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“L’abilità e i risultati non sono i fattori decisivi per una patch” Galb interviene sulla ‘guerra degli sponsor’
Da oltre sei anni veste la casacca di Sisal Poker: Gabriele Lepore, per tutti semplicemente Galb, è diventato negli anni un vero e proprio alfiere della poker room.
Visto il polverone sollevato sui social network dalle recenti vicende di poker-mercato, in cui ognuno si è sentito libero di sparare a zero per come meglio credeva, il “Doge di Venezia” ci ha voluto spiegare a ruota libera la sua visione delle sponsorizzazioni, esaminando nel dettaglio quali sono le caratteristiche che un poker pro deve avere per essere un investimento a valore atteso positivo per la poker room.
IPC: Quando una sponsorizzazione è +EV per una room? Quale deve essere il ‘ritorno’ rispetto all’investimento iniziale?
GL: Questo credo sia un argomento su cui vada fatta un po’ di chiarezza. Molto spesso sentiamo dire “meritava una sponsorizzazione, quest’anno ha vinto tutto”, oppure “ma come hanno fatto a mandare via Tizio che è il migliore”, oppure ancora “ma perché sponsorizzano Caio che non sa giocare”. Bene, il punto è che per una room un giocatore può essere +EV in base a diversi fattori: il saper giocare o il fare risultati non sono assolutamente le uniche caratteristiche da prendere in considerazione. Ci sono molte altre cose importanti: considerazione del pro da parte del mercato, sia per quanto riguarda il giocatore che per quanto riguarda l’uomo; capacità comunicative e quanto seguito ha; capacità di “fare branding”; attività collaterali al gioco; quanta rake viene prodotta dal pro; quanta rake viene prodotta dal seguito diretto del pro e dal seguito indiretto; percentuale di conversione e appeal sul pubblico fuori target poker, e potrei andare avanti. Oltre a questo lo sponsor non è una borsa di studio, che si merita in base ai risultati o all’impegno, lo sponsor è un contratto di lavoro, che viene proposto a chi si pensa possa fare meglio per la poker room, anche se negli anni di errori ne sono stati fatti in grande quantità, e la lista degli sponsorizzati agli inizi era qualcosa di incredibile.”
Per Galb è dunque un grave errore giudicare un professional poker player esclusivamente in base ai risultati:
“Giudicare uno sponsorizzato solo in base ai risultati è assolutamente un errore. Conosco dei giocatori che sono sponsorizzati, o che lo sono stati, che pur non avendo fatto grandi risultati hanno comunque dato un buon apporto alla room. Per quanto riguarda il fatto per cui uno sponsorizzato sia +EV o -EV per una room, dobbiamo andare a valutare tutti gli aspetti di cui ho parlato sopra: uno che inanella continui risultati potrebbe essere meno utile di uno che invece ha altre qualità, o viceversa. Oltre a questo, poi, il professionista dovrebbe dare non solo un ritorno economico diretto e riscontrabile nel breve, tipo l’apertura di nuovi conti, ma dovrebbe dare lustro all’azienda e creare come dicevo prima branding per la società. Quest’ultimo fattore è stato ultimamente secondo me molto sottovalutato dai poker manager e credo sia un grande errore. Vista la strada che ha intapreso il mercato, con un competitor che ha circa il 50% del mercato, e tutti gli altri mille concessionari a dividersi quel che rimane, progetti a lungo termine basati più sul branding ad ampio respiro vengono abbandonati a favore di progetti un po’ più low profile, che non sono altro che semplici e miopi conti della serva.”
IPC: I contratti di sponsorizzazione hanno risentito del calo generalizzato del poker? Tra le righe ti sto chiedendo se il tuo budget è rimasto invariato o se è diminuito negli ultimi anni…
GL: Il mio budget, come del resto il budget di molti miei colleghi, è cambiato nel corso degli anni: i primi è aumentato poi è stato un po’ stabile e poi negli ultimi due anni è diminuito. Tra l’altro il mio budget non ha seguito il mio effettivo valore: negli ultimi dodici mesi ho raggiunto il picco della mia carriera, se avessi raggiunto questa popolarità e questi risultati tre anni fa ora probabilmente avrei un contratto almeno 3 volte più grande… ma d’altronde è il mercato che fa il prezzo e al momento il mercato è quello che è. Un’altra cosa che mi preme dire è che molto spesso, negli anni, ho sentito fare ipotesi sui budget dei poker pro, l’opinione pubblica e’ convinta che i nostri contratti siano faraonici, quando in realtà solo i top, o considerati tali, hanno o hanno avuto contratti molto ricchi. Molti professionisti sponsorizzati erano in realtà “retribuiti” con contratti veramente minimi e al momento credo che un po’ tutti quelli con una toppa si trovino in questa situazione, tranne quei pochi che sono rimasti con budget grossi che sono i top o presunti tali e che oramai si possono contare sulle dita di una mano. Tra l’altro quest’anno i budget è come se valessero doppio visto la quantità di “licenziamenti” effettuati.
IPC: Chi è, secondo te, il free-agent più forte oggi sul mercato? Chi quello che prenderesti su due piedi se avessi budget e una tua room?
GL: E’ molto difficile dire chi sia il miglior free agent da sponsorizzare, anche se credo che i due con più potenziale in questo momento siano Dario Sammartino e Rocco Palumbo. Entrambi sono dei grossi vincenti, vincenti tra l’altro un po’ ovunque, entrambi sono giovani e entrambi hanno un’intelligenza che funziona molto bene anche al di fuori del tavolo (cosa che non e’ proprio comune nel mondo dei PPP). Nonostante abbiano molte qualità in comune, sono due ragazzi molto diversi ma che sicuramente farebbero un ottimo lavoro per una room e di sicuro sarebbero investimenti profittevoli. Poi ci sarebbe un altro ragazzetto, uno romano… non tanto alto, che tifa la Roma e che gioca un po’ aggressivo… 🙂
IPC: Islamay, Solinas, Rizzo, Pastura, Musso, Minieri: è stato il poker mercato dei grandi addii, da cosa è dipesa questa piccola rivoluzione?
GL: In soli sei nomi credo che sinceramente ci siano tre categorie: chi andava assolutamente tenuto, chi poteva essere tenuto a patto che si fosse adeguato su certi aspetti e chi credo giustamente andava eliminato. Tutto questo naturalmente secondo me, non credo sia giusto sparare sentenze su cose così delicate senza avere tutte le informazioni necessarie per giudicare, credo che invece esprimere le opinioni sia più che accettabile. Questa piccola rivoluzione è dipesa dal progressivo aumento dei tagli di budget che ho già spiegato in precedenza.