L’arte del bluff nell’approccio al poker: le scelte corrette

Se per assurdo il poker si risolvesse con una regola che porta tutti a presentarsi allo showdown esclusivamente con la mano migliore, non ci sarebbero i più forti, non ci sarebbero i bluff e, alla lunga, non ci sarebbe un giocatore vincente. 

Non esisterebbe un giocatore vincente, o almeno una parte di giocatori che stanno vincendo in modo costante e concreto, poiché la fortuna, o se preferite la varianza, dà e toglie senza che la nostra volontà ne abbia il singolo ruolo e, visto che lo fa allo stesso modo con tutti, nessuno può avvantaggiarsi per un gioco di fortuna.

Il bluff mette d’accordo tutti

Esistono gli stili, certo, ci sono i giocatori che basano la loro strategia pokeristica sulle sensazioni e sull’istinto, c’è chi invece si mette nelle mani della matematica.

Oppure ancora capita di incrociare spesso le lame con i giocatori più aggressivi che aprono tutte le mani, ma se lo fanno, hanno la necessità di giocare spesso senza il punto.

Per l’enunciato di cui sopra, la fortuna mette tutti in condizione di giocarsela, se non nel torneo singolo, dove l’incidenza di ogni colpo ha una valenza piuttosto marcata, nel medio e lungo periodo, per cui è impossibile che essi non utilizzino una tecnica come il bluff, se vogliono rimanere a galla come giocatori di poker. 

Il poker, lo abbiamo scritto anche in altre occasioni, deriva da un termine persiano che già di per sé significa “inganno”. Se non ci fosse l’inganno, non esisterebbe il gioco del poker, poiché per vincere, occorre ingannare. Rappresentare ciò che non abbiamo in mano. Mettere in condizione i nostri avversari a credere che abbiamo tutt’altro, rispetto a ciò che, al contrario, è in nostro possesso.

Ci sono giocatori vincenti e ci sono giocatori che perdono la maggior parte delle volte, e spesso è il bluff – o la possibilità che uno possa bluffare – che fa tanto per separare queste due categorie. Il bluff è, in definitiva, una forma di inganno; l’inganno è una componente essenziale per vincere a poker. Dopotutto, se i tuoi avversari sapessero sempre cosa hai, sarebbero difficili da battere.

Il bluff e le loro tipologie

Se pensate che il bluff sia semplicemente provare a mettere pressione ai nostri rivali con una mano che, noi sappiamo, non ha un grande valore, siete fuori strada. 

L’inganno di cui abbiamo parlato fin qui si manifesta in centinaia di altre forme, sia alla luce di quelle che saranno le nostre size, sia dalla posizione al tavolo in cui apriamo o rilanciamo sull’apertura di un altro giocatore, senza contare tutte le dinamiche che si possono presentare al tavolo, come ad esempio le donkbet al flop.

Puntare o rilanciare sui giri di puntate poco costosi per ottenere una carta gratuita più avanti nella mano – quando il costo delle puntate raddoppia – è un’altra forma di bluff.

C’è anche il semibluff. Un semibluff è una puntata con una mano che non dovrebbe essere la migliore al momento, ma ha comunque la possibilità di superare le mani del tuo avversario.

Questo presenta due modi per vincere; forzare un fold con il bluff o, se “hittiamo“, vincere allo showdown.

L’approccio al bluff

Va da sé che il bluff non può essere sviluppato fin dall’inizio del nostro cammino: ci sono da imparare decine di altri concetti, prima di impadronirci della sacra arte del bluff.

L’approccio al bluff deve essere molto equilibrato e un giocatore di poker di successo adotta una strategia intermedia. Ciò significa che a volte verrai chiamato quando hai bluffato e perdi quella scommessa.

Altre volte rilascerai la mano migliore perché un avversario ti ha bluffato con successo.

Nessuno dei due è piacevole. Ricorda solo che commettere errori è inevitabile quando hai a che fare con informazioni incomplete.

Si può chiamare troppo spesso o non abbastanza. Si può bluffare troppo spesso o non bluffare affatto. Adattate il vostro stile di gioco al tavolo e imparate al più presto a farlo.