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il 8 Ago 2012

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Nicolò “Joker_89” Allisiardi – Considerazioni di un giovane Grinder

Nicolò “Joker_89” Allisiardi – Considerazioni di un giovane Grinder

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Durante l’ultimo IPT di Sanremo ho avuto occasione di conoscere di persona Nicolò Allisiardi. Non lo avevo ancora visto ad un circuito live, semplicemente mi aveva attirato per come stava dominando il tavolo durante la prima giornata di gara, entrando in moltissimi piatti in maniera aggressiva e senza paura. Era il momento di prendere informazioni su questo ragazzo, che scopro essere già un SNE su Stars con il nick di “Joker_89”.

E’ la prima pausa del Day1a quando gli chiedo se ha cinque minuti per fargli qualche domanda. Ironia della sorte per impegni di entrambi, gli rifarò quella domanda fino all’ultimo giorno, quando ormai è seduto al Final Table. Ci troviamo proprio un quarto d’ora prima dell’inizio, ma a quel punto non mi rimane che dirgli : “Senti, visto che ha portato bene fino ad ora, tanto vale che aspettiamo la fine per questa intervista”.  Annuisce e sorride Nicolò, la scaramanzia è un male comune, tanto che mi racconta addirittura di aver lavato nella notte la polo che portava ieri e gli aveva portato fortuna.

Quindi ci troviamo nemmeno troppo tempo dopo, con il suo 4° posto che lo rende certamente contento.

Ho letto qualche tua nota biografica Nicolò, anche tu sei uno di quei ragazzi che si sono fatti le ossa online scalando dai livelli più bassi fino ai massimi livelli del poker. Ci racconti un po’ come è iniziata questa tua avventura nel poker?

“Guarda, io ho iniziato come tanti altri ragazzi, giocando a poker con gli amici. Avevo un amico che era fissato con sto nuovo giochino con le cinque carte a terra e due in mano. Poi visto che mi piaceva ho provato a giocare su PS.com caricando i primi 50, 100 dollari con una gestione assolutamente oculata del bankroll giocando appunto… i 50 e i 100 dollari, andando broke due o tre volte ovviamente. Come molti pokeristi io giocavo allora a “Magic” ed ho pensato che il poker potesse anche diventare un attività più remunerativa, quindi mi sono messo sotto a studiare e frequentare i vari forum cominciando a giocare SNG dai livelli più bassi anche quelli da 1€ e a fine anno vidi che ero riuscito a fare un discreto profitto per quel limiti visto che arrivai a circa 1000 euro. Visto che stava andando bene ho deciso anche di farmi coachare per poter migliorare meglio e più in fretta (da Simone Di Marino ndr). Credo anche di aver commesso un grave errore in quelle fasi, quello di cambiare mille specialità senza riuscire a dedicarmi  bene ad una specifica. Credo di essere discreto nel complessivo ma di avere anche leak evidenti in alcune specialità”.

“Da un anno e mezzo a questa parte ne ho fatto un lavoro a tempo pieno, l’anno scorso ho fatto SNE facendo sei mesi di SNG e poi costretto a passare al cash per limiti di traffico. Sul cash non che fossi completamente impreparato, ma certo ho dovuto rimettermi a studiare insieme anche a Giada Fang ed altri. Oltre a ricevere coaching, lo sto anche facendo ad altri sia come privato sia su “vincopoker.com”, che è una scuola molto valida anche se è nata da poco da alcuni amici (come Andrea Stirparo, quindi gente decisamente forte)”.

I ragazzi della mia generazione, come te ora, avevano giochi che li appassionavano. C’era Magic anche allora. Nessuno però permetteva la possibilità di vincere in termini economici come il poker. Da qui la scelta di molti ragazzi di lasciare anche gli studi per dedicarsi al gioco. Come è andata per te e come valuti questa scelta?

