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La fantastica arte dell’essere poco appariscente nel poker
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La bellezza del poker, lo abbiamo detto in tutte le salse, porta a porre sul campo tutte quelle strategie che ci portano potenzialmente a pensare a quanto esse siano performanti per raggiungere i nostri scopi nel poker, che, nella stragrande maggioranza dei casi, si identificano nel mero traguardo che altro non è quello di vincere soldi.
Almeno buona parte di questo tipo di abilità, fa capo alla sfera puramente tecnica e si prefigura soprattutto sullo studio di tutte quelle che sono le dinamiche matematiche, statistiche e, andando avanti con la conoscenza del giochino, di livelli di pensiero che sconfinano ben oltre il valore oggettivo delle carte che giochiamo.
Il bello del gioco
Senza menarcela più di tanto, la verità è che i più grandi giocatori di una specialità come il poker, sono dei grandissimi bugiardi e, anzi, l’equazione più affascinante del gioco, è quella che fa capo al fatto che meglio racconti le tue bugie e, di conseguenza più sarai creduto, e più successi porterai a casa nella tua carriera di pokerista.
In un mondo perfetto dove ciò non sarebbe possibile e, di conseguenza, dove solo le carte in gioco decidessero le sorti di una partita, il giochino sarebbe a somma zero nel medio e nel lungo periodo, visto che la fortuna, o la sfortuna, sono ciechi e premiamo e sottraggono allo stesso modo.
In altre parole non ci sarebbero giocatori vincenti o perdenti, sparirebbero le skill in virtù delle quali il poker è materia di studi approfonditi e, infine, ci si affiderebbe esclusivamente alla fortuna di portare a casa i premi dei tornei e delle sessioni online e live più corpose “di quel momento”.
Ma il successo del poker è fortunatamente dovuto al fatto che è tutto molto diverso da quanto appena scritto nei tre paragrafi precedenti. Per essere dei vincitori costanti, serve molto di più della fortuna o di una passeggera nuvoletta che ci scatena addosso tempeste su tempeste prima che torni il sereno.
Abilità e inganno: più appariscenti
A fare la differenza nel lungo periodo, infatti, non sarà la fortuna, che, come detto, distribuisce meriti e demeriti con parimenti dovizia, ma se volete rimanere dei players che vincono con costanza, dovrete fare affidamento a ben altre variabili.
Abbiamo parlato di inganno e di bugie da raccontare nel migliore dei modi, per indurre i nostri avversari al tavolo a restituire le carte al dealer quando hanno un punto superiore al nostro e a pagare quando invece possiamo batterli.
Un bellissimo esempio di questo tipo di dinamica, ci viene offerto dalla natura ed è stato spiegato benissimo da Robert Wooley in un vecchio articolo, nel quale metteva in contrapposizione alcuni aspetti delle specie animali che in alcuni casi sfruttano la loro possibilità di apparire più grandi di quello che sono e, al contrario, in altri tendono a rimpicciolirsi a seconda delle esigenze.
Il primo caso, quello più lampante e conosciuto, è quello del gatto, che quando si sente minacciato comincia a farsi grande, occupando un volume ben più ampio rispetto a quello, ad esempio, occupato durante le frequenti sieste accompagnate dalle sue fusa.
Il pezzo è ripreso da uno studio del biologo evoluzionista Robert Trivers, che ha approfonditamente studiato il ruolo dell’inganno sia negli esseri umani che in altre specie.
Meno appariscenti
Sotto il punto di vista prettamente pokeristico, il lettore avrà fatto ovviamente riferimento ad un percorso mentale che lo avrà portato al dimensionamento delle puntate, soprattutto in bluff, atto a far foldare i nostri avversari.
Ma c’è un altro modo di apparire diversamente rispetto a quelli che si è, e cioè più piccoli e meno appariscenti, per approfittarne quando è il momento di fare cassa.
Alcuni uccelli marini, ad esempio, che riescono a farsi ancora più piccoli di quello che sono per rimanere al riparo sotto il corpo dei loro genitori per provare a schivare i predatori e, al contempo, imparare l’arte del procacciarsi il cibo.
Quest’ultima dinamica è esattamente il contrario rispetto a ciò che accade solitamente e c’è una nuova lezione da imparare per un giocatore di poker: trovare valore dove gli altri non riescono ad arrivare, utilizzando vie completamente fuori schema.
In altre parole, essere meno visibili – e sembrare meno minacciosi – può quindi consentire ai più furbi e ingannevoli di agire più liberamente e ottenere di più di ciò che vogliono.
Riprendo direttamente dal pezzo la fantastica chiusura che ne fa l’autore:
“non riesco a trovare la citazione esatta, ma ricordo una volta in una trasmissione delle World Series of Poker che Norman Chad disse di Allen Cunningham qualcosa del tipo: “Non ti accorgi nemmeno che è lì finché non sta impilando le tue chips”.