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Giacomo Fundarò si racconta: dal Cash Game a Macao al titolo WPT Mazagan
Giacomo Fundarò è uno degli esponenti di punta del poker italiano ma, come tutti gli specialisti di Cash Game (su tutti, Marcello Marigliano) preferisce tenere un “basso profilo”, non mettendosi in luce sotto le telecamere internazionali.
Almeno fino a quando non arriva il successo anche in un torneo importante: il momento di Fundarò è arrivato in Marocco in occasione del WPT Mazagan, nel quale è riuscito a mettere in riga tutti gli avversari e conquistare il terzo titolo World Poker Tour italiano, dopo i due successi veneziani di Alessio Isaia ed Edoardo Alescio.
Sebbene “a distanza” da Praga, dove si trova in questi giorni, siamo riusciti a intervistare il rounder siciliano. Ecco cosa ci racconta Giacomo Fundarò!
Ciao Giacomo, inizierò con la domanda che rivolgo a tutti i “freschi vincitori”: sei felice?
Ovviamente sono strafelice di aver centrato questo importante risultato! Ci tenevo tantissimo a vincere questo titolo prestigiosissimo: ho giocato esclusivamente per arrivar primo, nel senso che se fossi arrivato 2° o 6° non sarebbe cambiato granché. Se il mio obiettivo numero uno era la vittoria di un EPT…subito dopo nell’ordine veniva appunto il WPT!
E’ stata tra l’altro una trasferta in Marocco last minute, visto che l’orario d’arrivo del volo di ritorno da Macao a Milano coincideva perfettamente a distanza di un paio d’ore con l’altro volo diretto a Casablanca, dove sarei arrivato perfettamente la sera prima del day1B.
Raccontaci del torneo e del tavolo finale in particolare!
Riguardo ai miei avversari del tavolo finale, il favorito per tutti era Davidi Kitai, che partiva anche da chipleader. Ritengo di essere riuscito a prendere le giuste misure su di lui, cercando di limitarlo quando era in modalità blind-steal… non a caso la mia ascesa verso la conquista del titolo è iniziata proprio dall’eliminazione di Kitai che comunque aveva già più che dimezzato il suo stack di partenza.
Riguardo gli altri player, l’altro nome grosso era Bruno Fitoussi, che penso abbia compromesso il tuo FT con giocate forzate abbastanza discutibili. Gli altri 3 player, il gallese e i 2 francesi, mi è sembrato abbiano avuto un approccio al gioco abbastanza standard.
All’HU con Brunet sono arrivato stanchissimo, mi sono accorto che il suo range di raise o di push pre-flop (anche con 10bb o meno) era abbastanza ristretto ed ho optato per vedere molti flop, cercando di rosicare il suo stack pian piano. La strategia ha funzionato, il testa a testa è stato molto equilibrato e alla fine il mio A3 ha retto contro il suo Q9 e mi porto a casa il titolo.
Dicevi di essere appena tornato da Macao: cosa ci racconti dell’action Cash High Stakes della nuova capitale del poker asiatico?
Ancora oggi, nonostante abbia centrato questo importante traguardo, penso che il mio Main Game resti il Cash Game, in quanto lo ritengo più profittevole sul lungo periodo. Sono stato a Macao quasi un mese, l’unico posto dove si giocano gli High Stakes è il Wynn Macau, in una pokeroom quasi esclusivamente di tavoli Hold’em NL che vanno dal 100/200 HKD al 1000/2000 HKD.
Questi sono i tavoli che aprono giornalmente, attivi quasi 24 ore su 24, poi nel weekend o su richiesta dei players si vedono aprire anche tavoli 2000/5000 HKD o 5000/10000 HKD (il più alto che ho visto aprire). Ma ai non fumatori la sconsiglio assolutamente, lì è consentito fumare ovunque, a volte i tavoli diventano delle bolgie di fumo. Si trova gente che ne riesce a fumare un pacco da 20 in 3 orbite di gioco, io stesso in alcune partite sono stato c ostretto a indossare la maschera!
Il tavolo dove io ho giocato di più eèil 300/600 HKD ed è andata abbastanza bene, ho anche avuto il piacere di giocare per un paio d’ore al tavolo con Sam Trickett, che ha poi ha lasciato il tavolo spostandosi al livello superiore. E’ una partita che non consiglierei a nessuno di giocare, il field è altissimo, composto per l’80% da professionisti: in pratica una partita con blind molto elevati, ma con un’action molto più ridotta rispetto ai tavoli che siamo abituati a vedere in Italia o in Europa, come è normale che sia con l’alzarsi del livello di gioco.
Quali sono i tuoi programmi per il 2013?
Avendo ottenuto buoni risultati, sia nel Cash Game (live) che negli MTT(online), quello che mi mancava era appunto una vittoria importante in un grosso evento live, anche perchè la scorsa annata avevo investito poco sui tornei, dedicandomi quasi esclusivamente al cash game. Ma quest’anno ho deciso di ripartire proprio da Vegas, con il Main Event delle WSOP, per poi spostarmi in Francia a giocare il main event del Partouche Poker Tour e del WPT Gran Prix de Paris, dove in entrambi ho ottenuto due buoni piazzamenti, al 19° e 25° posto.
Ma adesso come dice José Mourinho, risolto il problema “Zero Tituli”, voglio confermarmi ad alti livelli! I prossimi eventi che sicuramente giocherò saranno l’EPT di Praga e il PCA alle Bahamas, poi valuterò, e se ce la farò fisicamente non sarebbe da escludere un’eventuale trasferta extra a Melbourne, in occasione dell’Aussie Millions. Mi piacerebbe andare in Australia visto che non ci sono mai stato.
Al contrario tenderò a giocare sempre meno in Italia, anche perchè IPT a parte, non ci sono altri circuiti che garantiscono
payout interessanti. Ritengo cmq la vittoria di una picca italiana molto meno prestigiosa rispetto ad un titolo europeo o internazionale. Tra l’altro il numero di iscrizioni ai live in Italia andrà via via sempre riducendosi, ritrovandosi a giocar spesso contro gli stessi player, ed una volta che si viene eliminati dal torneo nei casino italiani non si creano più i tavoli cash game di una volta, ritrovandosi a giocare massimo il 5/10.