Nelle sue prime partite a poker online Dan Bilzerian giocava con gli account degli amici

Nella sua autobiografia ‘The Setup’ Dan Bilzerian ha raccontato nel dettaglio la sua ascesa pokeristica, seguita dalla decisione di diventare un influencer per condurre una vita meno stressante di quella ai tavoli verdi.

Il re di Instagram ha però candidamente ammesso di aver giocato le prime partite a poker online con la tattica fraudolenta nota come account sharing, che consiste nell’uso di un conto gioco intestato a qualcuno di diverso da colui che gioca.

Dan e il fratello Adam

Dan Bilzerian imparò le regole del Texas Hold’Em dal fratello Adam, nel 2003, dopo aver lasciato l’esercito. Al suo primo anno all’Università della Florida iniziò a seguire dei compagni di corso che giocavano online nella casa della Confraternita da dieci a sedici ore al giorno filate:

“Li guardavo, ogni tanto mi lasciavano giocare dai loro account. Il poker diventò una emozione che non avevo mai provato prima, anche quando non giocavo pensavo al gioco. A un certo punto scaricai PartyPoker e mi ritrovai a saltare i pasti e le lezioni. Mi unii alle sessioni da maratona dei miei compagni e iniziai a giocare la partita live locale da 200$ di buy-in, con il film Rounders in rotazione nel riproduttore DVD in fondo alla sala”.

Non è una leggerezza

Quella commessa da Bilzerian potrebbe sembrare una leggerezza in buona fede di un giovane ragazzo ignaro delle regole del poker online.

Dal suo punto di vista lo è sicuramente ma l’ignoranza non è una attenuante: giocare da un account diverso da quello(i) intestato(i) è una pratica fraudolenta che può essere punita dalle poker room anche con il ban a vita. Il punto è che con l’account sharing si danno informazioni false agli avversari, che credono di giocare contro qualcuno di diverso da colui contro il quale stanno realmente giocando.

Il passaggio al live

Nel libro Bilzerian racconta che online perse tutto e in barba alla corretta gestione del bankroll vendette un paio di pistole e col ricavato si sedette a una partita cash che veniva organizzata su una barca.

Vinse bene al punto che decise di fare come McDermott nel film Rounders: andò a Las Vegas a tentare la sorte stabilendo nel Bellagio il suo ‘ufficio’.

Anche lì le cose girarono per il verso giusto e Dan iniziò a capire che immagine dover sfruttare per massimizzare le vincite ai tavoli verdi:

“Notai che gli avversari erano più disposti a giocarsela con me quando avevo davanti tanti soldi. Vidi il valore di essere percepito come ricco e iniziai a presentarmi come tale per approfittare di questa immagine ed essere invitato a partite private con altri ricchi”.

L’arrivo sui social

Bilzerian iniziò poi a fare trasferte nei festival live più importanti, ma con abitudini diverse dalla maggioranza dei partecipanti:

“Passavo i week-end a Las Vegas o nelle Bahamas o a Monaco, ovunque ci fosse un festival. Tutti volevano vincere un braccialetto o un trofeo, a me invece interessavano solamente le partite cash game che partivano in parallelo…”

Dopo un paio di perdite che ebbero notevoli contraccolpi a livello psicologico, Dan decise che era meglio buttarsi sui social.

Troppo stressante la vita del poker pro per lui. Ciò ovviamente non significa che non sia pronto a tornare al tavolo se lo spot è a valore atteso particolarmente positivo.