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A lezione da ‘bencb789’: exploitare gli avversari deboli bottone vs big blind
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Sappiamo che il poker è un gioco a somma zero: le vincite di qualcuno sono sempre collegate ai passivi di qualcun altro.
Per questo ogni volta che incrociamo al tavolo degli avversari deboli l’obiettivo è sempre e solo massimizzare.
Su Twitter il coach della scuola Raise Your Edge, Benjamin ‘bencb789’ Rolle, ha dato una bella lezione sull’adattamento ai giocatori deboli nella dinamica bottone vs big blind.
Un range di tribet stretto
Il tedesco apre la lezione dicendo che tantissimi giocatori non tribettano quanto dovrebbero da big blind.
“Troverete tanti avversari al tavolo che non sono capaci di tribettare tanto quanto dovrebbero […] in particolare nei tornei live e nelle partite online più soft affronterai avversari che tribettano anche meno del 10%”.
‘bencb789’ posta poi uno spot:
E fornisce poi il range di tribet del big blind tight/debole, composto dal 7,5% del mazzo. Nella simulazione il big blind ha dei leak nel gioco preflop ma gioca postflop in modo equilibrato.
Secondo il gioco equilibrato, il range ideale di tribet da big blind in questo spot sarebbe invece del 13,4%.
Come risponde bottone alla tribet?
Il tedesco mostra poi due diverse chart coi range di bottone in risposta alla tribet di big blind. La prima è il range secondo la GTO (game theory optimal, teoria del gioco ottimale / equilibrato).
Sapendo che big blind tribetta tight, il range exploitativo di bottone è giocoforza più stretto.
Adeguare le indicazioni delle chart
Rolle prosegue dicendo che ogni range è da prendere come una indicazione orientativa. Da lì si parte con il ragionamento umano.
“Siccome l’avversario gioca GTO nel postflop, significa che affronteremo meno aggressione. Quindi avremo una realizzazione dell’equity più alta, per questo possiamo difendere un po’ di mani in più. Rispetto a quanto suggerisce la simulazione exploitativa, difenderei il 10% in più.”
Perché bottone dovrebbe chiamare con gli assi?
Guardando alle chart saltano all’occhio i call alla tribet con coppia di assi.
“Ogni leak ha minimo due exploit diversi. Se difendiamo più mani preflop, considerando che il nostro avversario sarà meno aggressivo rispetto alla media, e quindi aggiungiamo altre mani a valore atteso teoricamente negativo al range di call da bottone, dobbiamo bilanciare questo range aggiungendoci mani forti.”
Deviare dagli slowplay
Ma secondo Rolle anche con coppia di assi è meglio derogare dalle indicazioni delle chart.
“La simulazione dà per buono che il nostro avversario giochi postflop perfettamente, con size corrette e la giusta aggressione, ma non è questo il caso. Aspettandoci meno bluff postflop, AA e KK troveranno minori benefici del solito nello slowplay. Quindi è meglio giocare più velocemente preflop, usando un range di piccole 4-bet.”
Lo slowplay è sconsigliato in base a considerazioni umane dettate dall’esperienza:
“Se il tuo avversario non bluffa quanto dovrebbe perderai EV a giocare in slowplay dal momento che, postflop, farai mettere tutte le chips al centro a meno mani rispetto al preflop, e inoltre permetti all’avversario di realizzare la sua equity.”
Conclusioni
Per Rolle dissezionare le dinamiche più comuni dà un vantaggio enorme sul field:
“Non si tratta di studiare ogni spot immaginabile contro ogni avversario possibile. Farlo una volta ti farà orientare. Così facendo sarai avanti rispetto al 98% dei tuoi avversari che non hanno mai toccato una simulazione così, visto che perlopiù si limitano a guardare le chart GTO e poi a tirare a indovinare.”