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Perché servono le annotazioni sui nostri avversari: come e quando
Se siete giocatori alle prime armi, tra le altre cose che vi vengono consigliate e/o, che avete letto sui portali del settore come il nostro che strizzano l’occhio alle varie strategie da adottare fin dalle prime volte nelle quali tenete le carte in mano, avrete certamente sentito parlare di “note”.
Anche se può non sembrare utile ad una prima analisi, ci si accorge con l’andare del tempo che determinate caratteristiche dei nostri avversari, ci avrebbe fatto comodo saperle e, prima di esclamare frasi fastidiose tipo “ah se me lo fossi ricordato“, sarebbe meglio saperne un po’ di più.
Cosa sono le note
Cominciamo subito col dire che una delle principali skill, o qualità, che deve avere un giocatore di buon livello, è l’adattamento agli avversari di turno che si incontrano lungo la sua strada, ma siccome tali avversari non possono essere ricordati per tutta la vita pokeristica, è necessario che le loro migliori, o peggiori, frequenze, vengano appositamente segnate su un taccuino.
Tranquilli, non stiamo parlando di un notes a blocchi dove ogni volta dobbiamo scrivere armati di penna. Tutte le room ormai danno la possibilità ai giocatori di prendere nota sulla stessa postazione relativa ai nostri avversari, e lì rimarranno vita natural durante, fino a quando non decideremo noi di modificarla o eliminarla.
Si tratta per lo più di informazioni sul comportamento tenuto dai nostri avversari in determinare occasioni, ma non per questo dobbiamo stare lì a fare attenzione a tutto ciò che succede, sarebbe impossibile, e buona parte di questi dati vengono raccolti dai software di supporto legali.
Ma quali sono le annotazioni da prendere? Eccone alcune che potrebbero fare al caso vostro.
Gioca troppe mani pre-flop
Questo è certamente uno dei dati che viene raccolto dai software di supporto legali, ma, intanto è tutto fuorché obbligatorio averne uno e poi, se giocate per diletto, la cosa può non interessarvi.
Vi interessa invece nel caso in cui facciate deep run ad un torneo, visto che lo stesso avversario potrà capitarvi al tavolo più di una volta e non è che il nostro cervello sia un computer che immagazzina tutti i dati del mondo.
Parliamo dei giocatori che entrano in tantissimi piatti e sui quali una bella nota rossa andrà apposta sulla loro postazione.
Pensate a quei giocatori che si presenteranno ad uno show down di un congruo numero di Bui con cartacce, quanto sarà bello ricordarselo nel caso in cui giocheremo contro di lui con un range molto forte, per provare a ingrossare il piatto fin da subito?
I bluff post-flop
Stesso discorso quando tale situazione capita post-flop, nel momento in cui pizzichiamo in bluff il nostro rivale di turno, costretto a mostrare il suo bluff andato male e giocato peggio.
La raccomandazione vale anche e soprattutto per tutti gli show down avvenuti contro altri giocatori. Tutte le informazioni che riusciamo a ricavare dalle giocate altrui, hanno la loro importanza.
Occhio anche alle size utilizzate per effettuare quei bluff, non basta capire lo stile aggressivo di quello o quell’altro giocatore, dobbiamo anche trovare il modo di comprendere con quali puntate lo ha fatto, in modo tale da riconoscerle in una successiva occasione e studiare il suo modus operandi per metterlo in difficoltà.
I calling station
Altro stile da tenere bene a mente con i nostri appunti, è quello più profittevole per il nostro gioco, il ritrovamento di un reperto archeologico che si incontra comunque molto spesso ai tavoli, il calling station.
Da quando esiste il poker, esistono contestualmente anche i giocatori che amano entrare in tutta una serie di mani e non molleranno il colpo quando troveranno una parte, seppur minima, di valore al flop, ad esempio una bottom pair.
Quelli sono i nostri foraggiatori seriali, che ci regaleranno le gioie più memorabili, ed ecco che un semplice “calling station”, come annotazione, sarà una nota perfetta.