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il 26 Nov 2013

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Fundarò: “Un po’ di amarezza per il bis mancato ma non potevo far meglio di così!”

Fundarò: “Un po’ di amarezza per il bis mancato ma non potevo far meglio di così!”

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Domenica scorsa al WPT Caribbean Giacomo Fundarò ha sfiorato una doppietta che sarebbe stata storica non solo per l’Italia ma anche per tutto il circuito,  perché raggiungerebbe giocatori come Daniel Negreanu o Erick Lindgren e rimarrebbe a un solo titolo dai due giocatori che hanno vinto più volte una tappa del WPT: Gus Hansen e Carlos Mortensen.

Dopo questo grande successo abbiamo voluto parlare con Giacomo del torneo, della location e del Final Table da veri duri, con Dunst e Rettenmaier molto aggressivi.

IPC: Ciao Giacomo, innanzitutto complimenti per questo ottimo risultato, difficilmente avresti potuto fare di meglio con un Dunst che non ha perso praticamente uno showdown nell’ultima fase del torneo. Come hai vissuto il Final Table?

Giacomo Fundarò: Bene, non partivo lunghissimo, circa 40 bui, ma sapevo di avere l’esperienza che serve per potere ribaltare la situazione. Marvin Rettenmaier era in posizione su di me e ha cercato di mettermi in difficoltà da subito, tribettando spesso le mie aperture. Dall’altro lato Schleser e Dunst si sono dimostrati altrettanto hyper-loose, come è giusto che sia in un 6-max. Dopo i primi due livelli, e l’uscita di Bakker, vinco l’unico showdown, quello decisivo con i miei J-J contro A-K di Dunst, e da 560.000 salgo a circa 1.200.000. A quel punto sia Purak che Rettenmaier sono rimasti cortissimi, nell’ordine vengono eliminati in poco più di un’ora di gioco, trovando un Dunst in formissima.

IPC: L’heads-up è stato duro, vero? Partivi in netto svantaggio, come hai deciso di gestirlo?

GF: In heads-up sono arrivato con appena il 15% delle chips in gioco, lo svantaggio era considerevole e le ho provate tutte giocando d’attacco sin dalle prime mani. Poi sono andato in bluff-catcher su di lui in due spot: nel primo l’ho trovato con aria e il mio T-7 (middle pair) era buono, mentre nel secondo era strapieno con full-house. La mano con K-3 in cui perdo contro J-2 i miei ultimi otto bui non fa testo… Un po’ di amarezza per il bis mancato ma non potevo far meglio di così: sono contento!

IPC: A nove left c’è stata una mano davvero particolare, in cui hai vinto senza far vedere le tue carte. Ce la racconti?

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GF: Sì, è stata contro Bobby Oboodi. Lui raisa da utg e io mi appoggio da bottone con 6 5. Flop: J T 4, continuation bet e io chiamo. Turn: 5 ed entrambi facciamo check. Il river è il 7 e lui punta corto, circa un quinto del pot. Io chiamo e lui dichiara “K carta alta”. Io non dico e lui ripete “K carta alta”. Resto zitto e immobile, non voglio far vedere la mia mano. Alla fine lui getta K-Q nel muck e io prendo il piatto muckando a mia volta.

IPC: Continuerai a seguire il circuito WPT? Come mai ti si vede poco in Italia?

GF: Sì, ora parto per la tappa WPT di Montreal. Visti i risultati ottenuti questo è senza dubbio il mio circuito preferito, proverò a sfruttare la scia positiva per continuare a far bene e confermarmi sempre al top in field di alto livello. Per quanto riguarda i tornei italiani con basso buy-in, li sto trascurando sempre di più visti i payout ridotti rispetto a un tempo, e l’introduzione della formula accumulator non mi piace affatto, anche se non l’ho ancora provata, perchè aumenta in modo spropositato le spese fisse che i player devono sostenere.

IPC: Raccontaci di questa location ai Caraibi per il WPT, sarà stato proprio bello giocare lì…

GF: La considero perfetta per chi, pur dando priorità agli impegni pokeristici, vuole rilassarsi e godersi un clima tropicale in pieno novembre. Circondati da uno scenario stupendo, con una temperatura media che si aggira sui 30 gradi… Qui gli aerei terminano la fase di atterraggio proprio a pochi metri di altezza dal lungomare, ed a tutte le ore del giorno si notano turisti muniti di camera alla ricerca dello scatto perfetto. In posti come questi, eventi pokeristici importanti dovrebbero disputarsi sempre più spesso: potrebbero per esempio far coincidere il WPT con il PCA, programmandoli a distanza di una settimana.

 

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