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il 9 Feb 2012

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Intervista a Irene Baroni – La serenità più importante del poker

Intervista a Irene Baroni – La serenità più importante del poker

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Intervistare, o meglio chiacchierare con Irene Baroni, è uno di quei piaceri personali che scavalca di gran lunga il dovere lavorativo di cronaca giornalistica. Girando nel circo del poker è indubbio avere personaggi che ispirano più di altri, caratteri e interessi che sentiamo più vicini o semplicemente per il piacere i poter parlare anche di altro oltre che di mani giocate e tecniche del tavolo verde.

Della storia passata di Irene sappiamo tanto, visto che insieme a Carla Solinas condivide oltre che la comune esperienza di team anche una lunga storia ai tavoli come due tra le più quotate giocatrici di poker nostrano. Ho voluto questa volta però, non approfondire tanto il lato giocatrice (che pur è al momento imprescindibile visti i tanti impegni di lavoro), ma farvi magari conoscere la persona che si cela dietro quelle che erano le trecce più famose del poker e i suoi classici occhiali colorati (non a caso ora anche quelli hanno subito un’evoluzione propria di chi sta crescendo verso nuovi orizzonti).

E’ vero, era senza la sua patch nell’ultimo WPT giocato a Venezia. Ma del suo futuro più prossimo sono sicuro ne parleremo presto visto che dalle sue parole si intravedono nuovi possibili sviluppi per quanto riguarda la parte lavorativa. E sinceramente non è la parte centrale delle nostre chiacchiere (mi perdoneranno quelli che cercano scoop esclusivi non fanno per me).  Il punto forse è che quando vedo brillare i suoi occhi non si parla quasi mai di poker, semmai si parla d’amore (che ha nome e cognome), di viaggi (possibilmente lontani e lunghi) e di quella che definirei in sostanza la sua ricerca della serenità.

“Guarda, onestamente sono abbastanza stanca del poker. Nonostante l’avvento del cash non ho giocato tantissimo in questi mesi, anche perchè proprio con l’avvio del cash game in Italia stavo vivendo un buon momento negli MTT live in cui vincevo parecchio e mi sono semplicemente dedicata più a quello. Ma anche quando sembrava che le cose potessero andare bene non sono mai riuscita a fare il gran colpo. All’EPT di Tallin ho fatto 25° dove ho perso su flop 882 con io che ho K8 e quello 33 e mi ha fatto colore runner runner (che se vincevo quel colpo andavo chipleader e almeno il final table era più che possibile), all’EPT di Sanremo anche lì ero chipleader 30 left e sono uscita di nuovo 25° (di nuovo AA contro KK, AK contro JJ e QQ tutti persi in monster pot) e tutto questo davvero ti demoralizza molto. E’ un gioco che mi rendo conto, quando perdo poi sono di cattivo umore. Influenza pesantemente la vita reale, rispondo male a mia madre per dire e se da una parte è impossibile fargli capire veramente i perchè dei miei malumori dall’altra mi dispiace ancora di più perchè vorrei parlagli di me e fargli davvero capire come mi sento e cosa faccio”.

“Certamente tutto questo, unito poi all’ultimo periodo dove realmente non mi regge un colpo, potrebbe avere influito sulla mia leggera insofferenza del mondo poker, ma è una cosa che mi è già capitata una volta quando dopo nove anni di attività ho deciso di abbandonare il bridge. Anche allora, dopo le Olimpiadi in Cina dove eravamo anche tra i favoriti, uscimmo ancora prima dei K.O. finali e decidemmo di “stiltare” partendo subito per il Giappone (come sapete poi Irene passo dal bridge al poker ndr). Con il poker sono passati solo due anni e mezzo da quando lo gioco in maniera assidua ma il periodo è simile”.

