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il 4 Mar 2024

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Lex Veldhuis e la partita PLO con il leader spirituale: “Non sapeva le regole ma gli altri non volevano le sue chips!”

Lex Veldhuis e la partita PLO con il leader spirituale: “Non sapeva le regole ma gli altri non volevano le sue chips!”

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Abbiamo scritto più volte che il poker è come il mondo, è bello perché è vario.

Nella enorme gamma di avversari che si possono incrociare al tavolo verde, il testimonial PokerStars Lex Vedhuis ne ha trovato uno davvero particolare.

L’olandese lo ha raccontato in una intervista al portale poker.org.

 

“Un leader spirituale di un paese lontano”

Quando il collega chiede a Veldhuis quale sia stata la cosa più scema che abbia mai visto a un tavolo verde, il poker pro ha la risposta pronta su una delle prime partite della sua carriera a Pot Limit Omaha:

“Giocavo cash game a Londra e c’era una persona al tavolo che era un leader spirituale di un paese lontano, con tanto riconoscimento e tanti seguaci. Era un regular di quella partita ma era incredibilmente incapace e giocava con i soldi che le persone gli donavano. La cosa era arrivata a un punto che anche i regular di quella partita non se ne approfittavano quando lui sbagliava.”

 

“Giocai solo perché c’era lui”

Il leader spirituale fu il motivo che fece sedere Veldhuis a quella partita per una ragione davvero basilare: non conosceva le regole del gioco che stava giocando.

“Era una delle prime volte che giocavo Omaha, giocai solo perché c’era questa persona e avevo visto quanto insana fosse l’action. E gli stake erano modesti, 5$/10$ Omaha. A un certo punto, qualcuno potta al river, lui repotta, qualcuno chiama all’istante su un board con quattro cuori e questo leader spiriuale gira un asso di cuori. Gli altri al tavolo gli chiedono “Hai un’altra carta a cuori?”

E lui risponde “no, questo è il cuori che ho”

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Al che gli controbatte: “Dai, lo sai di non avere colore!”.

L’altro giocatore nella mano, e tutti quelli che giocano PLO sanno che questo non è un re-pot to call regolare per niente, visto che aveva chiamato con un colore all’otto solo perché sapeva che il leader spirituale non conosceva le regole di PLO.”

 

“Volevano i suoi consigli non le sue chips”

Nel tavolo del leader spirituale si era creata una lunga waiting-list, ma chi voleva partecipare non ambiva alle chips del fish del tavolo:

“Nel frattempo questa persona continuava a giocare e più tardi la stessa sera ha fatto lo stesso errore. Cosa ancora più folle, c’erano tante persone in waiting list per giocare con lui, ma solo per il seguito spirituale che aveva e per i consigli che potevano avere da lui. Nessuno ha battuto ciglio per quei soldi sciupati e gamblati. Questa è stata una delle cose più particolari che ho mai visto a un tavolo da poker.”

 

“Io sessioni troppo lunghe”

Veldhuis racconta poi la cosa più stupida di cui è stato egli stesso protagonista al tavolo verde:

“La mia cosa più stupida a un tavolo da poker sono un po’ di sessioni in cui ho giocato un po’ troppo, tipo 60 o 70 ore di filato. Pensavo fosse ok giocare così a lungo in una partita in cui tanti giocavano così a lungo ed ero convinto di poter fare bene. Ma sto parlando di giocare per 40-50 ore e poi a un certo punto due persone con cui sei stato a giocare fino a quel momento si alzano e arriva del sangue fresco, tutti belli docciati e pronti ad andare in palestra: quelle sono state le mie peggiori sessioni di sempre.”

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