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Quella volta che Tom Marchese umiliò Phil Hellmuth in bluff a 5 left
Non sono pochi a credere che i bluff siano il sale del poker.
Di sicuro la capacità di far foldare all’avversario il punto migliore è una delle skill che più fanno la differenza tra un giocatore amatoriale e un professionista.
In particolare quando il bluff viene piazzato nelle fasi più calde del torneo, come in questa mano che andiamo a vedere, in cui Tom Marchese umiliò Phil Hellmuth a un tavolo finale di assoluto rilievo.
La mano
5 left al 50k Poker Masters, su blinds 20k-40k, con 745k di stack Phil Hellmuth è lo short del tavolo e apre 85K QJ, chiamano Fedor Holz da small blind e Tom Marchese da big blind.
Flop 6KJ giro di check.
Turn 4 Holz check, Marchese bet 165k, Hellmuth chiama, Holz folda.
River 8, su pot di 615k Marchese ha 645k ed Hellmuth 495k. Marchese betta 425k.
Hellmuth deve decidere se mettere questa cifra per un piatto di 1.040.000. Alla fine folda.
Marchese mostra 23 in bluff al tavolo e ovviamente la vista delle sue carte fa sobbalzare Hellmuth sulla sedia.
Le odds del call e quelle del bluff
Come visto, al river Hellmuth deve decidere se mettere 425k chips su un piatto che è di 1.040.000. Mettendo i numeri nella consueta formula per il calcolo delle pot odds, scopriamo che il punto di break-even del call di ‘Poker Brat’ è al 29%.
E’ assai probabile che nella sua decisione di foldare Hellmuth abbia assegnato a Marchese uno dei restanti tre re del mazzo. L’azione dello statunitense era credibile.
Dal punto di vista di Marchese, invece, sempre con la consueta formula delle pot odds, il bluff doveva andare a segno almeno il 40% delle volte per portargli profitto sul lungo periodo (ecco come si calcolano le frequenze di bluff).