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Giulio Astarita: “Tornerò a fare il manager, intanto parto per il cammino di Santiago”
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A pochi giorni dall’annuncio-shock in cui comunicava l’addio a Pokerstars, l’ex manager della picca rossa Giulio Astarita ci svela i progetti futuri.
Il suo racconto inizia dall’immediato: venerdì mattina, con lo zaino in spalla, Giulio ‘indosserà’ i panni del pellegrino partendo da Saint James Pied De Port alla volta di Santiago de Compostela.
IPC: Ciao Giulio, come hai annunciato è arrivato il momento di staccare la spina: raccontaci i tuoi programmi immediati.
GA: Arrivo a queste ferie con una enorme voglia di staccare dal mondo lavorativo, visto anche che l’ultimo anno, non considerando i giorni del trasloco a Malta, non sono arrivato a fare una settimana di vacanza. Lo stress accumulato era davvero tanto, obiettivamente credo che ne iniziasse a risentire anche la qualità del mio lavoro. Per ‘ricaricare le pile’ vado a fare il cammino di Santiago De Compostela. E’ un pallino che ho da tempo, parto venerdì mattina e per un mese starò lontano dal mondo, con l’unica eccezione di qualche sbirciatina all’iPad che mi concederò di quando in quando.
IPC: Con chi percorrerai il cammino di Santiago?
GA: Da solo. Ho un lungo passato di strada nella mia vita, so bene che lungo il cammino si creano sodalizi e amicizie che possono diventare anche fraterne. Spero che il pellegrinaggio mi aiuti ad arrivare ben carico all’appuntamento con le WSOP. Resterò a Las Vegas tre settimane.
IPC: Sei già stato in Nevada? Hai steso uno schedule degli eventi che giocherai?
GA: Mai, questa sarà la mia prima volta nella ‘città del vizio’, e a pensarci bene è buffo che un room manager non sia mai stato nella capitale mondiale del gioco. Anche questo era un mio pallino, non ho obiettivi particolari anche se, ovviamente, mi vorrei togliere qualche soddisfazione. Confido che dopo la ‘depurazione’ del cammino di Santiago potrò esprimere un poker decente: in questi giorni non ho aperto tavoli perchè sarei stato molto lontano dall’a-game.
Per quanto riguarda i tornei in schedule, molto dipenderà dalla run. Come sai, durante le WSOP partono tornei di continuo, il numero di quelli che giocherò è legato ai day2 a cui riuscirò ad arrivare. Nel peggior scenario possibile, quello in cui busto tutti i day1, dovrei giocare una quindicina di tornei, main incluso.
IPC: Le Wsop saranno la rampa di lancio di Astarita nel mondo dei pro? Passerai dall’altra parte della barricata?
GA: Non penso, se avessi voluto dedicarmi al professionismo lo avrei fatto qualche anno fa. Nei miei piani il poker giocato è e resterà un hobby, almeno fin quando si pagherà da solo. Nei due mesi che ho giocato l’anno scorso ho vinto veramente bene, se anche a Las Vegas dovessi bucare tutti i tornei il bilancio globale resterebbe positivo.
IPC: Hai preso in considerazione lo scenario in cui ‘fai il botto’ alle WSOP?
GA: E’ un problema che mi porrò solamente nella lontanissima ipotesi in cui si dovesse verificare… di sicuro se dovessi arrivare tra i ‘November Nine’ un pensierino lo farei! Ma nei miei progetti attuali, alla fine delle WSOP arriverà il momento di ‘rientrare sulla Terra’. Visto che le due fasi precedenti hanno obiettivi e durate ben precisi, questo passaggio sarà il più difficile. Dopo cinque anni nel settore penso di aver accumulato una buona esperienza, quasi sicuramente tornerò a fare il poker manager. Valuterò attentamente le proposte capaci di garantirmi un lavoro serio e produttivo.
Questo articolo è un estratto dell’intervista completa a Giulio Astarita che uscirà sul prossimo numero di Poker Sportivo, in edicola a giugno.