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La rake: acquisire consapevolezza
Pagata dalla collettività degli utenti per migliaia e migliaia di euro ogni giorno, la rake va a costituire il margine (lordo) di guadagno delle poker rooms che grazie a questo sistema introdotto dallo Stato Italiano, agiscono da sostituti di imposta nei confronti dei giocatori, facendo così in modo tale che gli effettivi guadagni dal poker online “.it”, nella forma dei prelievi di fondi richiesti dai clienti, siano già tassati alla fonte.
La rake è paragonabile all’IRPEF e come la famosa imposta, grava su tutti i poker players indiscriminatamente. Sia che voi siate professionisti navigati e vincenti del settore, sia che giochiate solo saltuariamente per pura passione o per passare una serata, la rake non mancherà di far sentire il proprio peso sul bilancio di ogni vostra sessione; almeno in questo, è molto democratica.
La rake (o tasse, o fee), nei casi di sit and go o mtt, non è altro che quella parte del nostro buy in che non è destinata a ingrandire il prizepool e si eclissa con discrezione nel momento della registrazione; solitamente stimata tra l’8 e il 10% nella maggior parte delle rooms, va a costituire la fonte di introito per le poker room, dalla quale viene dedotta la quota spettante allo Stato italiano (3%).
Per il cash game il discorso riguardante la rake e la sua raccolta è leggermente diverso sotto plurimi aspetti. Vediamoli insieme. Iniziando da un’analisi generale, il metodo di prelievo delle tasse di gioco nella modalità cash si ripartisce in tre differenti modi operandi:
1. Dealt in: questo sistema di applicazione della rake, utilizzato fino al 2010 dalla maggior parte delle rooms internazionali, è molto lineare e si basa sulla suddivisione della fee maturata nel corso di ogni mano, tra tutti i giocatori al tavolo, sia che siano stati attivamente coinvolti, sia che abbiano foldato preflop senza neanche essere sui buii. Ad oggi, nessuna poker room.it ha scelto questo sistema che invece è ancora vigente su Pokerstars.com. Anche Full Tilt Poker, oggi alle cronache per ben altre vicende, cambiò l’applicazione del metodo di distribuzione della rake da dealt in a contribuited verso la fine dell’anno passato.
2. Contributed: la struttura della rake comunemente definita “contributed”, è l’esatto opposto di quella vista in precedenza. Con questo sistema infatti, la rake maturata nel corso di ogni singola mano viene attribuita solo ed esclusivamente ai giocatori che vi abbiano preso parte in maniera attiva, anche pagando i blinds, lasciando estranei alla suddivisione gli altri partecipanti al tavolo.
3. Winner takes all (WTA): annunciato da Pokerstars come possibile metodo di raccolta del futuro per la room della picca rossa, molto contrastato da diversi grinders, amato da altri, quello comunemente definito WTA è un sistema in seguito al quale la rake viene pagata solo ed esclusivamente dal vincitore della mano. Le obiezioni dei detrattori sono chiare: se un giocatore è in bad run, ma sta cercando di produrre comunque punti per il VIP System, si troverà a non progredire nello status, oltre che a non vincere ai tavoli; d’altro canto, chi è favore adduce come motivazione il fatto che in verità a pagare effettivamente la rake è sempre il vincitore stesso della mano, quindi questa distribuzione sarebbe più trasparente.
La maggior parte delle room ha scelto il Contributed System per la spartizione della rake generata in ogni singola mano cash, con l’esclusione di quelle conclusesi senza che sia stato visto il flop. I principali operatori che sono stati oggetto della nostra indagine, infatti, hanno scelto di suddividere i tavoli non solo per stakes, ma anche per numero di partecipanti, al fine di poter calibrare con miglior intelligenza la rake a cui sottoporre i giocatori.
In particolar modo, è risultato molto interessante assistere alla costituzione di un CAP che solo raramente e per livelli di gioco particolari, sfonda la soglia dei 3€ (3.50€ al NL400+ di iPoker.it) nei tavoli da 3 a 10 persone, mentre, addirittura, per gli heads up, sono molti i networks ad aver eletto un tetto massimo di 1€ di rake per ogni piatto. In quest’ultima disciplina citata, infatti, uno dei grandi problemi è quello per il quale giocando ai microstakes, la rake incide in maniera del tutto rilevante sul profitto globale, arrivando a richiedere ai giocatori di tenere un win rate veramente molto positivo, per risultare vincenti nelle proprie partite; proprio per questo, un CAP basso agevola i nuovi giocatori e incentiva a provare i tavoli da due persone, anche se non elimina del tutto le componenti sfavorevoli dettate da una rake, ad ogni modo, spesso eccessiva.
Abbiamo chiesto un parere su quale sia la strada migliore per approcciarsi al dazio della rake, sia nel gioco cash in generale, sia con particolare riferimento all’Heads Up, a Gianpaolo Eramo, uno dei top player italiani nella disciplina del cash game, noto anche per aver partecipato a più edizioni dello show televisivo High Stakes Italy, organizzato da GDPoker riunendo i più forti giocatori italiani in una partita sotto ai riflettori con blinds 25/50€, il quale ci ha dato preziosi consigli:
Ai livelli micro non è profittevole giocare HU perché l’incidenza della rake è troppo alta in relazione al profitto.
Credo sia meglio giocare tavoli da sei giocatori, cercando di incrementare il proprio bankroll e uscire dalla giungla dei microlimiti. Direi che con la rake buona che abbiamo sui siti italiani, è possibile giocare HU tranquillamente dal NL200+, ovviamente con il supporto di un buono status vip. Inoltre chi vuole approcciare l’HU cash deve stare attento al tilt più che alle tasse! Quello sì che rischia di incidere pesantemente sui risultati.
Sotto un profilo globale per i giocatori già arrivati a stakes elevati, è ovvio che più si sale di livello meno la rake pesa ai giocatori di cash game; in realtà avere modo di ricevere bonus dal sito è fondamentale per i mass-grinder, quelli che riescono a produrre anche 10-15 mila euro al mese di rake (e anche di più). Personalmente credo che nel cash game si debba inseguire sempre il profitto; la figura del “rakeback pro” che abbiamo conosciuto con i sit’n’go, il cui obiettivo è non perdere mentre si produce rakeback, non è l’unica scelta possibile per i giocatori di cash game; se giochi NL1000 il tuo obiettivo deve essere battere i tuoi avversari, non produrre rake cercando di non farti troppo male.”
Anche dalle parole di Eramo, quindi, traspare la necessità di approcciare il gioco cash senza puntare eccessivamente al volume a discapito della qualità, ma uno status vip elevato non può che incidere in maniera perfino determinante su determinate scelte di approccio al gioco online.
Articolo apparso sulla rivista Poker Sportivo – abbonati subito e risparmia con la nostra offerta speciale!