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I dieci minuti più incredibili di Manlio Iemina
Nel 2008 il video del ciclista che, a pochi metri dal traguardo, alzò le mani al cielo in segno di vittoria e cadde rovinosamente a terra facendosi superare dal secondo fece il giro del mondo. Ma la sua non è un’avventura solitaria. Arrivare a un passo dal conseguimento di un grande risultato e inciampare più o meno platealmente fa parte del gioco, di tutti i giochi. Anche del poker, e Manlio Iemina più di qualunque altro potrà confermarlo.
Proprio ieri Manlio ha vissuto i suoi dieci minuti più incredibili. Un rush di carte difficile da ottenere, accompagnato da una bad run altrettanto improbabile. Prima splitta contro Limongi un monster pot con Kappa Kappa contro Kappa Kappa, la mano successiva perde un flippone con donna donna. Trova un micro raddoppio da due bui e mezzo con una mano marginale durante il colpo seguente per poi finire tra gli out subito dopo con una coppia d’assi settata al flop contro kappa donna e scala al river. Il tutto quando si era nove left.
Ne ho sentiti e letti tanti whinare un mese per molto meno…
È terribile ‘sta cosa, davvero. Fa rabbia. Dico, almeno fammi uscire quando ho due bui e mezzo, non farmi raddoppiare… quando ho alzato gli assi ho creduto di potermi rimettere in partita.
Tipo un malato terminale che pensa di essere migliorato il giorno prima di…
Eh, sì, comunque vabbé, ora mi ci vorrà una settimana di stop per stiltare.
Funziona su di te?
Sì, solitamente funziona, e poi comunque è l’unica cosa che posso fare, in ogni caso non giocherei il mio a-game.
È peggio questa o la bolla Final Table che facesti all’EPT?
Molto peggio questa, per come è arrivata. Non dico vincere il flip… ma se almeno avessero tenuto gli assi domani sarei tornato con tipo dodici o tredici bui e me la sarei giocata. Insomma, non è un tavolo così difficile, penso che avrei potuto prendermi i miei vantaggi.
E ora come passerai la notte, riesci a dormirci su?
Lo spero, ma comunque tranquillo che un paio di tranquillanti mi serviranno.
Cerco di distrarlo. Parliamo d’altro.
Stai attraversando un periodo comunque magico. IPT vinto a Campione, Final Table a nove, qui a Nova, al WPT National, a Gli Assi di PokerClub. Ora è facile convincersi che sei un buon giocatore. Ma quando i risultati non arrivano come fai a continuare a credere in te stesso e in quello che fai?
Live sicuramente è più difficile dell’online. Sul computer hai Hold’em Manager, che comunque io uso poco. Però trovi tutte le statistiche utili a capirci qualcosa. Nel live puoi confrontarti con gli altri giocatori, ma non è la stessa cosa. La valutazione che puoi fare di te stesso è sempre un po’ soggettiva, dipende anche dall’umore. Però devo dirti che in fondo io so quando sto giocando al meglio delle mie possibilità e quando, invece, faccio degli errori. Lo sento durante la gara e ancor più me ne rendo conto il giorno dopo. Perché poi ti ritrovi a mente fredda a ripensare alle giocate che hai fatto. E se il giorno precedente ti sembravano tutte giuste, quando non sei più al tavolo sei più onesto con te stesso.
Questo è solamente un estratto. Potrete trovare l’intervista completa sul prossimo numero di Poker Sportivo, in edicola a dicembre!