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Strategia

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il 4 Set 2010

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Alla ricerca di indizi nel No Limit Texas Hold’em

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Un buon punto di partenza per capire l’avversario al tavolo, e cercare quindi di leggerne le giocate con profitto, è sicuramente quello di catalogarlo sulla base delle informazioni che abbiamo raccolto nel corso della seduta. La natura delle informazioni che possiamo attingere dalle giocate e dai comportamenti è molto varia. Sulla base dei dati raccolti si è spesso portati, e la teoria ce lo insegna, a classificare l’avversario attraverso la “schema tradizionale” loose/tight passive/aggressive.

A tal proposito consigliamo la lettura dell’interessante libro del Dott. Alan N. Schoonmaker “The Psycology of Poker”.

In maniera molto pittoresca Schoonmaker ci suggerisce di utilizzare un vero e proprio grafico bi-dimensionale per “collocare” l’avversario sulla base dei coefficienti loose-tight e passive-aggressive che noi stessi stabiliamo sulla base delle informazioni raccolte. Schoonmaker tratta in maniera molto chiara ed esaustiva le caratteristiche comuni a ciascun profilo pokeristico psicologico e per ciascuno di essi (loose-aggressive, loose-passive, tight-passive, tight-aggressive) ne indica le peculiarità, le tendenze, gli errori più comuni, i punti di forza e di debolezza e le armi a nostra disposizione per sfruttare la particolare natura del nostro avversario.

La classificazione loose/tight passive/aggressive è sicuramente un buon punto di partenza, diciamo pure “conditio sine qua non“, per un corretto approccio al tavolo.

Limitarsi però a questo modello di classificazione ci porta a trarre considerazioni troppo riduttive ai fini del gioco. Non vengono sfruttati, in buona sostanza, tutti gli elementi a disposizione. Spesso gli indizi utili, al fine di trarre profitto dalle situazioni di gioco, sono ancora più nascosti. La considerazioni tipiche quali “quello lì è un giocatore molto loose” oppure “attento a quel giocatore, è un tight-aggressive” ci offrono sicuramente un valido punto di partenza ma il resto è tutto da scoprire!

Nel cash game No-limit capita di osservare giocatori commettere errori di gioco ricorrenti, decisamente compromettenti, a prescindere dal loro profilo psicologico. Tratteremo alcuni di questi comportamenti ricorrenti portando alcuni esempi di situazione nel cash-game Texas Hold’em no-limit.
Nei nostri esempi gioco “on-line” e “live” verranno trattati allo stesso modo, anche se naturalmente le informazioni di natura “comportamentale” sul nostro avversario vengono a mancare nel gioco on-line.

Sovrastima della top-pair

Uno degli errori più comuni nel Texas Hold’em NL cash è la sovrastima del valore assoluto delle Top-pair.
Alcuni giocatori, dopo aver rilanciato preflop con A Q con un flop del tipo:

FLOP: Q J 9

credono di essere “obbligati” a giocarsi l’intero stack a prescindere dallo svolgimento della mano.
Un avversario con J J, con 9 9, con K T o anche Q J si troverebbe nella situazione di poter azzerare lo stack di un simile giocatore.

E’ utile sapere che nel Texas NL i punti che portano soldi al bankroll sono tutti quelli dalla doppia coppia in su (ottimi i set, un po’ meno i colori). Le top pair sono un’arma a doppio taglio, fanno vincere abbastanza (soprattutto contro avversari loose) ma rischiano anche di compromettere l’intero stack se si corre il rischio di sovrastimarne il valore.

Esistono molti giocatori classificati semplicisticamente come “tight” che sono però disposti a rovinarsi con una top pair dopo il flop. Questi giocatori giocano molto raramente ma capita che, dopo numerosi fold, vedendosi entrare una top-pair, siano disposti a tutto! Un simile avversario può essere affrontato con profitto proprio in questa chiave e la classificazione risulterebbe “stretta” in merito.

Schemi di puntata fissi e ricorrenti

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Un altro errore comune è quello di applicare sempre gli stessi schemi di puntata in determinate situazioni. Vi sono giocatori che, dopo aver rilanciato con A Q preflop, optano sistematicamente per il check se non legano al flop e proseguono con una continuation bet solamente se il flop gli da una top-pair. Ve ne sono altri che optano sistematicamente per una continuation bet a prescindere dal numero degli avversari e dalla natura del flop.

Uno schema di puntata cosi rigido può essere affrontato con profitto e ci fornisce informazioni preziosissime che la classificazione tradizionale non ci da. I giocatori del primo tipo risulteranno decisamente leggibili mentre i secondi saranno aggredibili con profitto in certe condizioni (considerando che mediamente 2 flop su 3 saranno per loro “brutti flop”).

Sovrastima delle implied odds

Altro errore tipico nel gioco NL (soprattutto on-line) è la sovrastima del valore dei progetti di colore in certe situazioni. Spesso vi sono giocatori che inseguono un draw senza le dovute pot- odds sovrastimando le implied odds.

Portiamo un esempio:

Giocatore con stack di circa 300$ con K T ed un board 9 A 5 6. Piatto di 80$.
Alcuni giocatori sono disposti a chiamare una puntata di 80$ (di un avversario con stack simile) in quanto, pur non avendo le giuste pot-odds al flop (1 a 4.1 di completare il colore contro 1 a 2 di pot-odds) confidano “ottimisticamente” nelle implied odds (cioè nella possibilità di vincere altri soldi, oltre al piatto stesso, nel caso di chiusura del punto) trascurando spesso 2 aspetti fondamentali:

  1. Se la vostra lettura dell’avversario è corretta le implied odds che il vostro avversario stima non troveranno giustificazione. In parole povere non è scritto da nessuna parte che dovrete perdere altri soldi nel caso scenda un al river anche se, ad esempio, avete in mano A K
  2. A volte la non chiusura del colore induce l’avversario ad un bluff poco profittevole (in quanto molto leggibile) al river.

Anche questa tendenza erronea può essere affrontata con profitto. Sarà molto frustratnte per un simile avversario chiamare grandi puntate in cerca di un colore per poi non essere quasi mai adeguatamente pagato in caso di chiusura del punto. Non ci soffermiamo nemmeno in quelle situazioni in cui gli avversari chiamano con un draw senza alcuna implied odds. Si pensi ad alla situazione di prima con l’avversario che chiama al turn con uno stack di soli 80$ (situazione incredibilmente frequente nel gioco on-line!).

“Underbet”

Alcuni giocatori tendono a puntare “poco”, in rapporto all’entità del piatto. Anche se il loro gioco può risultare corretto “pre-flop”, anche se si tratta di giocatori che proteggono sufficientemente il loro stack, spesso basta questa erronea tendenza a portarci un ulteriore vantaggio. Spesso si troveranno le giuste pot-odds per cercare la chiusura del punto.

Bluff rari

Alcuni giocatori bluffano molto raramente. Questa tendenza ci fornisce utilissime informazioni, e quindi un ulteriore vantaggio nel gioco. Potremmo dare maggior credito alle loro puntate evitando con più facilità situazioni compromettenti.

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