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“Io ti posso dire quella che è la mia esperienza. Io non avevo una passione sfrenata per qualche cosa di particolare da coltivare o da portare avanti facendo tutta la trafila anche di studi che quella cosa richiedeva. Quindi ho preferito prendere la strada di studiare il poker che comunque mi appassionava, mi piaceva e su cui vedevo una immediata possibilità di guadagno, piuttosto che iscrivermi all’università che comunque ho frequentato ma mal volentieri, con poca voglia e quindi di conseguenza scarsi risultati. Quindi sono passato a questo, anche se personalmente ora non consiglierei a nessuno di fare del poker il proprio lavoro. Questo è stato per me un anno estremamente stressante, tanto che ho deciso di prendermi una pausa da qui fino a fine anno. Il poker non è facile come la gente pensa che sia, è molto più stressante di molte tipologie di lavoro e anche se siamo tutti d’accordo possa portare guadagni notevoli rischia di alienarti troppo. Io mi sono trovato ritrovato nella situazione di non riuscire a bilanciare bene quello che era il poker e quella che era la vita diciamo di tutti i giorni. Tanto è vero che ho avuto diversi problemi sia di relazioni sociali, sia con la mia ormai ex fidanzata, proprio a causa di quello che facevo. Per quanto non credo sia stata l’unica causa sia ben chiaro, però diventa un problema di presenza, visto che passi la maggior parte del tempo a fare solo quello e quando in più “swingavi” in negativo non riuscivo nemmeno a lasciarlo fuori dalla mia vita extra poker, quindi finiva che me lo portavo dietro facendolo magari pesare su diverse cose”.

Nicolò Allisiardi (Foto di Manuel Kovsca)

Ma quindi qual’è la prospettiva futura per i grinder oggi? Investire i guadagni e poi mollare?

“La prospettiva di investire è quella certamente di tutti i giocatori, o almeno la maggior parte di quelli che lo fanno per lavoro. A me sta venendo qualche dubbio in questo ultimo periodo, perchè non ho più la passione che avevo prima, ne ho meno voglia e soprattutto non mi diverte più. Per cui è diventato davvero un lavoro a tutti gli effetti, un lavoro decisamente stressante anche se con buone probabilità di guadagno. Al momento il mio primo scopo è quello di bilanciare meglio le cose, quindi riappropriarmi di tutto quello che riguarda la mia vita sociale fuori dal poker. Dopo di che probabilmente una volta ritrovata una certa serenità, vorrei riprendere a giocare a poker ma con un altro spirito e giocando a livelli più bassi di quelli che sto giocando ora in modo tale da non patire troppo e non subire lo stress odierno”.

Prima esperienza o quasi dei circuiti live di alto livello, ma come vede il mondo live un grinder dell’online?

“Live non l’ho mai particolarmente considerato, in quanto non lo ritengo molto profittevole da “grindare”. Poi pensa che a me era stato detto, vai tranquillo che il field dell’IPT è soft. Fu così invece che mi trovo al Day1 in un tavolo da incubo con altri top grinder e altri fortissimi del live. Per il resto in tutti i tavoli che ho avuto c’era davvero un sacco di gente forte e preparata. Poi per carità ci sono ancora anche i giocatori occasionali, una buona fetta magari, però anche loro non sono più i giocatori occasionali “di una volta”, che non sapevano nemmeno tenere le carte in mano. Poi alla fine basta vedere il tavolo finale, con i primi quattro in cui c’era uno dei più forti giocatori italiani Andrea Dato, uno dei più forti player MTT online Raffaele Bertolucci, un Meoni che è abituato ai live e ti intorta con le parole per tutto il tempo e io che insomma dai me la cavo. Infatti abbiamo visto che fine han fatto gli altri quattro. Di solito vedevo tavoli finali che duravano tempi infiniti, qua dopo un livello eravamo già dimezzati. Anche questa è una dimostrazione che il livello è cambiato e il gioco certamente più aggressivo”.

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