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Puntare per indurre al bluff al Cash Game
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Nel cash game, ogni mano è una storia a sé. Ogni particolare giocata deve essere “cucita” su misura in relazione agli avversari in gioco e alle loro caratteristiche, con lo scopo ultimo di trarre il massimo profitto. A questo scopo, sono necessarie un’ottima hand analysis e una profonda conoscenza del livello di pensiero del tavolo. Vediamo un esempio pratico.
Ci troviamo al 5/5 cash game al Casino Perla, in una partita tendenzialmente loose. Al tavolo c’è solo un buon giocatore in posizione su di me, regular di casa con cui ho tantissima history, mentre gli altri variano il loro gioco da un tight-passive a un loose-passive e sono tendenzialmente giocatori deboli.
Il giocatore UTG decide di fare un live straddle a 10€. Uno dei regular limpa da UTG+1 e limpano altri 4 giocatori.
Io mi trovo sullo small blind con 8 8 e completo lo straddle; lo stesso fa il big blind.
Pot 70€, 7 giocatori in gioco.
Flop: A 8 6.
Da primo a parlare, decido di puntare 60€ valorizzando il mio set. Ricevo i call del regular e del giocatore più scarso del tavolo.
Turn: 3.
Gli stack in gioco sono: Io 1.200€; Reg 1.000€; Calling station 1.500€. Il piatto è 250€.
La mia principale preoccupazione è come estrarre valore dal range di mani con cui la calling station “flatta” al flop. Range enorme, che varia dalla top alla bottom pair e comprende qualsiasi tipo di draw. Per quanto riguarda il regular, invece, il suo call potrebbe significare top pair con kicker debole, dato il suo limp preflop, o progetto di bilaterale con 7-9 o 7-5. Inoltre, c’è la remota possibilità che il regular possa aver flattato sul flop con doppia coppia per estrarre dead money da eventuali draw dei calling station che devono ancora parlare.
Quest’ultima sarebbe comunque una giocata di deception abbastanza improbabile e rischiosa, ma, facendo parte del suo repertorio, non può essere totalmente esclusa. Il turn non dovrebbe aver cambiato la situazione. Decido di puntare 165€.
Con grandissimo stupore ricevo il call del regular e il fold del calling station.
River: 3.
Chiudo il mio full. Il piatto è: 580€.
Con che mano un buon giocatore loose-aggressive limpa Utg+1, flatta un bet pot fuori posizione su 7 giocatori al flop di cui un altro regular che conosce, e flatta 2/3 pot al turn?
Cerchiamo di esaminare la mano dal suo punto di vista: il fatto di “puntare in faccia” ad altri 6 giocatori è un sintomo di forza che il regular ha sicuramente recepito. Per cui dovrebbe avermi attribuito un range che varia da A-9 fino ad A-J, doppia e tris. Avendo una profonda conoscenza del suo livello di pensiero, considero che visto l’importo della mia puntata al turn su 2 giocatori, l’avversario dovrebbe aver escluso tutte le top pair dal mio range in quanto, essendo fuori posizione e spaventato dal call di 2 giocatori su un flop rainbow, avrei cercato di controllare il piatto con una puntata di diverso importo oppure con un check.
Per cui ai suoi occhi dovrei avere doppia coppia con A-8, A-6, 8-6 oppure un set.
Detto ciò il suo range di flat al turn diventa ristrettissimo, e a mio parere comprende A-8 e A-6 giocate per deception sul flop per estrarre eventuale valore dai giocatori in posizione e solamente in flat al turn perché spaventato della mia puntata. Oppure potrebbe avere un combo-draw formatosi al turn come 7 9 o 7 5. Nel primo caso probabilmente pagherebbe una mia value bet solamente con A-8 per battere un mio A-6 o per splittare. Ma nel caso avesse combo-draw, non prenderei più niente con nessuna value bet.
Cosa fare allora in questa situazione?
Si può pensare di fare check al river per indurre al bluff l’avversario, ma c’è sempre il rischio che il regular faccia check dietro di me e si arrenda. Inoltre, così facendo non si vincerebbero extra money da punti che pagherebbero per arrivare allo showdown.
L’alternativa più sofisticata è quella di optare per una microbet in relazione al pot al river. Diciamo: 115€ su 580, cioè 1/5 del piatto. Mi spiego meglio: se l’avversario interpretasse la mia puntata al river come una blocking bet/blocking bluff data da una scary card come il 3, potrebbe escludere il set dal mio range e attribuirmi solamente two pair. L’avversario si ritroverebbe quindi di fronte a un pot da 700€ con 9 carta alta e potrebbe pensare di sfruttare quel river a suo favore facendomi passare doppia coppia, avendo ottima fold equity e conscio di poter rappresentare tris sul flop. Nel caso invece abbia una mano con showdown value, riuscirei comunque a estrarre un minimo di valore.
Per cui decido di puntare esattamente 1/5 del pot. Dopo 30 secondi d’attesa, il regular manda il resto di 800€, io chiamo e lui, sconsolato, getta le carte nel muck.
Morale della favola: in certe situazioni è meglio puntare al river ingrossando il pot per indurre al bluff un giocatore skilled e in bankroll, piuttosto che fare check. In questo modo, lo si costringe a usare tutto il suo stack per bluffare. Attenzione: tutto ciò si può fare solamente se si ha una profonda conoscenza dell’avversario e delle sue potenzialità. Se vi trovate di fronte a un giocatore debole e con un range diverso al river, la value bet alla lunga è sempre la scelta migliore.
Erion Islamay
Articolo pubblicato sul n.42 di Poker Sportivo, la più amata rivista italiana sul Poker!