Friday, Nov. 22, 2024

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il 20 Mag 2024

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Come ha pensato Alec Torelli in tribettato fuori posizione al Main Event WSOP

Come ha pensato Alec Torelli in tribettato fuori posizione al Main Event WSOP

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Capire come pensano i professionisti di poker può essere di grande aiuto per migliorare nel gioco.

Oggi ‘entriamo nella testa’ di Alec Torelli per vedere il thinking process messo in atto dal professionista italo-statunitense in una mano giocata al Main Event WSOP dello scorso anno.

 

Il contesto

Il torneo è su blinds 600/1.200 con bb ante, con 200k chips Alec è il chipleader del tavolo.

“Sono stato abbastanza attivo ma contro questo avversario non ho ancora giocato mani – scrive il pro – E’ un pokerista ricreazionale, lavora come fotografo. Ecco cosa è successo”

 

Just call preflop

Preflop Alec è il secondo a parlare e rilancia 2.500 con AQo, alla sua immediata sinistra c’è un avversario con 60k di stack che tribetta a 8.300, Alec chiama.

“Qual è la migliore mossa? Il solver mixa tra raise, call e fold! Abbastanza matta come cosa no? Da segnalare che con AQs è sempre call perché gioca meglio postflop, visto che può proseguire più facilmente quando floppa un progetto di colore anche in backdoor. Chiamo. Il call abbassa la varianza e mi permette di realizzare la mia equity e l’edge che ho nel gioco postflop. Da sottolineare come in diverse fasi del Main Event ho sia foldato che 4-bettato con AQ, quindi la mia ‘strategia’ dipende solo da stack, posizioni, avversari, situazione e dalle mie read.”

 

Un check-call solver approved

Scende un flop AK9. Il piatto è di 19.600, Alec checka, oppo prosegue 3.300, call.

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“La mossa corretta è chiamare. Siamo dietro alle sue mani di valore più forti, come AK/KK/AA, e davanti ai suoi bluff. Traiamo beneficio dal pot control e dal tenere i bluff dentro la mano. Chiamando con una mano forte come questa, inoltre, proteggiamo il nostro range. Per il Solver qui è call il 90% delle volte”.

 

Action a sorpresa al turn

Al turn scende un 7 ed entrambi i giocatori vanno in check.

“Da parte mia il check è standard, il suo check back invece mi dice che raramente sono dietro. Ci potevamo aspettare che bettasse ancora le sue mani migliori per costruire un pot tale da giocarsi l’intero stack. Questo è particolarmente vero visto lo stack-to-pot-ratio.”

 

 

Un river semplice

Al river arriva T Alec checka, oppo betta 12.000, Alec chiama e incassa il pot!

“Al river sentivo che bettando avrei dimostrato forza, in pratica avrei comunicato di avere la mano che avevo. Come dico sempre ai giocatori che seguo: a poker vinci soldi facendo sembrare la tua mano l’opposto di quello che è. Un check fa sembrare la mia mano debole (come Kx o una coppia più bassa) e potenzialmente bluffabile. Sulla sua bet al river ho un call facile visto che batto anche alcune delle sue mani di valore come AJ. Non avrebbe senso turnare la mia mano in bluff, nonostante abbia un blocker, visto che ha tanto valore di showdown. Dei candidati migliori a un bluff qui sarebbe QT/QJ, che per il solver sono da raisare sempre. L’avversario gira 56s e questa semplice ma sempre elegante strategia, di far sembrare la tua mano l’opposto di quello che realmente è, mi fa vincere un bel pot.”

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