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il 1 Apr 2013

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Sergio Castelluccio vince la sfida Cash Game!

Sergio Castelluccio vince la sfida Cash Game!

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Missione compiuta: dopo un primo tentativo fallito, giovedì notte Sergio Castelluccio ha portato a termine la sfida lanciata a gennaio sulle nostre pagine.

Partito dal nl10, il pro EnjoyBet ha impiegato 90.102 mani, 37 giorni effettivi di gioco, prima di realizzare un profitto di 5 mila euro al nl200.

In pratica, per mettere da parte i venti stack necessari ai diversi level-up, Castelluccio ha giocato una media di 22.500 mani a livello.

Se avete letto bene i numeri vi siete già resi conto che le condizioni della sfida portata a termine da Castelluccio sono diverse da quelle di gennaio: qui inizia la nostra chiacchierata.

IPC: Ciao Sergio, e complimenti per il traguardo raggiunto. Perchè hai cambiato in corsa le condizioni della sfida stabilite a gennaio?

SC: Ciao e un saluto a tutti i lettori. Ho cambiato i termini quando mi sono reso conto che i tavoli zoom arrivavano fino al nl50: facendo due conti, ho visto che per giocare duecentomila mani avrei impiegato un tempo decisamente troppo lungo per quella che è la mia indole.

Prima di lasciare che mi venissero a mancare gli stimoli, ho deciso di dimezzare numero delle mani e profit. Considera anche che era la prima volta che lanciavo una sfida, e dunque che in partenza non sapevo bene cosa aspettarmi.

IPC: Qual è stata la difficoltà più grande che hai incontrato nella scalata?

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SC: A essere onesto, devo dire che con la rakeback del mio status di Supernova la sfida era battibile senza troppe difficoltà, almeno per quanto riguarda profit e level-up. Ovviamente, trattandosi di un numero di mani limitato, la run ha sempre voce in capitolo. La varianza mi ha colpito in particolare al nl25: dopo essere quasi arrivato ai 20 stack necessari al level-up, sono precipitato a due stack in negativo.

Risalita la china ho sfruttato la rakeback per salire al nl50 perchè non ne potevo davvero più. La difficoltà maggiore, comunque, stava nell’adattare velocemente il mio gioco a livelli che non avevo mai giocato prima. Dai grafici e dalle statistiche si capisce chiaramente che ai micros ho dovuto affrontare una prima fase di adjusting. Apportate le modifiche del caso al mio gioco, le cose sono andate avanti in modo più fluido.

IPC: Quali sono stati i principali adattamenti che hai apportato ai livelli bassi?

SC: Per iniziare, ho notato che al nl10 e 25 tanti giocatori chiamano troppo sia preflop che al flop, quindi ho iniziato ad aumentare la frequenza di second barrel per far foldare le mani marginali con cui seguivano le mie c-bet. Ai limiti più alti, poi, non si vede tanta passività in guerra di bui: quando ho capito che dalle blind-war potevo estrarre tanto valore le cose hanno iniziato a prendere un’altra piega. Ovviamente non sto neanche a parlare dei diversi livelli di pensiero perchè mi sembrerebbe di dire un’ovvietà.

IPC: Adesso che hai portato a termine la prima sfida della tua carriera, quanto dovremo aspettare prima di vederti alle prese con la seconda?

SC: Tanto! (ride) Scherzi a parte, non ne ho davvero idea, ma per un bel periodo mi farò bastare l’aver portato a termine questa.  Non sono tagliato per stare troppo a lungo su una cosa senza che la noia prenda il sopravvento.

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