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Le cinque note che Phil Galfond tiene sullo schermo per dare il meglio in game
Focus, focus, focus. In un gioco a somma zero e a edge risicati come il poker, ogni dettaglio sposta.
Le cose a cui prestare attenzione sono talmente tante che anche ai più forti professionisti può capitare che alcune sfuggano.
Per tenerle a mente mentre gioca, per esempio, Phil Galfond ha attaccato cinque post-it sul suo monitor.
“Come tanti nel 2024, ho usato soprattutto il mio telefono e diverse app per ricordarmi un po’ di cose. Ma chiunque visiti il mio ufficio troverà cinque memo attaccati al monitor, ognuno dei quali mi ricorda una lezione di poker cruciale. Valgono il loro peso in oro”.
Ecco dunque le brevi lezioni che Galfond tiene sempre a portata di occhio mentre sta giocando a poker online.
1 – Non entrare in modalità autopilot
Per iniziare, il professionista statunitense ricorda a sé stesso di non giocare con la modalità ‘pilota automatico’ inserita.
“E’ molto difficile giocare per sei ore di fila, restare concentrato e continuare ad applicarsi nella lettura delle mani. I nostri cervelli non sono costruiti per sostenere lo stesso livello di energia e concentrazione senza che la performance cali di qualità. E quando perdiamo il focus, entriamo in modalità autopilot. Ti puoi trovare in uno spot al river e dirti ‘beh, ho il blocker di picche su un board con tre picche, quindi si presume che debba chiamare’, e quindi chiami. Ma nel poker i soldi non si fanno in questa maniera. Avere un singolo blocker al river spesso sposta l’ago di un punto percentuale o due, in spot in cui anche i più grandi pokeristi possono deviare dalle loro frequenze del 15%. Entrare in modalità autopilot e prendere le decisioni al river in base a un ipotetico edge del 1%-2% è solo pigrizia”.
2 – Porta pazienza, non puoi vincere tutte le mani!
Galfond deve anche ricordare a sé stesso che nel poker, più che il singolo spot, conta il quadro d’insieme, ovvero la sessione nel suo complesso.
“Quando percepisci debolezza negli avversari la tentazione di attaccare è forte, e in effetti dovresti attaccare spesso! Ma se non lo fai con moderazioni ti ritroverai a essere tu quello che viene exploitato. Non solo ci sono delle situazioni di gioco in cui gli avversari overcallano (ovvero chiamano più del dovuto, ndr) e bluffnado non fai che bruciare soldi. Ma se vuoi sempre bluffare le mani che non puoi vincere a showdown, alla fine ti ritroverai con range troppo fuori dalle righe, rendendo profittevoli gli overcall avversari. Non pensare al modo in cui puoi vincere il singolo pot: concentrati sempre su come fare per vincere più soldi possibile. Ogni tanto questo significa lasciare il singolo pot agli avversari.
3 – Tieniti sul semplice
Galfond sottolinea poi l’importanza di mantenere i piedi per terra portando l’esempio di una sessione il cui protagonista ha il progetto di piazzare degli overcall al river su board con draw missati, siccome sa che gli avversari tendono a overbluffare.
“Ma poi con sorpresa vedi che l’avversario checka una mano che ti saresti aspettato bluffasse. Quindi devi iniziare a chiederti se il tuo plan è ancora buono, o se oppo ha notato quello che stai facendo e ha iniziato a contro-adjustarsi. Il problema è che queste read che si vengono a formare al tavolo sono spesso guidate dalla paura. Ma ci possono essere tante spiegazioni per una giocata insolita, su un campione ridotto di mani. E’ importante reagire nel modo appropriato, specialmente quando ti ritrovi emotivamente coinvolto nel calore della sfida”.
4. Non dare troppo valore alla protezione
Galfond concentra poi le sue attenzioni sulle bet per protezione portando una mano come esempio.
“Stavo facendo review con un amico quando capitò di analizzare questa mano giocata a un tavolo heads-up PLO 25$/50$. Ho aperto 150$ con Q853 da bottone, l’avversario mi ha tribettato 450$ e ho chiamato.
Su flop Q73 ho rilanciato a 2.700$ la cbet del mio avversario dimensionata a 600$ per restare con 1.900$ dietro, con l’intenzione di metterle tutte con la mia top e bottom pair. Il mio avversario ha foldato.
Ho detto: “Bene, sapevo che la mia mano era buona contro il range con cui lui le avrebbe messe tutte dentro, ma su tanti turn e river mi sarei potuto trovare in una situazione non comoda”.
“Se la tua mano non si trova comoda su tanti turn e river, non può essere una mano così forte – ha ribattuto il mio amico – questa mano non è abbastanza forte per meritare protezione”.
Le parole dell’amico accesero una lampadina in Galfond.
“E’ stato un grande reminder su quanto sia facile cadere in un processo di pensiero sbagliato nel nome della protezione. Oggi come oggi overvaluo la protezione meno di chiunque altro ma ho sempre bisogno di questa nota sul monitor per ricordarmi di non overvaluarla”.
5 – Disciplina, potenza
Per finire Galfond sottolinea l’importanza della disciplina, mentre fa un po’ più di fatica a estrinsecare il suo concetto di ‘potenza al tavolo verde’.
“Oltre alla concentrazione, i due elementi in base ai quali giudico le mie sessioni sono disciplina e potenza. Quando giochi in modalità autopilot, capita spesso di trovarsi in una situazione simile: di fronte a una grossa puntata al turn hai un discreto bluff-catcher più qualche out. In base alla tua storia contro l’avversario, pensi che probabilmente blufferà molto meno nella situazione in cui ti trovi. Ma fai comunque call, perché la teoria dice che è un call. Non può essere poi così brutto, giusto? Questo è un perfetto esempio di mancanza di disciplina. Se il mio avversario sta bluffando in modo tale che ho il 25% di equity contro il suo range, di fronte a una puntata delle dimensioni del piatto senza implied odds, è solo un fold. Un fold triste, certo, ma un fold. Di solito, quando ho una sessione indisciplinata non ho difficoltà a trovare il tasto call: le difficoltà sono nel trovare i fold!
Per te, potrebbe essere qualcosa di diverso. Il primo passo è prendere coscienza dei tuoi leak! “Potenza” non è così autoesplicativo come “disciplina”. Per me, in relazione al poker, incarna l’intensità e l’esecuzione implacabile. Quando gioco una sessione senza abbastanza potenza, potrei trovarmi in una situazione in cui so che il range di bet al turn del mio avversario è troppo debole e so che se faccio check-raise bluff al turn e jam river, lui passerà troppo. Ma non ho voglia di farlo e di sottopormi al rischio di un grande swing, quindi mi tiro indietro e gli lascio il piatto. Quando gioco contro avversari forti, il problema non sono i due big blind persi in EV. È che quando ho la mano di valore che dovrebbe fare check-raise al turn e bombardare il river, ci proverò sempre. Per un avversario astuto, non è difficile identificare un leak così grande e iniziare a exploitarmi con degli overfold. La potenza, tra l’altro, è una delle cose più difficili da mantenere in modo consistente. È così facile iniziare una sessione con potenza: faccio un sacco di cose prima della sessione per prepararmi e, di conseguenza, di solito mi sento piuttosto a mio agio. Ma piano piano che la sessione va avanti, per me è facile perdere quella potenza e ritrovarmi a non essere più dell’umore giusto per fare grandi mosse. A questo punto mi torna utile il post-it sullo schermo!”