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Strategia

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il 4 Nov 2011

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Ray Zee ci spiega come affrontare gli “omini” e i super aggressivi!

Ray Zee ci spiega come affrontare gli “omini” e i super aggressivi!

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Ok, forse Ray Zee, uno degli scrittori di poker più noti negli USA, non ha usato proprio la parola “omini” o simili. Ma il suo articolo su 2+2 Magazine del mese scorso sembra proprio parlare delle tipologie di giocatori che frequentemente etichettiamo con note come “interdetto”, “donk”, “retard“, eccetera eccetera: i superaggressivi e, dal lato opposto, i passivi deboli. Se volete sapere come comportarvi la prossima volta che sull’HUD vedrete 60/50 o 12/2, leggete questa traduzione dell’articolo di Ray Zee!

Vi capita a volte di trovarvi in un tavolo Cash Game con un giocatore che rilancia moltissimi piatti, e punta sempre, in un tavolo che per il resto è pieno di giocatori deboli e passivi? A me succede spesso, ed è difficile giocare contro di lui, dato che la presenza di altri giocatori nel piatto può ostacolare il nostro gioco. Cosa possiamo fare, quindi, per massimizzare il profitto durante questa situazione?

Per prima cosa, dato che ogni giocatore ha un modo differente di condurre questo gioco forzatamente aggressivo, bisogna analizzare la situazione. La nostra posizione relativa rispetto a lui è la considerazione chiave: se lo abbiamo alla nostra destra, saremo in posizione su di lui, ma spesso quando aprirà dalle posizioni iniziali avremo un intero tavolo a parlare dopo di noi. In questo caso, la linea ottimale è giocare molto più tight e 3-bettarlo spesso, sperando di cacciare tutti gli altri giocatori e finire heads-up con lui in un piatto abbastanza sostanzioso.

Per le mani che volete giocare multi-way chiamiamo semplicemente: questo tipo di gioco fa estrarre molto valore dalle mani che giocano bene contro più avversari, come suited connectors e coppie basse. Otterremo un grande beneficio dalla presenza del giocatore aggressivo, in quanto la sua immagine farà impaurire gli altri giocatori, che faranno pochissimi squeeze con mani forti in queste situazioni, limitandosi a chiamare per paura di essere sopraffatti dalla sua aggressività: in questo modo potremo guadagnare anche dal gioco errato degli altri players al tavolo.

Se il giocatore aggressivo invece è alla nostra sinistra, potremo vedere cosa fanno gli altri giocatori dopo il suo raise, e avremo la possibilità di compiere delle ottime decisioni. Questo ci eviterà le classiche situazioni di “guerra di rilanci” preflop con mani che non vorremmo giocare, e che generano piatti enormi difficili da gestire. Se il giocatore aggressivo è un LAG preparato e molto bravo, cerchiamo di stare il più possibile lontano dai piatti nei quali gioca; quando entriamo in un piatto con lui, giochiamo in maniera molto aggressiva, con azioni veloci, per mettergli pressione e fargli capire di stare lontano dai “nostri” piatti. Ovviamente questo va fatto solo con mani effettivamente ottime, per non ritrovarsi impreparati ai suoi rilanci, e per evitare di doversi preoccupare se un terzo giocatore entra nella mano.

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Supponiamo invece che il superaggressivo non sia un giocatore così bravo: 3-bettarlo per isolarlo, anche con mani marginali, porta buoni risultati. Vogliamo giocare il maggior numero possibile di piatti heads-up contro di lui, specialmente se siamo in posizione. Giocando con uno stile simile al suo, aggredendolo a dismisura e foldando quando necessario, riusciremo prima o poi a portargli via un grosso piatto, magari un intero stack.

A questo punto dovremo calmarci, perché anche lui avrà ristretto i suoi range a mani più sensate: il nostro gioco diventerà quello di adattarci consapevolmente ai cambiamenti che lui fa inconsapevolmente al suo gioco! E’ difficile imparare a padroneggiare questa tecnica, che ci porta a giocare in modi diversi da quelli a cui siamo abituati, ma rende moltissimo profitto se usata bene.

Quando riusciremo a giocare qualche piatto senza il bullo superaggressivo, quello sarà il vero paradiso. I giocatori “weak-passive” che abbiamo intorno stanno praticamente regalando soldi al piatto con i loro progetti e punti marginali, e quando avranno un punto forte ce lo comunicheranno con una puntata spesso fuori misura. Mettiamoci nella loro testa, e giocando mani forti non aggrediamoli troppo per non farli scappare, scegliendo le size giuste per farli chiamare senza rilanciare: è mantenendo il controllo del gioco che otterremo il maggiore profitto. Contro questa tipologia di giocatori, non è molto importante la posizione: non faremo molti check-raise dato che faranno pochissime continuation bet. Sostanzialmente si tratta solo di valuebettare e venire chiamati, strategia che funziona sia in posizione, sia fuori posizione.

Ray Zee

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