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il 24 Dic 2024

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Come finisce il film “Regalo di Natale” di Pupi Avati

Come finisce il film “Regalo di Natale” di Pupi Avati

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Le Feste Natalizie, non c’è bisogno di un articolo di chi vi scrive a farvelo tornare in mente, portano con loro tutta una serie di modalità di carattere allegro, che ci mettono in condizione di festeggiare questo periodo nei modi più disparati che si conoscano.

C’è chi ama la tradizione del cenone e del pranzo di Natale  dunque aspetta i parenti che arrivano da lontano per festeggiare in famiglia con i rigorosi pacchi e pacchetti da aprire, oppure ci sono quelli che amano uscire di casa per rinchiudersi in un altro locale e farsi servire con i piatti più buoni preparati dagli chef più o meno stellati, per poi scegliere se andare alle varie celebrazioni di mezzanotte, oppure passare la notte insieme agli amici più stretti.

Il Natale del pokerista

Questo tipo di festeggiamenti non prende in esame quello del pokerista medio che, anche se per tutti non vale la stessa regola, per indole pigra preferisce un festeggiamento molto meno pomposo e, spesso e volentieri, se ne rimane a casa, magari con i familiari più stretti, o con quelli della propria/o fidanzata/o, per trangugiare pietanze natalizie e poi mettersi di fronte alla TV e guardare qualcosa di non troppo impegnativo.

Il poker? No dai, la notte di Natale, no, almeno questa notte potremmo evitare di aprire il nostro client e dedicarci ad altro.

Però c’è un cavillo che potrebbe permetterci di scendere a un compromesso, quello che ci potrebbe portare a vederci un film legato al nostro gioco e quel film è, per noi italiani, “Regalo di Natale”.

Su queste pagine ne abbiamo parlato tante volte, addirittura 15 anni fa la prima volta, quando offrimmo una piccola recensione del film di Pupi Avati.

Di cosa parla Regalo di Natale

Se siete appassionati di poker e non avete ancora visto il film di cui all’oggetto, vi consigliamo di non proseguire nella lettura di questo articolo, soprattutto se vi viene l’orticaria quando c’è quell’amico che odiano tutti perché fa dello spoiler una sua ragione di vita e questo vuol dire che, visto che del finale di questo film vogliamo oggi parlarvi, la seconda parte di questo pezzo vi riserverete di leggerla dopo aver visto “Regalo di Natale”.

A grandi linee la maggior parte dei nostri lettori conoscono a menadito la storia del film di Pupi Avati, un vero e proprio must per chi ha il poker nel sangue.

Pupi Avati

Datato anno 1986 e vincitore di premi importanti, come la Coppa Volpi per la magistrale interpretazione di Carlo Delle Piane, il film ovviamente non tratta di Texas Hold’Em, ma del molto più tradizionale Poker a 5 carte o, per citare una specialità che piace molto al pubblico italiano, Poker all’italiana.

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In brevissimo la vicenda ruota tutta intorno ad un gruppo di amici che si conoscono da tanti anni e si incontrano per una partita piuttosto spinta nella notte di Natale, tutti tranne uno, il nuovo arrivato Dottor Santelia, Carlo Delle Piane, appunto, che dovrebbe fare la figura del pollo, ma che non lo è affatto, visto che si era preparato una serata coi fiocchi aiutato da alcuni degli amici non proprio degni di questo nome, che mettono in mezzo Franco nel peggiore dei modi, truccando la partita.

Pupi Avati e il significato dell’amicizia

Tra i cantori cinematografici dell’animo umano che lo hanno saputo fare meglio, Avati ha raccontato con dovizia di particolari ma senza tanti fronzoli in merito alle varie sfaccettature, il valore dell’amicizia, quello che dovrebbe essere salvaguardato dall’attenzione verso il prossimo, in questo caso conosciuto e frequentato per buona parte della propria esistenza, ma che invece viene buttata a mare per via delle ben più terrene esigenze che la vita ci porta a dover affrontare.

Parliamo ovviamente di denaro e di situazioni economiche non proprio rosee, visto che Franco, anche in questo caso egregiamente interpretato da Diego Abatantuono, proprietario di una sala cinematografica che comincia ad annaspare in una città importante come Milano, paga la posta per andare a scoprire una puntata esageratamente alta da parte dell’avvocato Santelia, che, sicuro di vincere, prova a dissuaderlo da quello che oggi verrebbe chiamato semplicemente “call”, mettendo invece massima pressione e curiosità a Franco, che, allo scadere del tempo pattuito, dichiara “vedo i suoi 250 milioni”. 

E’ una cifra che riduce completamente sul lastrico Franco, che fa male a non ascoltare la supplica di Lele, unico vero amico di Franco, che con il suo quasi iconico “Franco, vieni via!”, esce come il migliore del field, disperato per il risultato catastrofico del finale della mano.

Amicizia ingannata, dunque, ma anche la certezza che un uso smodato del proprio orgoglio, possa portare a cattive decisioni, visto che è proprio l’orgoglio a non voler cedere dopo la frase più subdola di questo pianeta:

L’unica cosa che le chiedo è che lei non saprà mai con quale punto l’ho sfidata a giocarsi 250 milioni, è l’unica condizione che le ho posto e mi sembra un dettaglio trascurabile“.

Buona visione!

 

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