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il 17 Gen 2013

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Poker al sud: Sardegna – Alfa88 e Filippo Candio

Poker al sud: Sardegna – Alfa88 e Filippo Candio

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Continuiamo, come preannunciato nel primo articolo, a chiedere un consiglio ai vari professionisti (e semi-pro) sull’argomento “Poker al sud“.

Il discorso è sempre lo stesso: “ci troviamo in un periodo non bellissimo, per quanto riguarda l’economia italiana. In questo scenario, dove anche una laurea spesso non garantisce troppe certezze, molte persone cercano di fare il grande salto cercando di vincere una grossa cifra monetaria alle schedine o approcciandosi in modo totalmente sbagliato al poker, come se fosse un gioco d’azzardo.

E’ molto ricorrente che, queste stesse persone, si illudano di fanta-guadagni in modo rapido e senza sforzi. Tutto questo è, ovviamente, il male assoluto“.

Abbiamo già indagato sulla situazione che si vive in Campania e quella in Puglia.

Quest’oggi abbiamo chiesto il parere a due top grinder della Sardegna: il November Niner Filippo “DriveOn” Candio ed il fortissimo  Gianmichele “Alfa88” Cocco

(D): Da dove vieni e da quanto tempo giochi a poker con impegno e costanza?

(A): Ciao a tutti, sono di Cagliari e gioco a poker con impegno da circa 2 anni.

(F):  Anche io sono di Cagliari ma gioco a poker con impegno da circa 8 anni.

(D): Pensi che ci siano molte persone che cercano di guadagnare molti soldi col poker per uscire da questo periodo di crisi (più intenso nelle province povere)?

(A): Talvolta il poker viene paragonato a giochi quali gratta e vinci o lotterie, nei quali ovviamente la componente skill è pari a zero e, di conseguenza, viene approcciato in maniera totalmente errata.

Vincere un MTT o chiudere una sessione di Cash Game con un largo positivo è possibile quasi a chiunque, e questa facilità di guadagni talvolta inganna. Ergo, in momenti di crisi, di difficoltà economiche non è raro che possa essere visto come soluzione , anche a breve termine. Niente di più errato, essendo questo un gioco nel quale nel breve periodo è possibile che anche il n°1 al mondo perda.

Tra l’altro statisticamente , da un sondaggio effettuato, è emerso che tra tutti i giocatori di poker online in Italia solo una percentuale tra 5-10% fosse vincente (con profit cioè >0). Specialmente tra i ragazzi più giovani, magari senza un’entrata fissa, ci si contagia questo sogno, proiettandosi insieme un roseo futuro tutto in discesa privo di fatica e sacrifici.

(F): No, sostanzialmente penso che dipenda dalle categorie di persone. Penso che i giovani si avvicinino al grinding per altri motivi; uno di questi è l’allungamento degli anni universitari (in Italia ci si laurea intorno ai 28 anni mediamente).

Essendo questo un periodo molto lungo, si ha più tempo a disposizione. In generale ho notato che, se un ragazzo inizia a lavorare (anche con un lavoro non eccezionale), smette completamente di giocare. Può essere che tutto ciò sia attribuibile ad una questione di malfunzionamento delle università.

(D): Quanti di essi, in percentuale, pensi che lo facciano seriamente e quanti, invece, vivono aggrappati a delle speranze?

(A): Qualunque sia la tipologia di gioco (MTT, SnG, Cash) alla base di tutto ci sono mindset, propensione allo studio e gestione del Bankroll. In pochi approcciano questo “lavoro” come tale e in troppi sorvolano (anche inconsciamente o reputando di essere già modestamente preparati) su questi aspetti basilari senza l’intenzione di farli propri e dunque con altissime possibilità d’insuccesso.

Ho involontariamente risposto prima citando delle statistiche certe saltate fuori tempo fa sulla % di vincenti nel poker, non sarei in grado di dare percentuali affidabili anche perché ci sono tanti, troppi, giocatori occasionali che vanno a formare una massa di perdenti totalmente affidati alla dea bendata.

(F): Come ho già detto prima, ci si avvicina al grinding per altri motivi e, avendo molto tempo a disposizione, riesci comunque a fare delle scelte ponderate. E’ anche vero che non bisogna prenderci in giro sperando di diventare da un giorno all’altro anche solamente un “rakeback pro“.

Anche ai microlimiti, per riuscire ad arrivare ad avere uno stipendio medio di un operaio, c’è bisogno di molta esperienza. Ci vogliono addirittura degli anni per riuscire ad essere un massgrinder di livello… Di ESTREMO livello. Non puoi mai permetterti di brokare. Live come online.

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Consiglio quindi, ovviamente, il massimo della prudenza a chi si avvicina a questo ambiente.

