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Il Poker per principianti – Articolo 2 – La mano più bella
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Ogni mano di poker è caratterizzata da molti elementi e la forza della mano è quindi data dal blend di tutte queste valutazioni. Per chiarirci – o complicarci! – subito le idee possiamo dire che in alcuni casi un 7 2 off suited è una mano da spingere al massimo( cosa che, sono sicuro, vi farà rabbrividire!) mentre, in altre situazioni, il mitico AA potrebbe essere foldato preflop! Ovviamente questi sono i due casi estremi (anche se credetemi non troppo) che però ci servono per introdurre il primo concetto base:
Le sole private cards NON caratterizzano la bontà o meglio la giocabilità della mano ma sono solo uno dei parametri da valutare.
Il secondo concetto generale che dobbiamo fare nostro è il seguente:
La stessa mano iniziale deve essere giocata in maniera differente (fold, call, raise e tutte le loro sfumature) in funzione dei restanti parametri.
In questa puntata e nella prossima li analizzeremo tutti in maniera sommaria cercando di evidenziare come ciascuno influenzi la giocabilità della mano. Alcuni di questi elementi sono concetti fondamentali del poker e su di essi si basano le tecniche di gioco più evolute: per tale motivo essi verranno ripresentati in successivi momenti e trattati con maggior dettaglio. Al momento è sufficiente comprendere come essi influenzino positivamente o negativamente la bontà della mano.
La posizione assoluta al tavolo:
La prima caratteristica che dovremo valutare è la nostra posizione assoluta al tavolo. Per posizione assoluta si intende la posizione che abbiamo rispetto al bottone del dealer. Consideriamo di essere seduti ad un tavolo full ring ( 9/10 giocatori): essere sui blind o nella posizione successiva (Under the Gun che tradotto vuole dire: sotto il fuoco ed io aggiungerei…nemico!) è sicuramente una situazione di gioco sfavorevole perché ci vedrà tra i primi ad agire nei giri di puntate post flop. Questo porta un notevole vantaggio ai contendenti posizionati, stante il giro di gioco orario, alla nostra sinistra perché parleranno (ahhh, caro vecchio poker all’italiana!) dopo di noi e quindi avranno il vantaggio di poter agire conseguentemente alle nostre azioni.
Da quanto sopra detto, si deduce che la posizione assoluta migliore per agire è quella che ci vede sul bottone del dealer: avremo difatti la possibilità di giocare dopo che tutti gli altri contendenti al tavolo hanno fatto la loro puntata.
Quindi riassumendo:
- quando saremo sul bottone del dealer, apriremo con un range di mani più ampio
- avvicinandoci alle posizioni dei blind, invece, stringeremo sempre più il nostro gioco giocando mani sempre più selezionate.
Per fare un esempio che scomoda le famose tabelle di apertura di un grandissimo del poker come Harrington: una coppia di 5, con nessuno ancora in gioco, dovrebbe essere foldata nelle prime due posizioni, limpata nelle middle position e raisata nelle late position.
La posizione relativa
Oltre alla posizione assoluta ha molta influenza sulla giocabilità della nostra mano la posizione relativa cioè quella che abbiamo rispetto ai giocatori più aperti ed aggressivi (giocatori che giocano un ampio range di mani in maniera aggressiva e sono quindi difficilmente leggibili ed interpretabili) e di quelli più passivi e conservativi (giocatori che giocano poche ottime mani in maniera solida).
La situazione di gioco più favorevole, stante il solito giro orario, è avere i giocatori più conservativi seduti alla nostra sinistra e quelli più aggressivi alla nostra destra.
Questo ci permetterà di agire sempre sapendo come hanno giocato i contendenti meno leggibili e più imprevedibili del tavolo. Immaginiamo, ad esempio, di essere in posizione relativa di sfavore, cioè con i giocatori tight seduti prima di noi ed i loose aggressive dopo.
In questa situazione, anche con una mano legittima, dovremo sempre essere molto attenti ad entrare in gioco perché il nostro call o il nostro bet potrebbero essere facilmente reraisati da uno dei giocatori aggressivi seduti dopo di noi, coinvolgendoci in una mano con un grande piatto (gonfiato appunto dal reraise dell’oppo loose) con carte buone ma non ottime e, cosa che complica notevolmente la mano, senza avere lettura sulle carte del nostro oppositore (un giocatore loose aggressive difatti potrebbe avere qualsiasi carte in mano). A meno che il flop non ci regali in assoluto il miglior punto, difficilmente sapremo come siamo posizionati rispetto al nostro avversario.
