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WSOP 2012 – Giorgio Fiorì: “Ho lasciato il lavoro per diventare un professionista”
Non solo mostri sacri e giocatori accaniti: alle World Series Of Poker c’è anche chi partecipa al suo primo torneo live sognando di scrivere un pezzo di storia. E, in un certo senso, ci riesce. Perché un ITM ai campionati del mondo non è cosa da poco, soprattutto all’esordio. E’ la storia di Giorgio Fiorì, che è volato a Las Vegas per giocare l’evento #2, riuscendo a piazzarsi in 122° posizione per una moneta da 6.000$.
Lo incontro nei corridoi del Rio Casinò quando passeggia con Massimiliano “Visdiabuli” Martinez e chiede una foto a Dario Alioto. La sua storia è particolare, quantomeno non da tutti, poiché Giorgio, un bel giorno, decide di cambiare vita per diventare un giocatore di poker: “Ho lavorato fin da quando avevo sedici anni, poi un anno fa ho lasciato il mio lavoro da agente immobiliare con l’ambizione di intraprendere una carriera da professionista, ma avevo capito che non era facile diventare vincenti al Texas Hold’Em, quindi ho dedicato il mio tempo allo studio cercando di imparare quanto più possibile dai libri, così ho letto Doyle Brunson, David Sklansky, Gus Hansen, ho studiato un anno con l’obiettivo di venire qua, e sono arrivato a premio”. E poi aggiunge “Sono felicissimo!“.
Giorgio si vede catapultato in un mondo che, fino a ieri, aveva conosciuto solo in televisione: “Mi guardavo intorno e vedevo gente come Jeff Lisandro, Ben Lamb, Phil Hellmuth, al mio tavolo c’era Allen Cunningham”, racconta visibilmente emozionato, “Avrei voluto incassare una cifra che mi avesse permesso di partecipare al Main Event, ma così non è stato, quindi venerdì torno in Italia comunque contentissimo di questa esperienza”.
Per lui è la prima volta negli USA, è venuto qui da solo con in testa il sogno di poter vincere un braccialetto, all’insaputa di tutti: “Nei blog qualcuno mi ha definito oriundo non sapendo che ero italiano, italianissimo, di San Donato Milanese”, spiega Giorgio, “Non conoscevo nessuno qui, in questi giorni ho avuto il piacere e l’onore di parlare con Marcello Marigliano, una persona davvero cordiale che mi ha tenuto compagnia in questi giorni di torneo nonostante io fossi un giocatore capitato a Las Vegas per caso, mentre lui ha una fama internazionale”.
Trovare il coraggio di lasciare il proprio lavoro col sogno di diventare un campione di poker non è certo da tutti, soprattutto quando si è disposti a passare un anno a studiare sui libri per raggiungere quest’obiettivo. Chissà che non sentiremo parlare ancora di Giorgio Fiorì nei prossimi anni.