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Strategia

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il 12 Ago 2011

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Come vincere un grosso piatto a Poker?

Come vincere  un grosso piatto a Poker?

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Questa è una storia vera. Sono entrato al casinò alle sei di mattina, appena sveglio, con 2.400$. Un’ora di Limit 3-6$ e due caffè dopo ero arrivato a 2.420$. Stava partendo la classica partita mattutina di No Limit e decido di prendere posto al tavolo che tutti conoscevano come “The Breakfast Club”.

Di solito la partita ha un avvio lento, con i giocatori regolari che buttano chip nel piatto con l’automatismo di muratori che riempiono delle fondamenta. Ma non oggi. Non con Andre qui così presto. Andre è uno che mette pressione ai giocatori solidi, finché non li spezza. Continua a picconare finché qualcosa non si rompe. Non ha mai giocato in una partita tight.

Andre entra con 5.000$, inducendo altri giocatori ad adeguare il proprio stack, me compreso: metto tutti i 2.400 in tavola. Vinco un paio di piccoli piatti e vado su fino a 2.800$, quando Andre, primo a parlare, mette un buio vivo, per l’ennesima volta, portando a 80$ l’apertura (la partita è 20-40$).

Tre giocatori con grossi stack fanno limp. Io seguo il gruppo con K 7 dal cutoff. Il bottone chiama e i bui passano.
L’azione torna ad Andre, che rilancia fino a 300$ su un piatto di 500$ pot. Andre era solito costruire un grosso piatto multiway dopo lo straddle dalla early position e poi preparare una fila di chip da a 100$ per attaccare il flop. Molte volte l’avevo visto puntare in quel modo e vincere il piatto.

Tutti chiamano il rilancio a 300$ di Andre, me compreso. Sapete cosa significa r-a-z-i-o-n-a-l-i-z-z-a-r-e? Ve lo mostro.
Normalmente, in risposta a una puntata, le possibili opzioni sono il rilancio, il call o il fold. Ma non sempre. Per esempio, sono in vincita, ho uno stack profondo, ho timore di perdere quanto ho vinto, ma pesco A-K, trovo la top pair al flop e faccio una timida mossa al flop per portarmi a casa il piatto e un tizio mi spara un all-in del doppio del piatto… ecco, le mie scelte non si limitano più al call o al fold. Io devo fare call oppure lasciare il tavolo, perché se non faccio un call del genere, è evidente che ho finito di giocare.

Mi ero appena seduto al tavolo e già la mano del kappa-sette-di quadri stava diventando importante, ma non ero certo pronto ad abbandonare il tavolo, ancora, non con il vecchio Andre che rilanciava come un pazzo. Detto questo, secondo il mio delirante principio del “chiama o vattene”, avrei dovuto chiamare il rilancio di 300$. D’altra parte, erano suited.
Il piatto era 2.300$ prima del flop e mi rimanevano 2.400$. Flop: K-Q-5 rainbow. Andre punta istantaneamente 2.000$. I 3 giocatori seguenti passano ed è il mio turno.

Avete mai fatto caso a questi due differenti stati mentali? Cercate dei motivi per restare nel piatto, e cercate dei motivi per abbandonare il piatto. In quel particolare momento, io ero più che altro immerso nella prima fase, e di motivi ne avevo trovati.

Pensavo che giocare con delle odds di 2 a 1 con top pair contro Andre era un buono spot dove mettere tutto il mio stack a rischio. Voglio dire, per quanto ne so, Andre potrebbe avere qualsiasi mano, giusto? La verità è che ero ancora sotto l’inerzia del mio ragionamento “chiama o abbandona”. In più, il mio amico Rob mi aveva appena invitato a fermarmi da lui a Big Island. Quanto ci saremmo divertiti, se fossi solo riuscito a prendermi un bel piatto..

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Diverse ragioni per passare affioravano comunque attraverso la nebbia. Andre era davvero in grado di puntare 2.000$ in faccia ai big stack con una mano che io potevo battere? Io stavo mettendo a rischio il mio intero bankroll per quella giornata. Se fossi andato all-in e avessi perso, mi sarebbe rimasta una sola out: fuori dalla porta. E avevo appena ordinato una macedonia di frutta…

Mavaff. Carpe diem eccetera eccetera, ed ecco che sono all-in.

La cosa confortante dell’andare all-in nel No Limit è che conclude la parte raziocinante della mano. È come dire “OK, ora la mano è fuori dal mio controllo, quindi che ci posso fare? Non mi interessa più nulla della mano e non ho più paura di niente!”.

Il bottone passa e Andre chiama gli ulteriori 400$.

Io: “Top pair”.
Andre mostra 5-5, per il tris piccolo. Ooops.
Ecco che improvvisamente della mano mi interessava tutto. Ero quasi senza speranza e già assaporavo il frutto amaro della sconfitta. Re al turn. La mia mano era ancora coperta, ma tutti avevano colto che avevo pescato qualche out. Al river, redenzione, un glorioso 7. Andre, come sempre, non ha fatto una piega.

Due ore dopo, ero alla cassa con il mio stack raddoppiato, ancora integro. Due settimane dopo ero alle Hawaii.
Il saggio motto dell’impareggiabile Walt Z si era di nuovo provato corretto: “Il modo migliore per vincere un grosso piatto a No Limit Hold’em è di giocare contro il nuts e sculare”.

Tommy Angelo

Articolo apparso sul numero 43, Giugno 2010, della rivista Poker Sportivo

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