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WSOP 2012 – Daniel Negreanu alla caccia del quinto braccialetto… con la maglia dell’Italia!
Sono rimasti in nove a contendersi il braccialetto dell’evento #5, il Pot Limit Hold’Em da 1.500$ iniziato l’altro ieri qui al Rio Casinò di Las Vegas in occasione delle World Series Of Poker 2012.
Daniel Negreanu è in corsa per conquistarlo, e se ci dovesse riuscire, sarebbe il suo quinto titolo mondiale. Il pro di PokerStars si notava ai tavoli per la sua felpa di un blu che a noi è molto famigliare: è della nazionale di calcio italiana, con le quattro stelline dei quattro mondiali conquistati. “Un portafortuna”, dice, “Me l’ha portata un amico e sembra stia funzionando”.
Si parla di Pot Limit Hold’Em, quel “Pot Limit” che suona strano per noi italiani a cui piace tanto andare all-in. Qualcuno potrebbe pensare che, in fondo, i due tipi di gioco non siano tanto diversi. Invece esistono delle differenze fondamentali, quella più importante secondo Daniel è che ”Nei tornei di PLHE non ci sono ante, quindi gli short stack da 10BB valgono e durano molto di più rispetto agli stessi stack in un torneo No Limit, a causa del loro rapporto alla dimensione del piatto”. Un consiglio utile per non cadere in un errore comune: “Molta gente entra in panico nel Pot Limit Hold’Em quando ha uno stack del genere, e non dovrebbe, perché quelle chip valgono e durano molto di più di quanto non credano”.
Che sia No Limit o Pot Limit Hold’Em, un braccialetto è sempre un braccialetto, e domani Daniel farà di tutto per accaparrarselo, anche se sarebbe il quinto della serie. Ma perché è così importante? Vincere un EPT non sarebbe la stessa cosa? Sembra di no, almeno per Daniel: “Le WSOP sono la storia del poker, hanno anni di reputazione alle spalle e per questo sono diventate la competizione più prestigiosa al mondo, non a caso vediamo i migliori giocatori partecipare ogni anno a questi eventi, ed è per questo motivo che il braccialetto è il trofeo più importante che io possa vincere”
Sperando di vedere presto un azzurro al tavolo finale, non ci resta che augurare un grande in bocca al lupo a Daniel che, oltre a portare un po’ di Italia alle WSOP, al mio “Thank you very much” alla fine dell’intervista risponde con un “Grazie” pronunciato perfettamente in italiano.