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Party Poker trema, cade e si rialza
Un inizio settimana a dir poco movimentato per una delle più grandi poker room al mondo: Party Poker.
Le prime avvisaglie sono giunte circa 48 ore fa quando uno dei quotidiani economici più autorevoli, il Financial Times, ha riportato la dichiarazione di Anurag Dikshit, il maggior azionista del gruppo Party Poker, il quale annunciava pubblicamente di aver violato la Federal Wire Act e cioè la legge americana sul gambling online.
La notizia ha subito generato un netto calo delle azioni del gruppo in leggera ripresa dopo che lo stesso Dikshit ha dichiarato di essere immediatamente pronto a pagare una maxi multa di ben 300 milioni di dollari. Una cifra indubbiamente considerevole tanto da far intendere quanto lo stesso Anurag sia ansioso di scrivere la parola “fine” su questa scomoda vicenda.
La scelta del condono, se così lo si può chiamare, deriverebbe anche, afferma il Financial Times, dal tentativo di evitare un soggiorno di 12 mesi nelle “accoglienti” carceri americane.
A quanto appena riportato sono seguite le dichiarazioni degli altri azionisti di maggioranza di Party Poker i quali, dapprima, non hanno confermato (ma neanche smentito) che ci fosse una trattativa in corso con il Dipartimento di Giustizia Americano, per poi affermare che tale trattativa (di fatto esistente) riguardasse cifre nettamente inferiori ai 300 milioni di dollari dichiarati dal loro collega.
Tale notizia ha riportato in positivo le azioni di Party Poker fin quasi a toccare i massimi storici. Quanto di questa vicenda sia vero e quanto presunto è ancora da stabilirsi, fermo rimane il fatto che tale duplice ribaltamento borsistico ha permesso ad eventuali speculatori di guadagnare una fortuna pur facendo vacillare la fiducia degli utenti nella loro board.