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il 15 Apr 2012

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Amici, amici. Amici un cazzo (storia di un sittino quasi amichevole)

Amici, amici. Amici un cazzo (storia di un sittino quasi amichevole)

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E’ successo ancora, e poi ancora. Dopo aver passato cinque giorni a vedere tizio e caio che si tirano chips addosso è accaduto che persino io avevo voglia di sedermi a quei tavoli per tenere due carte in mano. Sono quei momenti intorno alle quattro di mattina, quando la gente normale sta già abbracciando il cuscino da un pezzo sognando donne (o uomini), viaggi fantastici o crisi devastanti.

E io invece ero di nuovo lì, con qualcuno che tira fuori la bella idea di una partita tra “Staff” e “Stampa” per divertirsi insieme. Una scusa come un’altra per ordinare qualche giro di birra da bere al tavolo, mentre si gioca un gioco che assomiglia solo vagamente al poker.

Non è un caso se spesso l’atmosfera goliardica lascia spazio ad eroi della notte che scambiano questo sittino tra amici nella finale delle WSOP. Così quando scoppi qualcuno ti senti dare dell’idiota per almeno mezz’ora perchè non dovevi chiamare, e quando vieni scoppiato ti senti dare dell’idiota per almeno mezz’ora perchè dovevi foldare. That’s poker. That’s Human being.

Quando poi si decide addirittura di “salvare” la bolla del quinto ad uscire, sorrido amaramente e guardo con libidine chi è già uscito e resta in piedi al bancone del bar per ordinare Lasko. Perchè quando c’è da vincere poco, o niente, state pur certi che il buon Fava arriva fino in fondo (o quasi). Era accaduto la volta prima, quando in palio c’era un ticket per un torneo online, dove ho sculato tutto lo sculabile per poi finire fuori da quel torneo trovandomi con le classiche pive nel sacco.

Ed ora che invece qualcosa in palio c’era, poco ma c’era, eccomi negli ultimi 6, a uno dalla “bolla” salvata.

Quando esce il 6° la tensione si allenta, tanto che da short faccio una chiamata obbligata che mi porta al raddoppio su un floorman imbufalito. “Non puoi chiamare…non puoi chiamare…”. Vorrei spiegargli che con 3 Bui davanti lo avrei chiamato anche con il due di coppe e il quattro di spade, ma non credo serva a molto.

Ancora una volta sento che è il mio torneo, del cazzo, ma è il mio torneo. La mano dopo uno manda da bottone con 66, ed io lo snappo girando 88 per il piatto che mi porterebbe in testa. Ma giusto per ricordarmi che non sono Hellmuth (o anche molto meno), ecco il 6 al river che mi lascia di nuovo con gli spicci.

“Ti sta bene, è la giustizia per il call di prima” sento mugugnare il floorman che avevo scoppiato prima, in un clima di vera e sana fratellanza. Quella di Caino e Abele però.

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Inutile dire che esco la mano dopo partendo ancora avanti, ma con il sorriso. Sorriso che regge fino all’arrivo alla cassa, dove quando chiedo il premio per il 5° classificato mi ridono in faccia come avessi chiesto a Monti di abbassare le tasse, o a Berlusconi di farmi chiavare una delle sue fanciulle. Visto che ci si era accordati ai tavoli, mi dico che magari appena consegneranno i premi ai rimasti, arriveranno anche da me per darmi il dovuto. Ingenuo, folle e ubriaco che sono.

Esce il quarto che mi saluta passando davanti alla sala stampa. “Ciao è stato un piacerissimo!!”. Bacci e Abracci. Ma niente dinero. Si vede che solo i primi due toglieranno qualcosa per il povero Fava rimasto senza soldi (e senza birra). Esce il terzo “Ciao è stato un piacerissimo!!”. Ebbè anche per me fino ad ora.

L’HU finale si conclude in due mosse (anche perchè i bui erano molto vicini allo stack del chipleader). Bojan consegna la busta con i soldi a tutti e due. Il secondo passa sempre vicino a me salutandomi con calore. Ma dei soldi nessuna traccia. Vabbè, è giusto, si vede che il mio contentino me lo darà solo il primo. Che si avvicina trionfante a me. E’ il simpaticissimo floorman. Credo che dovrò andare al Bankomat per comprare una nuova birra…

“Ciao è stato un piacere. Però quella tua chiamata faceva davvero schifo…”
“Guarda, onestamente non mi frega molto di spiegarti come mai stai dicendo una stronzata, ma di sicuro questa è l’ultima volta che giochiamo insieme se ti devi incazzare per un cazzo di sittino tra staff e stampa”

Ora, a parte che questo floorman assomiglia dannatamente ad un pugile cattivo di qualche film, ma quando uno ti risponde con un “Tu non mi hai mai visto incazzato. Se fossi incazzato lo sapresti”. Per me la discussione ha un che di finito, la comunicazione un che di irrisolto. L’intelligenza un che di vanescente.

Desisto a quel punto nel chiedere se per caso aveva qualche soldo per me, e mi cimento in uno dei sorrisi più falsi della mia vita, che per salvarsi la vita si fa questo ed altro, e mi avvio verso il bancomat per prelevare le ennesime 50 euro.

“Ciao è stato un piacerissimo!!” mi fa il bancomat. Sono certo che almeno lui è sincero.

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