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Quanto è importante il Quoziente Intellettivo nel Poker?
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IL Quoziente Intellettivo (QI) è un punteggio che si ottiene attraverso dei test standardizzati per calcolare l’intelligenza di una persona, ma quanto conta questo punteggio nel poker? Iniziamo col dire che il QI di un uomo medio si aggira intorno a 100; al di sopra siete molto intelligenti, al di sotto di 40 non siete proprio dei geni.
La correlazione tra intelligenza, così come viene misurata con il test del QI, ed il gioco del poker, però, non è così scontata. Il poker è un gioco nel quale convergono una serie infinita di fattori, soprattutto quando i giocatori siedono insieme al tavolo verde. Abilità, strategia, tecnica comportamentale, capacità di interazione sociale, autocontrollo, gestione delle emozioni….insomma un universo vasto, troppo vasto ,per essere riassunto in un numero.
Di fatto le teorie matematiche e di calcolo avanzato si applicano al poker, e citare tutti gli studi di questo settore sarebbe impossibile. Ad esempio La Teoria Dei Giochi è una scienza matematica che studia le decisioni individuali durante le interazioni sociali, in ambienti dove ogni decisione influisce sul comportamento dell’avversario. Molti giocatori professionisti hanno dichiarato di applicare queste teorie al proprio stile di gioco; Christopher “Jesus”Ferguson, laureato in Scienze informatiche, è uno di quei giocatori che hanno deciso di introdurre il calcolo matematico nella propria strategia di gioco.
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Rivolgendo l’attenzione al mondo dei poker pro, ci si accorge immediatamente che esiste un filo sottile che unisce gli studi in campo scientifico ed il successo al tavolo verde; citiamo solo alcuni esempi, ma ce ne sarebbero molti altri. Due lauree (Economia e Giurisprudenza) per Flavio Ferrari Zumbini, Laurea in Scienze di Internet per Marco “Jason1984a” Fantini, Laurea in Economia per Maurizio Guerra, Finanza con specializzazione in strumenti derivati per Niccolò “Luisgallo” Caramatti. Doppia laurea anche per Greg Rymer e Annie Duke e gli esempi potrebbero continuare.
Semplice, troppo semplice, a questo punto affermare che a poker vince sempre il più bravo a scuola ed invece non è così. Gli stessi giocatori professionisti ammettono di aver tratto molto dagli studi fatti, ma sostengono che il poker non possa essere ridotto ad una competizione semplicemente intellettiva. Ci sono persone molto intelligenti che non sono in grado di gestire la tensione del gioco, o non sono dei grandi osservatori, altre persone non riescono a prendere decisioni in fretta o ad affrontare la competizione; la relazione tra poker e QI, insomma, è destinata a rivelarsi fallimentare.
Il poker è un gioco nel quale l’intelligenza è semplicemente un fattore di rischio aggiuntivo per l’avversario ed un’arma in più per il giocatore, ma è soprattutto un gioco di personalità, nel senso più amplio del termine, e di conoscenza di sé stessi. Un QI alto non assicura affatto la vittoria al tavolo verde, ma se fossi in voi, prima di sedermi, un rapido calcolo lo farei lo stesso.