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“Le differenze sostanziali con quello che sto sentendo ora sono però tante. Dicevamo prima di quanto sia difficile per chi è fuori dal mondo del poker riuscire a capire questi momenti di “tilt” o le dinamiche che si celano dietro il lavoro di Poker Pro, ma per fortuna mia ora sono legata con una persona come Davide Costa che certamente, nonostante anche lui non stia attraversando un momento molto fortunato, aiuta a sbollire reciprocamente queste tensioni. E’ l’importanza di avere una persona a fianco che riesce a comprendere e capire il tuo stato d’animo, unita a progetti futuri che ci vedono sempre più coinvolti insieme, non a caso stiamo anche valutando di prendere casa insieme. Insomma almeno dal punto di vista affettivo mi sento molto bene in questo periodo, anche perchè come ho detto se fossi stata single probabilmente sarei già partita per un bel viaggio lungo e lontano dove calarmi in una cultura diversa e ritrovare equilibri e arricchimento personale”.

“In questo momento davvero sento il bisogno di crescere e coltivare gli interessi che mi fanno stare bene, quindi ho iniziato a studiare il cinese, stiamo cercando di costruire un buon rapporto insieme a Davide, cerchiamo di organizzare spesso viaggi intorno al mondo (cercando anche di spendere il meno possibile, anche perchè come ho detto non mi piace viaggiare per alberghi extra lusso ma amo calarmi nella cultura del posto in cui vado e vivere in prima persona il mondo che mi circonda, del resto che senso avrebbe andare a visitare l’India in una Spa a 5 stelle?) insomma sto cercando di curare me stessa. E il Poker? Beh, il poker è stato e sarà una parte importante della mia vita. Come detto ho ripreso a giocare anche gli MTT online, nonostante dopo l’avvento del cash il numero di player sia un po’ calato e qualche torneo ha abbassato il garantito (il vantaggio però è che molti che prendono soldi dai tornei vanno poi a ridistribuirli ai tavoli cash, ovvero la specialità che sento meglio mia come Main Game). A me poi piace più giocare live, sia nei tornei che mi hanno dato comunque alcune soddisfazioni sia nel cash da cui negli ultimi tempi arriva gran parte del mio profit, Davide Costa permettendo visto che swappiamo sempre il 50% e lui ai tavoli cash non è bravo come nei tornei (sorride mentre lo dice e ha di nuovo gli occhi illuminati, beato Davide ^-^)”.

“Se posso dirlo, spero comunque di riuscire a mettere da parte un po’ di bankroll nel prossimo futuro, perchè nonostante il poker avrà sicuramente vita lunga ancora, un giorno spero di potermi staccare da tutto questo e dedicarmi solo alle cose che mi piacciono e ai miei interessi personali. Voglio continuare a crescere come persona e arricchirmi soprattutto umanamente. Una delle cose che mi ‘preoccupa’ della nuova generazione di giovani che stanno entrando ora nel mondo del poker, è che ho la sensazione che siano dediti solo a quello senza avere un modo di migliorare la propria persona se non al tavolo verde. Anche le loro conoscenze sono solo in questo ambiente, per non parlare delle ragazze (e visto che non sono molte, inutile nascondersi dietro un dito su dove e come andranno a cercarle). Mi chiedo come faranno poi ad affrontare una relazione vera visto che non si sono costruiti esperienza in tal senso alle spalle e su come potranno migliorare umanamente pensando solo al poker. Forse sto esagerando ma penso davvero che sia un punto di discussione fondamentale per chi vuole entrare nel mondo del poker ora. E’ importante il profit, perchè il nostro è un lavoro a tutti gli effetti e da quello traiamo il nostro sostentamento economico. Ma è ancora più importante non lasciarsi dentro solo chips e statistiche ma coltivare sempre i nostri interessi e fare esperienze anche al di fuori, onde evitare di avere in futuro generazioni intere che sanno tenere in mano le carte. E poco altro”.

Ecco, forse avrei dovuto interromperla, forse avreste voluto sentire tante altre cose, forse non sono nemmeno riuscito a trascrivere tutto al meglio per rendervi bene l’idea che Irene voleva esprimere. Di sicuro non avrete avuto l’occasione di perdervi nel suo viso mentre raccontava come ho potuto fare io. Inutile che vi dica che condivido molte delle sue parole e che come lei, spero sempre che questo gioco sia solo uno dei tanti modi per far crescere un giovane in maniera migliore, da vivere solo se unito ai propri interessi alle proprie passioni ai propri amori. Alla propria vita.

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