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il 4 Feb 2014

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Guido ‘POGGIAIOLO’ Pieraccini vince il Sunday High Roller: “La scuola toscana è buona come i nostri vini…”

Guido ‘POGGIAIOLO’ Pieraccini vince il Sunday High Roller: “La scuola toscana è buona come i nostri vini…”

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Il Sunday High Roller di Pokerstars, dopo la vittoria della scorsa settimana di Pierpaolo Fabretti, arride ancora una volta a un regular. Il successo è andato a  Guido ‘POGGIAIOLO’ Pieraccini, toscano di Sasso d’Ombrone, piccolo centro in piena Maremma non troppo distante da Radicofani, paese in cui vive Davide ‘DJdave_en’ Nutarelli: segno che la ‘scuola toscana’ fa davvero sul serio nel poker online.

Guido, aspirante enologo ‘prestato’ alle carte, ci ha raccontato così il suo poker e la sua recentissima vittoria in uno dei domenicali più prestigiosi di Pokerstars, arrivata appena poche ore fa.

IPC: E’ il tuo primo successo al Sunday High Roller? Cosa credi ti abbia permesso di primeggiare?

Guido Pieraccini: Si, prima vittoria. Avevo fatto un secondo e un terzo posto, però nella mia bacheca c’erano già due Ruby Tuesday di Pokerstars. Per vincere quello di ieri è stato fondamentale riuscire ad andare deep già nelle prime fasi del torneo, cosa che mi ha permesso di arrivare ai 25 left senza troppi problemi, con 50 big blind. Poi, chiaramente, ho vinto quei tre o quattro showdown decisivi per poter arrivare fino in fondo.

IPC: Ricordi una mano in particolare che ti ha lanciato al final table?

G.P.: Non ho giocato grossi colpi, mi son mantenuto sempre tra i 20 e i 30 big blind fino al coinflip decisivo a tre left contro ‘ilmessia84’, A-Q > 8-8. Lui si è accorciato e poche mani dopo è uscito.

IPC: Cosa serve tecnicamente per ‘viaggiare’ su Pokerstars a 96.520€ di profit in 10.411 giochi?

G.P.: Servono certamente tanta costanza e impegno, ma soprattutto umiltà. Non bisogna fare l’errore di sentirsi abbastanza forti da battere il field e smettere di studiare, perché è fondamentale migliorare la nostra tecnica per adattarla a un gioco in continua evoluzione. Importante poi il mindset solido per affrontare gli inevitabili periodi di bad run, che possono essere devastanti per l’autostima: credo che pochi giochi riescano a farti sentire un campione oggi e una schiappa domani come il texas hold’em.

IPC: Quali sono stati i tuoi ‘step’ nella carriera di poker player?

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G.P.: Ho iniziato con l’avvento del ‘.it’ con piccoli tornei per puro divertimento, poi son riuscito a mettere da parte un po’ di soldi e ho iniziato ad aumentare i buy-in, ma la vera svolta l’ho avuta nel 2011 quando, oltre a buoni risultati online, sono andato itm all’IPT di Campione d’Italia vincendo il ticket con un satellite su Pokerstars. La mia autostima è aumentata, il bankroll anche ed è cambiato il mio approccio nei confronti del poker. Ho comunque continuato a studiare enologia, ma a dopo la vittoria al MiniIPT di San Marino, e il quarto posto all’IPT di Malta, ho deciso di dedicarmi solo alle carte.

IPC: Quali sono i tuoi programmi per il 2014? Grinderai online a più non posso?

G.P.: Non sono il tipo che si dà obiettivi nel poker, vivo abbastanza alla giornata. Credo comunque che diminuirò i live, mi concentrerò un po’ più sull’online rispetto al passato e vorrei anche approfondire l’Omaha heads up, specialità che mi diverte molto extra mtt.

IPC: Credi che continuerai per molto tempo oppure vedi altro nel tuo futuro?

G.P.: Al momento non ho alcuna intenzione di smettere, mi sento un privilegiato a poter fare un lavoro che mi piace, mi dà una sufficiente libertà organizzativa e un ottimo ritorno economico. Qualora smettessi vorrei terminare l’università per prendere la laurea in enologia.

IPC: Se dovessi paragonarti a un vino, dunque, quale sceglieresti?

G.P.: Direi Grotte Rosse, un vino rosso prodotto nella d.o.c. del Montecucco, che reputo uno dei migliori, prodotto da un mio caro amico nonché compagno di varie serate di grinding!

 

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