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Poker ABC: come affrontare i periodi di Card Dead
Abbiamo più volte parlato in questo portale della necessità di tenere alta la concentrazione, anche quando le cose non vanno per il meglio e si attraversano dei momenti di “magra“, se facciamo riferimento alle carte che ci vengono assegnate dal dealer, o dal server se stiamo giocando una sessione online.
I momenti di card dead
Quei momenti hanno un nome ben specifico e ci riferiamo ad essi come “card dead“, quel periodo in cui le carte ci voltano decisamente le spalle e occorre inventarsi qualcosa per non soccombere sotto l’incedere dei bui.
Ma quali sono gli accorgimenti che dobbiamo seguire in questi casi, quando la pressione comincia a farsi insostenibile e abbiamo la necessità di dover muovere le gambine?
Intanto il primo consiglio è quello di non perdere il lume della ragione, facendoci prendere dal panico e attuando mosse disperate che non hanno nessun senso.
La disciplina
Il problema di periodi di lunga siccità, ci portano spesso a sopravvalutare le mani di valore leggermente superiore alla media e confidare fin troppo in esse.
Un esempio è dato da tutti quei connectors così detti “One Gap”, come 8-10, 9-J, 10-Q, che ci sembrano oro, a seguito di una carrellata di trash hand.
Il problema è che, seppur con un’alta giocabilità post flop, esse non sono delle monster, e dobbiamo avere l’accortezza di dare loro il giusto valore, senza avere scusanti del tipo “è la mano migliore che vedevo da tre livelli e pazienza se sono uscito“.
Non deve essere mai così’, si gioca colpo per colpo e non ci si butta a capofitto solo perché non siamo stati fortunati fino a quel momento.
L’osservazione
Nel momento in cui passiamo tanti livelli a foldare, è corretto impiegare il tempo a dare la giusta importanza all’osservazione di ciò che accade al tavolo, non tanto per il gusto di farlo, quanto per acquisire un vantaggio quando rientreremo in gioco e proveremo a rimetterci in partita.
Ciò significa che prendere confidenza con le frequenze dei nostri avversari, potrà aiutarci nel momento in cui cercheremo di rubare i bui a chi ha dimostrato di non tenere particolarmente alla difesa da Big Blind e lo potremo fare con un occhio meno attento al valore della nostra mano. L’importante è non aspettare fin troppo e ridurci a meno di 10 Big Blind, che è una sorta di soglia tecnica che fa da spartiacque tra chi ci chiamerà solo con una mano di valore e chi invece lo farà con un range largo in virtù del nostro scarso patrimonio.
Pensare più al tavolo e meno alle mani
Quando le carte non sono più amiche, è il momento di non fare più affidamento su di esse, visto che il nostro stack si sarà eroso quasi irrimediabilmente.
Anche alla luce di quello che abbiamo scritto prima, è quasi sempre caratteristica di chi si lamenta dei momenti di card dead, quella di giocatori che non sono abituati a giocare contro il tavolo, ma necessitano di un aiuto da parte delle carte che ricevono e questo non è mai un bel segnale se si vuole imparare a diventare dei buoni giocatori.
Portare il tuo gioco al livello successivo richiede di guardare le situazioni del tavolo, non le mani. Allora sì che potremo dire che “abbiamo attaccato il giocatore X, perché ha dimostrato debolezza in determinate parti del torneo” ed essere soddisfatti delle nostre azioni.
Con le carte sono bravi tutti.