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Indagini in arrivo sulla mano Adelstein vs Lew. I pro si dividono
Il raise/call turn con jack alta di Robbi Lew ai danni di Garrett Adelstein ha sollevato un vero e proprio polverone.
Dall’altro giorno in pratica nella comunità pokeristica internazionale non si parla di altro.
Una domanda regna sovrana: durante la diretta streaming del casinò Husstler Lew ha barato oppure no? Presto arriverà il verdetto definitivo.
La casa da gioco ha deciso di vederci chiaro e ha annunciato una indagine approfondita con tanto di poligrafo, se necessario. Intanto le posizioni dei poker pro intervenuti sulla vicenda sono variegate.
I colpevolisti
La schiera di chi vede Lew colpevole è nutrita, a iniziare dallo stesso Garrett Adelstein, che via Twitter ha chiarito la sua posizione in un modo che ha fatto storcere la bocca ad alcuni. In generale sembra che la percezione nei suoi confronti sia un po’ cambiata negli ultimi giorni, in particolare dopo la testimonianza del co-proprietario del casinò Hustler, Ryan Feldman, secondo cui Adelstein ha chiesto esplicitamente indietro i soldi del pot a Lew.
In difesa dello specialista cash game live, da alcuni ritenuto uno dei più forti del mondo oggi come oggi, è intervenuto Doug Polk. Tra chi vede il cheating da parte della giocatrice ci sono anche Rui Cao e Mike Matusow, mentre un po’ meno oltranzista è la posizione di Fedor Holz, Mike ‘Timex’ McDonald, Shaun Deeb e Brian Rast.
Sul caso è intervenuto a mitragliatore via Twitter Tom Dwan, che dopo essere stato tra i primi a usare l’hashtag #sus (o #suss, in luogo di ‘suspicious’, sospetto, ndr) parlando della mano, ha mitigato la sua posizione. Adesso ‘durrrr’ non sposa nessuna delle due tesi in particolare.
I possibilisti
Tra gli innocentisti c’è Phil Galfond, che si dice convinto che Lew fosse convinta di avere J3. Per Daniel Negreanu invece la mano è frutto di una “sc***eggia del cervello” e il fatto che Lew abbia restituito i soldi del pot ad Adelstein, invece che la prova della sua colpevolezza come credono i più, è la prova della sua innocenza.
“Il fatto che abbia restituito i soldi non è una ammissione di colpevolezza, ma il contrario.
Un fottuto truffatore affamato di soldi non restituisce i soldi in quello spot.
Ho la sensazione che non volesse conflitti e potesse permetterselo”.
Negreanu sottolinea una accusa di cheating debba essere supporta da prove che al momento latitano. Chi per un motivo chi per un altro, a credere alla innocenza di Lew sono anche Phil Ivey, Justin Bonomo e Patrick Leonard.
Discorso a parte merita invece Faraz Jaka, che sui social è intervenuto in difesa della Lew che è una sua coachata.
Le indagini in arrivo
Ci vedremo chiaro. I proprietari del casinò Hustler, Nick Vertucci e Ryan Feldman, hanno annunciato l’apertura di una indagine.
“Siamo certi della sicurezza delle nostre tecnologie e della integrità del nostro staff, ma prendiamo le accuse molto seriamente e capiamo che tutto è possibile”.
“L’indagine sarà estremamente dettagliata e potrà richiedere molto tempo. Una volta che sarà conclusa dichiareremo pubblicamente le conclusioni senza badare a quello che riveleranno.
Per noi è importante ribadire che finora non abbiamo trovato prove di comportamenti scorretti da parte di nessuno. Come già dichiarato, il casinò Hustler e High Stakes Poker Productions non sono coinvolti in alcun tipo di scambio monetario che ha avuto luogo lontano dal tavolo tra le parti coinvolte”.
L’indagine sarà condotta da una società specializzata in cybersicurezza e si potrebbe anche avvalere del poligrafo (macchina della verità). C’è da dire che in particolare dopo il caso Postle, gli standard già elevati delle dirette streaming si erano ulteriormente alzati.