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il 24 Mag 2011

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Poker Sportivo VINTAGE Aprile 2009 – Strategia con Tommy Angelo

Poker Sportivo VINTAGE Aprile 2009 – Strategia con Tommy Angelo

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E’ l’aprile del 2009, in copertina della nostra amata rivista spicca il successo della bellissima (oggi ancora di più…) Sandra Naujoks all’EPT di Berlino (che in molti ricordano più per la rapina), nonchè in tempi davvero non sospetti, i primi vagiti del proibizionismo made in USA con la regolamentazione della UIGEA (Due Anni fa!!!!).

Ma l’articolo che forse mi ha più impressionato di questo numero “La reciprocità – La ragione del Prifitto nel Poker”, porta la prestigiosa firma di Tommy Angelo (qua in anteprima esclusiva italiana). Ve lo proponiamo diviso in due parti, se l’avete perso in edicola, ora non avete più scuse… :

La reciprocità – La ragione del Profitto nel Poker
di Tommy Angelo

“Prima che esista un flusso, deve esistere un dislivello. Tra differenti altezze, scorre l’acqua. Tra differenti pressioni, passa l’aria. Tra differenti giocatori, passano di mano i soldi.

Nel mondo della reciprocità, quello che importa non è quello che fate, e nemmeno cosa fanno i vostri avversari. L’insieme di entrambe le cose è l’unica cosa che davvero conta

. La reciprocità è qualsiasi differenza esista tra il vostro comportamento e quello dei vostri avversari ed è ciò che va ad influire sul risultato finale.

La reciprocità insegna che quando voi e i vostri avversari vi comportate nello stesso modo in una specifica situazione, i soldi restano fermi, mentre quando vi comportate in maniera diversa, i soldi passano di mano.

Ovunque, nell’universo del poker, è possibile scovare le miniere d’oro della reciprocità. Prendete un argomento, uno qualsiasi. Può essere un tema generico come “selezione del cibo” o uno specifico come “A-K sil big blind nel Limit Hold’em”. La ricerca del “filone aureo” della reciprocità va fatta individuando qualsiasi piccolo dettaglio che potreste cambiare nel vostro futuro, dettagli che possono creare o incrementare vantaggiose differenze tra voi e i vostri avversari, realizzando di conseguenza un passaggio di denaro teorico da loro a voi.

Il denaro teorico non si può spendere, è vero, ma può ispirare. Ricordo ancora la prima volta in cui lo incontrai, nella forma chiamata “Expected Value”. Ho imparato che ogni puntata può avere due risultati. C’è il risultato atteso, basato sull’analisi, e il risultato effettivo, basato sugli eventi. Da quel momento sono diventato letteralmente, e a ragione, ossessionato dal denaro teorico. Tutto quello che mi interessava sapere era il mio “punteggio” teorico, subito dopo la mano, così, a caldo. Ma non avevo nemmeno idea di come calcolare l’effettivo expected value di una puntata, figuriamoci di una mano intera.

Quasi senza rendermene conto, ho preso in prestito dalla mia precedente esperienza di giocatore da torneo di bridge – in cui il proprio risultato dipende esclusivamente dal risultato degli altri – un sistema per analizzare una mano di poker che soddisfacesse i miei bisogni.
Appena una mano è conclusa, mi metto nei panni del mio avversario. Gli do in mano le mie carte e lo metto nella mia posizione, quindi procedo con un’analisi reciproca della mano. Cerco di immaginare come sarebbe andata la mano in questo scenario inverso. Dopodichè, prendo il risultato immaginario della mia analisi e lo confronto con quanto è realmente accaduto. In questo modo, riesco a rendermi conto di chi davvero ha vinto la mano, in teoria.

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A volte non riesco a fare questo confronto con troppa accuratezza. Ma altre volte sì, specialmente se la mano aveva poche varianti possibili e se l’ho giocata contro avversari che conosco bene. Per esempio, ipotizziamo che un giorno io abbia in mano K-K e Joe abbia A-A. Giochiamo la mano e Joe vince da me 100$. Immediatamente, parto con l’analisi reciproca e mi metto in mano A-A lasciando a Joe K-K. Gioco mentalmente tutta la mano, valutandone gli sviluppi più probabili, quindi prendo il risultato più plausibile e ci metto un numero sopra.
Nel nostro esempio, diciamo che sono giunto a determinare che se avessi avuto io A-A, avrei vinto a Joe 80$. L’equazione è presto fatta. Nella realtà Joe ha vinto 100$. Nell’analisi reciproca inversa ho vinto io 80$. Quindi il mio risultato finale nella mano è -20$. Potete applicare questo metodo di analisi a uno specifico turno di puntata, a un gruppo di puntate o a una mano intera.

Ora, partendo da questi presupposti, diamo un’occhiata alle starting hand dell’Hold’em. Nella realtà, come tutti sappiamo, la mano meno proficua è 7-2, mentre la più potente è A-A. Nel mondo della reciprocità, la mano meno proficua è sempre 7-2, ma non perchè 7-2 sia, effettivamente, la mano peggiore. 7-2 è la mano meno proficua perchè è la mano che, più di ogni altra, tutto tendono a giocare nello stesso modo.

E qual’è allora la mano più forte, dal punto di vista della reciprocità? E’ sempre A-A? Assolutamente … No.

La mano che ha maggior potenziale reciproco deve per forza essere una mano che venga costantemente giocata in modi molto diversi. Deve trovarsi da qualche parte fra le mani che raramente vengono passate preflop e quelle che raramente vengono giocate. Quasi nessuno [tranne il nostro Paulfish!, ndr] folda gli assi prima del flop, quindi siamo sicuri che non possano essere la mano più proficua anche nel mondo della reciprocità. Sarebbe davvero bizzarro se la mano più proficua fosse esattamente la stessa per tutti, in qualsiasi tempo ed in qualsiasi luogo : la verità è che la risposta varia a seconda del giocatore. E questo significa anche che qualsiasi risposta diamo alla domanda, si tratta pur sempre di un’approssimazione teorica. E chi se ne importa? Mi butto io per primo.

La mano di Hold’em che credo abbia avuto per me il maggior profitto reciproco nel corso degli anni è Q-10. Questa è la mano che credo di aver giocato più spesso in modo più diverso rispetto ai miei avversari.

Fin qui, ci siamo limitati a rispondere alla domanda : “Cos’è la reciprocità?”. Nel resto dell’articolo, risponderò anche alla domande “Dove la possiamo trovare?” e “Come ne possiamo trarre profitto?”. Farò questo esaminando la reciprocità applicata a concetti come informazione, posizione, bankroll, abbandonare il tavolo, andare in tilt e puntare. La reciprocità d’informazione è la sezione più lunga e la completeremo in questo numero. Il mese prossimo continueremo con gli altri tipi di reciprocità.

Preparatevi piccone e setaccio. Si parte alla ricerca dell’oro! “

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