Immaginiamo invece che i giocatori ad agire dopo di noi siano tight: le nostre private cards legittime, in questo caso, sono più facilmente giocabili: è sufficiente un bel raise di tre volte il piatto (tribet) per far fuggire dalla mano i giocatori chiusi dopo di noi, permettendoci così di rubare i bui (nel caso nessun giocatore abbia agito prima di noi) o di ridurre il numero degli oppo ai soli giocatori che hanno aperto prima di noi ed abbiano deciso di seguire la nostra puntata.
Nel caso invece che il nostro tribet sia callato o reraisato da un giocatore tight seduto dopo di noi, allora bisognerà porre massima attenzione perché probabilmente il nostro oppo tight avrà in mano una monster hand o un punto molto forte: senza nessuna remora e rimpianto dovremo essere pronti a mollare la mano.
Risulta quindi evidente come la situazione più semplice da giocare sia quella che ci vede agire dopo l’azione dei giocatori aperti ed aggressivi e prima di quella dei giocatori passivi e conservativi.
Nella sfortunata ipotesi di essere seduti al tavolo in posizione relativa sfavorevole, il miglior modo di giocare è quello di entrare in pochi piatti con un range di carte estremamente selezionato puntando in maniera superiore al classico tribet (ricordiamoci che in questi casi è assolutamente vietato il call pena l’aggressione da parte del nostro … Rambo!).
La puntata deve essere più sostanziosa del normale per cercare, spesso senza risultato, di far foldare il nostro oppo e vincere il piatto uncontested, mentre le private cards che decidiamo di giocare devono essere le migliori possibili perché dobbiamo, in caso di reraise dell’oppositore, essere pronti a mettere nel piatto fino all’ultima delle nostre fiches.
Tavolate e tavolini da pic-nic…
Se il tavolo a cui siamo seduti è un full ring table il nostro atteggiamento dovrà essere molto prudente e le mani che andremo a giocare saranno solo le migliori. Nel caso invece il nostro tavolo sia uno short table allora dovremo cercare di essere coinvolti in un maggior numero di mani allargando il range delle mani giocate.
Questo è dovuto principalmente a due ragioni:
- minore è il numero di oppositori al tavolo maggiori sono le probabilità che il nostro punto risulti essere il vincente.
- minore è il numero di giocatori al tavolo maggiore è la frequenza di essere posizionato sui blind ( una mano ogni 6 invece che una ogni 9/10 del full ring table). In tavoli short la tattica troppo attendista alla lunga risulta quindi il modo più sicuro e codardo per morire soffocati e mangiati dai blind.
Per fare un esempio chiarificatore, in un full ring table fuori posizione un A10 dovrebbe essere foldato senza troppi ripensamenti mentre la stessa mano in un short table da qualunque posizione può essere giocata con buone possibilità di vittoria.
Adattarsi al numero di commensali
Ricordiamoci inoltre che se siamo seduti al tavolo finale di un torneo oppure stiamo partecipando ad un sit and go, con il progredire del gioco i giocatori al tavolo saranno sempre meno e quindi dovremo conseguentemente aprire il nostro gioco. Questo semplice concetto di adattabilità del nostro gioco al numero di contendenti al tavolo può risultare, specialmente all’inizio, ostico: basterà però solamente un po’ di allenamento ed attenzione per farlo diventare immediato e spontaneo.
Amici, oltre a quelli visti oggi, esistono ancora altri parametri che influenzano la giocabilità della nostra mano e nel prossimo numero finiremo di conoscerli tutti. Spero che quanto raccontato oggi possa venirvi utile per iniziare ad affrontare le vostre …battaglie pokeristiche sapendo se le munizioni che avete in mano saranno adeguate o, al momento della contesa, spareranno tristemente a salve!
Il vostro Mister Pulce vi saluta e vi da appuntamento al prossimo numero. E mi raccomando: giocate con intelligenza e con educazione, sempre!
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Alla prossima.