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il 5 Mar 2014

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Walter ‘cesarino’ Treccarichi: “La picca è qui, mi sto rendendo conto che è tutto vero!”

Walter ‘cesarino’ Treccarichi: “La picca è qui, mi sto rendendo conto che è tutto vero!”

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Sono passate poche ore da quel river che, dopo sei giorni di intenso poker, ha decretato Walter ‘cesarino’ Treccarichi campione dell’IPT Pokerstars di Saint Vincent, grande protagonista di un tavolo finale tecnicamente provante dati i nomi che hanno cercato (vanamente) di mettergli i bastoni tra le ruote.

Walter però, con un’invidiabile calma, ha saputo adattarsi al meglio ai suo avversari, ha aggredito quando doveva e si è chiuso quando era necessario: ieri ha portato la grande esperienza accumulata in anni di grinding online a quel tavolo che, in qualche modo, cambierà la sua carriera di poker player, visto che una picca in bacheca è forse più pesante dei soldi vinti.

Treccarichi è ancora ‘frastornato’ a Saint Vincent e, tra cellulare che squilla e Facebook intasato da notifiche, trova comunque il tempo per raccontarci le prime impressioni da neo-campione dell’Italian Poker Tour.

IPC: E’ lì con te la picca? Hai provato a morderla per vedere se è tutto vero?

Walter Treccarichi: Sono ancora qui a Saint Vincent e avendola qui vicina a me posso assicurarti che è tutto vero! (ride)

IPC: Ieri hai dato l’impressione di avere sotto controllo il tavolo finale: è stato davvero così? Eri tranquillo anche dentro di te?

W.T.: Si, assolutamente, ero molto tranquillo specialmente dopo le due mani vinte contro Marcello ‘Cavendramin’ Miniucchi, quelle che mi hanno permesso di prendere un bel vantaggio in chips rispetto ai miei avversari. Mi sono poi limitato a gestire, visto che, essendoci molti short stack, non mi piaceva molto raise-foldare mani eccessivamente marginali. Sono riuscito, comunque, a rimanere calmo in ogni momento…

IPC: Avevi pianificato come gestire il final table? L’history acquisita anche online ti ha favorito nell’affrontare quel tavolo di squali?

W.T.: Ho molta history con loro anche live. Essendo quasi tutti short stack non c’era molto margine di manovra, quindi ho semplicemente controllato per poi iniziare ad aggredire la fase 5-handed che, però, non è durata molto…

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IPC: La mano decisiva contro Sammartino: avevi già un plan in mente quando hai solo completato con coppia di quattro da small blind?

W.T.: In quella circostanza, con il suo stack che si aggirava intorno ai 23 blind, raise-foldare non mi piaceva molto, visto che Dario avrebbe potuto fare all-in con un range molto largo: qualora chiamassi il suo push, quindi, la mia equity sarebbe del 45%. Limp-shovando, invece, faccio foldare mani con le quali sono in coinflip e che pusherebbero sulla mia apertura.

IPC: Quanto potrà incidere sulla tua carriera questa affermazione, Walter?

W.T.: Sicuramente a livello di immagine la picca vale molto! Visto che, comunque, ho già vinto un altro ‘major’ italiano, ossia il People’s Poker Tour, l’IPT va a completare il secondo pezzo della ‘triple crown’ italiana. E’ chiaro, aumentare il bankroll fa sempre bene, ma avrei anche rinunciato a un po’ di soldi per la picca! Adesso credo mi rilasserò un po’ fino ai prossimi EPT e IPT a Sanremo.

IPC: Quanto credi che l’accumulator abbia inciso sulla composizione del final table di ieri?

W.T.: Ovviamente la struttura accumulator dà tantissimi vantaggi ai professionisti, che hanno l’opportunità di presentarsi al Day 2 con stack molto profondi. Personalmente sono arrivato al Day 2 con 190 bui, quindi ho avuto molta possibilità di manovra e ho potuto incrementare lo stack in maniera graduale senza troppi problemi.

 

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