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il 11 Dic 2011

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VPIP e PFR nel Cash Game Online

VPIP e PFR nel Cash Game Online

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Dopo che è stata accertata la necessità di utilizzare un software di supporto, come Holdem Manager o Poker Tracker, al termine del precedente articolo, scendiamo nello specifico delle funzioni dei due programmi, soffermandoci inizialmente sul significato delle principali statistiche, per un analisi completa dei nostri avversari.

Le voci più comunemente diffuse sono VP$IP e PFR. Non una novità per chi usava questi software anche per i sit and go, in realtà i valori corrispondenti a queste due voci, per quanto riguarda il cash game, assumono significati differenti e necessitano di una spiegazione un poco tecnica.

Si è già detto che l’HUD, ovvero il riquadro che appare direttamente sul tavolo mostrando le statistiche dei nostri avversari, è molto importante per avere una prima lettura sul gioco degli avversari e i primi “tells” su chi ci troviamo di fronte, sono proprio VP$IP e PFR a darceli.

Il primo non è altro che l’acronimo di “Voluntary put money ($) into the pot”, mentre il secondo sta per “Preflop raise”. Dalla combinazione dei numeri percentuali forniti dalla raccolta e dallo studio di queste due statistiche, si può arrivare a tracciare il profilo dei nostri avversari, in relazione al loro approccio alla partita; importanti indicazioni circa l’aggressività o la passività del tavolo possono essere così raccolte e vediamo ora come vanno interpretati i dati.

Il VPIP è l’indicatore di quante volte vengono messi dei soldi nel piatto in maniera volontaria (limp, call) preflop, mentre dal PFR si stabilisce la percentuale di rilanci, sempre preflop, di ogni giocatore: da ciò desumiamo che più aumenta lo spread (la differenza) tra il primo e il secondo, maggiormente il nostro avversario sarà passivo, tendendo a rilanciare poche mani, ma ad effettuare molti calls.

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Per esempio se Oppo ha 35% di VPIP e 11% di PFR, da queste informazioni possiamo ricavare che il nostro avversario sia abbastanza debole, essendo poco aggressivo e tendendo a chiamare e limpare moltissimo, anche fuori posizione; viceversa, se Oppo ha VPIP 24% e PFR 21%, il suo stile è abbastanza solido, siccome entra in non pochi piatti, quindi aprendo un range di mani considerevole, ma mai senza aggredire, cercando quindi di imporre il suo ritmo alla partita. Vediamo un altro caso abbastanza non inusuale: Oppo ha 10% di VPIP, quindi si ci potrebbe aspettare che giochi unicamente con mani molto forti (top 10%, ovviamente), ma il suo Preflop Raise % si ferma a 2 punti; in questo caso, sebbene il 10% alla voce VPIP potrebbe farci supporre di trovarci davanti ad una roccia, solo una volta su cinque rilancia, preferendo di gran lunga un approccio passivo e, spesso, poco producente.

Come si è potuto dedurre dagli esempi, è fondamentale interpretare in coppia VPIP e PPR, siccome l’uno senza l’altro non può dare alcuna informazioni interessante per capire chi ci troviamo di fronte. La percentuale di VPIP, quindi, dipende molto dallo stile del giocatore e da questo possiamo intuire se è un player nitty (molto molto chiuso), tight, tight aggressive, loose aggressive o loose passive; per non sbagliare consideriamo i seguenti dati come guida, un poco elastica, per le nostre deduzioni:

Osservare con attenzione questi valori, sia in relazione agli altri players, sia per migliorare il nostro gioco, potrebbe essere il primo passo per sfruttare appieno i softwares di tracking e diventare vincenti nella propria disciplina.

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