(D): Pensi che il poker possa essere una soluzione valida per alcune persone che hanno perso il lavoro o che sono in situazioni precarie?

(A): Oltre ad essere una fonte di reddito non bisogna scordare l’aspetto ludico del gioco, punto cardine. Dedicarsi a questo gioco con in testa la sola idea di guadagnare, guadagnare e ancora guadagnare porta molto poco lontano.

Come tutte le passioni deve nascere spontaneamente. Se diventa un’imposizione per causa di forza maggiore viene meno l’entusiasmo fondamentale per poter far bene a questo gioco. Doversi trovare nella situazione di DOVER giocare fulltime per poter uscire da una situazione critica, senza aver mai approfondito il gioco ed averne una conoscenza appena sommaria , lo ritengo terribile.

Qualora fosse una passione già radicata e portata avanti part time magari dopo il lavoro, tipo 1-2 orette al giorno, si può pensare di dedicargli un po’ più attenzione per far si che possa essere un’entrata bonus in un futuro prossimo.

(F): NO, ASSOLUTAMENTE. Se una persona vive in una situazione disagiata non deve giocare. E’ un gioco consigliabile solo a persone intelligenti che hanno particolari abilità nei giochi; lo sconsiglio a chi fa tutt’altro nella vita e a chi non ha mai avuto nessuna esperienza agonistica (per modo di dire) in qualsiasi tipologia di “attività intellettuale” diciamo.

(D):Se dovesse venir da te una persona senza lavoro, per un consiglio sull’iniziare o meno a grindare, cosa le diresti?

-caso 1: Ipotizza che sia un giovane appena diplomato;

-caso 2: Ipotizza che sia un uomo con famiglia che ha appena perso il lavoro.

(A): Come detto, è fondamentale conoscere il livello di conoscenza del gioco di questa persona. Ipotizzando per comodità una preparazione base, con un’infarinatura dei concetti fondamentali posso dire che il ragazzo appena maturato ha la possibilità, con buona volontà e impegno, di poter fare bene per l’infinità di tempo libero di cui dispone. Un anno sabbatico per provare nella riuscita di qualcosa è piuttosto comune, il poker rimane un tabù nella nostra società ma in molti aspetti è simile ad una piccola attività imprenditoriale, dove si può riuscire o fallire.

Ecco allora che al diplomato, se entusiasta di provare a far di questo gioco una sorta di lavoro e allo stesso tempo consapevole dei sacrifici e dell’impegno che a quest’ultimo bisogna profondere in maniera totale, se realmente convinto di tutto ciò consiglierei di provarci perché a quell’età hai ancora il mondo davanti.

Caso 2 : rifacendomi a quanto detto alla domanda #4, giocare con addosso la pressione di dover sostenere una famiglia e non avere alcuna certezza di riuscire a portare qualche soldo in casa a fine mese , ma anzi, con la possibilità addirittura di vedere il proprio conto scendere dopo 30 giorni di duro lavoro, lo ritengo insostenibile psicologicamente.

Può essere un’attività extra per arrotondare ma in assoluto, a meno di skills pokeristiche già a buon livello e discreti risultati alle spalle, gettarsi a capofitto in quest’avventura senza la minima garanzia che gli sforzi fatti verranno ricompensati per me è utopia da pensare con una famiglia a carico.

Soluzione consigliata è certamente lo staking, che non garantirebbe comunque i guadagni rapidi e consistenti di cui si avrebbe bisogno, ma che sarebbe una scelta che si rifletterebbe positivamente nel lungo periodo.

(A): Nel CASO 1 non lo consiglierei. Considera che, la via del professionismo, non è una cosa che si sceglie. Non c’è stato nessuno al mondo che un giorno si è svegliato ed ha detto: “scelgo di diventare…“. E’ una cosa nella quale ti ci ritrovi in mezzo e chi è molto abile si rende conto che ha le possibilità per fare dei soldi, ma sempre nei limiti.

Non si può consigliare questa via, perché questo non è un mestiere vero e proprio; è un sub-mestiere nel quale ci si ritrova. Poi, ovviamente, c’è chi ci sta bene come me e chi invece è passeggero e si fa 4 soldi per poi fare qualcos’altro.

Nel CASO 2 da una parte si, e dell’altra no. E’ una cosa che ti cresce dentro da ragazzo, non te lo puoi inventare da un momento all’altro. Questo te lo dico dal punto di vista professionale; non è detto poi che una persona non debba iniziare dai microlivelli anche per guadagnare qualcosa. A quel punto non ci vedrei nulla di male nel sapere che, piuttosto che comprarsi una birra, si giocasse una partita online da €2.50, anche se in una situazione disagiata. In quel caso lo consiglierei a chiunque.

Distrae e fa sentire bene vincere a poker.

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