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Diario di Viaggio Parte Zero – “Tu che lavoro fai?”
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“Tu che lavoro fai?”
Non so quante volte ho cercato di rispondere sensatamente a questa domanda. Quando sono i miei amici a pormela, diventa difficile raccontare e far capire loro quello che si cela dietro il mondo del poker, dietro le mille trasferte e le complicazioni che questo lavoro porta con sè. Ma almeno loro sono scusati visto che come detto non hanno la benchè minima idea di cosa succede durante un torneo di poker. Altrettanto però, ho idea che nemmeno i giocatori più scafati riescano a comprendere bene che diavolo di lavoro faccio mentre sono impegnati a controllare le loro carte.
Come al solito si ha un’idea distorta del lavoro altrui, del resto non è forse vero che sono in tanti a vedere il mestiere del poker pro come quello del giocatore che non fa altro che giocare a poker divertendosi nei momenti liberi spendendo un sacco di soldi? Figuratevi allora cosa si possa pensare di qualcuno che va avanti e indietro per una sala affollata con qualche sosta al bar ogni tanto fino a mattina inoltrata.
Quindi è impossibile per chi non lo vive in prima persona, raccontare per filo e per segno cosa si prova a svolgere il lavoro di giornalista del poker. E già a questa definizione qualcuno storcerà il naso. “Giornalista? E che università hai fatto? Sei iscritto all’albo?”. Per fortuna (dei pazienti) non sono un medico. E visto molti dei giornalisti usciti dalle varie università, che lavorano oggi (e male) su diversi quotidiani sportivi (ma anche no) non è che sia un titolo così essenziale per la qualità del proprio lavoro.
Diciamo che tendenzialmente sono uno scrittore più che un giornalista. Ed infatti non amo il poker per un elenco asciutto di mani ordinate, quanto per la componente umana che sempre ne è preminente.
Ecco allora che proprio per farvi capire come questo lavoro non sia solo divertimento e serate passate a ubriacarsi fino a mattina (che pure capitano per fortuna), ma una lunga serie di scelte, rinunce, fatiche, compromessi. Unite certamente alla necessaria passione, dedizione e spero anche competenza.
Per questo comincerò oggi una specie di “diario” che vi farà seguire con me questo prossimo mese di lavoro. Vedremo così insieme il “duro” lavoro del giornalista di poker (per piacere non chiamatemi solo blogger perchè c’è davvero tanto altro dietro), che ci porterà nel passato (con qualche aneddoto dello Shark Bay appena concluso a Nova Gorica), nel presente (con la Tilt Cup che comincerà Sabato) e nel futuro (un futuro assai prossimo visto che da Venezia si partirà direttamente per Sanremo, IPT, e poi di nuovo in slovenia per il ReMida challenge). Tanto per dire che non ci annoieremo nel prossimi 30 giorni.
“Wow che culo, sei sempre in giro a divertirti!” mi fa il mio caro amico d’infanzia
Che in questo periodo di crisi non ha tutti i torti. Peccato che sono appena rientrato da tre giorni a Nova Gorica dove ho dormito due ore per notte stando in piedi 18 ore dentro il Casinò a sentire mani assurde in saletta fumatori. Poi dicono che fumare non fa male. Gli faccio presente tutto ciò e lui mi ripaga mostrandomi le foto di me al bar, di me con due giocatrici, di me a fumare con una Lasko, di me circondato da Lasko seduto al mio PC.
“Ok hai ragione, ho proprio un gran culo”.
Mentre acconsento mestamente, mi ricordo di chiamare la mia fidanzata che non vedo da sei giorni e che non vedrò per i prossimi venti (e anche in questo caso mi ripete “Wow che culo, sei sempre in giro a divertirti!” ma pd ci devono essere problemi di comunicazione…). E d’un tratto comincio a capire come mai tutti i miei colleghi di lavoro sono single, in crisi di coppia, separati. Non appartenendo (per ora) a nessuna di queste categorie, forse ho davvero un gran culo.