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Fortuna e aggressività, dove sta lo spartiacque tra chi vince e chi perde
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Quando si pensa alla fortuna nei tornei, la prima cosa che ci viene in mente se ci consideriamo dei buoni giocatori di poker online, è che solitamente ci affidiamo ben poco alla fortuna, se non in determinati frangenti.
Il primo pensiero al quale facciamo conto è che “Io non sono come quei giocatori che rilanciano con mani trash e poi riescono a chiudere l’impossibile, magari con incredibili runner runner tra turn e river”.
Con ogni probabilità sarà così, ma siete sicuri di aver giocato sempre e solo rispettando quelle che sono le tabelle matematiche e quelle dei range?
E ancora, siete sicuri che i vostri avversari che incontrate lungo la vostra strada siano quelli che pensate essere dei completi sprovveduti e non abbiano idea di cosa stiano facendo?
Fortuna e schifezze
E’ vero, buona parte dei giocatori mettono in moto dei meccanismi che nulla hanno a che fare con il buon senso e un gioco che a lungo termine potrebbe portarvi ad un risultato ottimale e, quindi, ad aumentare con costanza il vostro bankroll, ma l’idea che esistano queste persone e questo tipo di giocatori, non può che rendervi felici, se appartenete veramente a quella percentuale di giocatori vincenti.
Ma in una competizione torneistica dove le strutture tendono ad essere sempre più veloci e meno tecniche per tutta la durata del torneo, è meglio capire al più presto che la legge del “tight all’inizio e aggressivo da metà torneo in poi“, vale ormai fino a un certo punto.
Con l’entrata delle Ante sempre più anticipata, una certa aggressività da parte dei giocatori “moderni”, e le già citate strutture sempre più snelle, diventa abbastanza comprensibile che una strategia aggressiva fin dalle prime battute di un torneo sia un consiglio da non sottovalutare.
Aggressività iniziale da non scambiare con quella che è la spasmodica voglia di vincere il torneo alla terza mano. Ogni momento del torneo ha le sue caratteristiche e sta a noi interpretarlo nel migliore dei modi.
Tight is right?
Un tempo si diceva che tight is right and you will play all night, cosa che qualche anno fa aveva una sua valenza, anche e soprattutto perché i range di inizio millennio erano decisamente più stretti rispetto a quelli che si giocano oggi e allo show down diventava un’impresa vincere con combo di poco valore.
Al giorno d’oggi è ovviamente tutto un altro mondo: giocare stretti e sperare di arrivare a premio portando a casa, talvolta, nemmeno un paio di Buy In, non è esattamente la strategia più consigliabile per quanto riguarda i tornei di poker moderni.
A volte la run ti dà una mano, capita di runnare profondo e arrivare alla fine dei tornei, ma, a parte che, questo non è un segreto per nessuno, i premi migliori sono sempre quelli del Tavolo Finale e, talvolta, quelli della parte alta del Tavolo Finale, il problema è che una deep run non è esattamente così frequente e occorre dare una mano a noi stessi se vogliamo occupare spesso i primi posti del payout dei vari tornei.
Starting hand forti
Pensaci un attimo: se hai un atteggiamento molto chiuso durante un torneo, non vuol dire che sei un giocatore migliore di uno che prova a entrate in gioco con quelle che tu consideri cartacce.
Anzi, tra i due giocatori, chi spera maggiormente nella fortuna sei proprio tu, perché sarà sempre e soltanto il caso a distribuire le mani migliori o peggiori a questo o a quell’altro giocatore e sempre la fortuna sarà a decidere se quella mano, in caso di show down, rimarrà buona fino al river.
In un gioco come il poker, soprattutto in un torneo e soprattutto in un contesto come quello degli ultimi anni, il destino delle carte va preso di petto, senza che esso domini il tuo modo di giocare. Deve essere esattamente il contrario.
Ci sarà un motivo per il quale i grafici push/fold si allargano a dismisura quando cominciamo ad avere pochi blinds; ce ne sarà un altro per cui i giocatori più forti degli MTT decidono di buttarsi a giocare dei monster pot con mani che non sono assolutamente premium e, anzi, si infognano in bluff che, alle volte, non vanno a buon fine. Lo fanno sempre e comunque per una ragione e se sei un buon giocatore di poker, o se lo vuoi diventare, sta a te scoprire al più presto il perché.
Ecco, non c’è alcuna vergogna a farsi scoprire in bluff. Pensate solamente che la natura stessa e l’etimologia del significato della parola poker, arriva dal persiano e significa “inganno“.
Se pensate che la fortuna, alla lunga, abbia la meglio sull’inganno, questa può essere una giustificazione alla vostra idiosincrasia verso il gioco aggressivo, ma sul fatto che possiate vincere per sempre, abbiamo i nostri dubbi.