Friday, Nov. 22, 2024

Strategia

Scritto da:

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il 4 Set 2010

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Studio o esperienza?

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Infinite volte mi è capitato di partecipare a discussioni sul valore della logica matematica e dell’intuito nel poker. Difficilmente un torneista che trae il suo massimo profitto dai “tells” dall’ immagine e dal “timing” mi verrà a raccontare che un libro di teoria del poker è stato fondamentale per la sua crescita e difficilmente un professore universitario che insegna matematica e che gioca limit hold’em mi verrà a raccontare che i “tells” sono alla base del gioco.

Una volta Chris Ferguson disse che a parità di situazione al tavolo verde, esistono diverse possibili modi di agire che ti consentono di essere vincente, non una sola. Dipende dalla personalità di un giocatore e, sebbene esistano dei punti standard che definiscono il buon gioco, ci sono infinite strategie con cui colorare i fondamentali.

Mi colpì molto qualche anno fa un articolo in cui Jason Pohl sottolineava il fatto che: NON OCCORRE SAPER PERCHE’ SI VINCE AFFINCHE’ SI VINCA.

Sono totalmente daccordo con lui, mi capita spesso di prendere decisioni al tavolo in 5 secondi la cui spiegazione teorica richiederebbe un trattato di 200 pagine. Sento che è così…e basta…e guarda caso non sbaglio….che genio che sono….che intuito che ho…

Ma…
Ma…
Ma…

Quanti secondi ci avrei messo per prendere la mia decisione nella stessa situazione dopo aver studiato capito, analizzato, discusso quel trattato di 200 pagine? 3 secondi? 4 secondi?……

Allora ne sarebbe valsa la pena !

Lo studio del trattato di cui sopra e’ una condizione necessaria se il nostri avversari al tavolo nella situazione ribaltata ci mettono meno di 5 secondi. Il poker è fatto di mani opposte….per ogni mano esiste la sua opposta.
Non ha senso legare un full e vincere 1000 € contro un colore all’asso se nella situazione ribaltata fra un anno perdiamo 1001€.

Conosco molti buoni giocatori che dicono: quando studio un libro troppo tecnico sul poker gioco peggio!
Bhè questo capita spesso anche a me. Ma non succede solo nel poker: studio un libro di grammatica di lingua inglese e quando vado ad applicarla parlo inglese peggio di prima e con delle costruzioni spesso ridicole. Non solo. Arriva il mio amico che non ha mai aperto un libro e parla inglese meglio di me  soltanto perché ha avuto per 2 mesi una ragazza di New York.

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Ma chi parlerà meglio fra un anno?

Io. Soprattutto se dopo aver studiato un buon testo di esercizi di grammatica mi trovo per 2 mesi una ragazza di New York!

Ok sono daccordo, non c’e’ cosa peggiore di studiare un libro di Sklansky senza capirlo. Può essere devastante per il nostro gioco al tavolo. Meglio non conoscere la grammatica e saper parlare inglese che conoscerla e fare delle costruzioni ridicole, complicate che non rendono semplice e scorrevole l’ espressione di un nostro pensiero.

Oggi il mondo del poker è pieno di fish. A volte anche a limiti molto alti. Se si incontra un fish al tavolo, probabilmente i libri servono a poco o niente visto che la maggior parte di essi sono stati scritti ipotizzando avversari al tavolo istruiti e decenti. Meglio avere un fish al tavolo per un ora che studiare un libro per un’ora per vincere 2 lire di più domani.

Ma ricordiamoci che il poker non è statico, è situazionale e sopratutto ad andamento storico ed il buon giocatore nasce dalla perfetta fusione tra esperienza e competenza. Come in tutte le forme d’arte un talento non puo’ durare senza tecnica. E la tecnica si impara a tavolino analizzando le mani e studiando buoni libri.

Se vi accontentate di aver capito come si gioca in questa precisa poker room o in quel preciso sito a quel preciso limite in questi particolari mesi, allora va bene…ma non lamentatevi se quando volete salire di livello vi trovate come nudi in una gabbia di leoni affamati. La colpa e’ vostra. Vi manca la tecnica, lo studio, il confronto logico con i grandi giocatori e le discussioni con questi.

Non fermatevi. Vincete più di ieri, magari di poco, non solo perché oggi avete tirato fuori tutto il vostro talento, ma perchè vi siete chiesti dopo aver perso un progetto di scala improbabile se fosse stato conveniente cercarla, siete più forti di ieri, anche se di pochissimo, perché avete discusso una massima di Phil Hellmuth, perchè avete dormito sognando una bad beat, perché la passione e l’ interesse per ogni aspetto del poker cresce, e la fame di sapere si fa sentire. Sfamatevi!

Non e’ ora di smettere di perdere. E’ ora di non aver più paura di vincere veramente tanto. E’ ora di prendere tutto sul serio. Grammatica e tutto il resto, in un continuo loop iterativo tra scienza e arte.
Shakespeare avrebbe scritto “Cappuccetto Rosso” e Mozart avrebbe composto “Tanti auguri a te” se la loro vita e la loro crescita non fossero state una costante ricerca di perfezione tecnica per rendere vivi i loro intuiti e animare i loro talenti.

Paulfish, ItaliaPokerClub™

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