Mr. Moss, la devo lasciar andare”. Sintomo della sua resa: aveva perso dai due ai tre milioni di dollari (dell’epoca!).
Le WSOP con Binion
Inutile dire che quell’evento, la sfida all’ultimo sangue con Dandolos, fu un veicolo pubblicitario clamoroso per Benny Binion, che subodorò la possibilità di organizzare degli eventi cadenzati di poker, con i migliori giocatori del paese. Nacquero così, nel 1969, le WSOP, che in quella occasione presero il nome di “Texas Gamblers Reunion”: si giocava a Reno (a Las Vegas ci si arriverà successivamente) tra i migliori giocatori d’America, ovvero Amarillo Slim, Doyle Brunson, Jack Straus, Brian ‘Sailor’ Roberts , Walter ‘Puggy’ Person, Jimmy Casella , Jimmy ‘The Greek’ Snyder e Rudolph ‘Minnesota Fats’ Wanderone.
Si giocavano una serie di partite di varie discipline (dal Seven Stud al Texas Hold’em, passando per Five Card Stud e Ace-to-five e deuce-to-seven lowball) e al termine di una settimana di gioco gli stessi giocatori avrebbero dovuto votare il migliore giocatore del torneo.
Fu proprio Johnny Moss a vincere per acclamazione. E Benny Binion, convintosi del format, lanciò ufficialmente le World Series of Poker a Las Vegas dall’anno successivo.
Moss, manco a dirlo, fa incetta di titoli sin da subito: vince il Main Event nel 1970, 1971 e 1974.
Vincerà un totale di nove braccialetti nel corso della carriera, risultando come non solo uno dei più vincenti di ogni epoca, ma anche come l’uomo che ha contribuito alla nascita delle World Series.