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Armando Graziano: l’Araba Fenice che risorge dal cash
Per conoscere Armando Graziano servirono diversi incontri ai tornei live. Lui è una persona abbastanza schiva da riuscire a passare un’intera giornata al tavolo senza mai far sentire la propria voce al di sopra del frastuono delle chip. Io sono di poche parole: dura che attacchi bottone. Poi l’incontro diventò inevitabile. Lui vinceva, i risultati parlavano per lui e io dovetti trovare un modo per capire chi fosse e cos’avesse da raccontare quel ragazzo.
Allora Armando era nel bel mezzo di un exploit ottenuto grazie alla vittoria del PGP a Venezia e quando entrai nel mondo del poker AssoCapitoli spaccava gli MTT online. Poi la crisi, forse inevitabile giocando tornei multitavolo online, una disciplina che ti costringe a vivere davanti al monitor e che alla lunga prosciuga tutte le forze. Ma nemmeno questo l’ha fermato. Armando è ripartito, è risorto grazie al cash. Ha accettato di ricominciare da zero accompagnato dal suo coach Riccardo D’Errico lungo questo nuovo cammino. Dante e Virgilio. La meta è sempre il Paradiso, questa volta del poker.
Dopo i fasti, la crisi. Sei ripartito dai micro limiti, non l’avrebbero fatto tutti: quanto è importante l’umiltà in questo gioco?
«Credo che la mia miglior caratteristica di giocatore sia proprio l’umiltà. Quando vinsi a Venezia non sapevo veramente quel stavo facendo; mi stavo divertendo e nel divertirmi mi sono ritrovato questi 50 mila euro in tasca che, per certi versi, mi hanno obbligato a prendere una decisione seria: gioco a poker o lo tengo come hobby continuando la carriera universitaria?
Ho finito l’università, ma contemporaneamente capii che avevo effettivamente attinenze con questo gioco, soprattutto a livello psicologico. Pensavo che se avessi affinato un po’ la tecnica sarei riuscito a emergere. A dirti la verità negli MTT, sia live sia online, io credo di aver fatto abbastanza bene: ho vinto garantendomi un tenore di vita importante ed effettivamente c’è stato un momento della mia carriera in cui ho perso un po’ di umiltà. Non per caso è stato proprio lì che mi sono trovato in difficoltà.
Poi è successo che per esigenze di vita privata ho deciso di compiere il passaggio al cash game. Volevo pianificare un progetto di vita diverso che prevedesse il consolidamento del rapporto con Pamela — la mia attuale compagna — e magari dei figli. All’inizio è stato traumatico perché mi sono portato dietro tutti i leak che normalmente i grinder MTT hanno ai tavoli cash. Per fortuna sulla mia strada ho incontrato Riccardo D’Errico la persona che ha cambiato la mia carriera dandomi una nuova prospettiva dalla quale guardare al professionismo.»
Quanto è difficile ricostruire da zero il proprio stile di gioco?
«Bella domanda. Parti da qui: il giocatore in sé per sé è un egocentrico. Riccardo anche qui ha avuto un ruolo fondamentale facendomi capire che finché non avessi messo da parte il mio ego non avrei raggiunto risultati importanti. Per farti un esempio, grindavo il NL200 di PokerStars.it perché dovevo dimostrare di riuscire a stare su quel livello, oggi quello stake lo grindo solamente facendo accurata table selection.
Ricominciare daccapo può essere brutto, però io sono una persona che ha bisogno di continui stimoli e quindi l’idea di partire dal NL50, fare cento stack e passare oltre comporta un sacco di motivazioni in più. Il resto è umiltà, una qualità che, almeno secondo me, o ce l’hai o non ce l’hai.»
Spesso si dice che si grinda per lavoro ma il giochino non piace fino in fondo o per lo meno arriva a non divertire più. Oggi Armando Graziano si diverte ancora?
«Fino a sei mesi fa ti avrei risposto che entrare in una sessione MTT per me sono otto ore, ogni scelta è funzionale a ottenere un guadagno e quindi: che palle. Da quando gioco cash game si è rinnovata la passione. Contro un regular del livello gioco un milione di mani all’anno, cosa non replicabile negli MTT. Questo aspetto è forse quello che rende più interessante il cash, perché ti offre l’opportunità di calibrare il gioco sulla base del tuo avversario raggiungendo livelli di pensiero molto profondi. Tiene viva la mente e con essa l’entusiasmo.»