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Paolino Virciglio commenta il suo post ‘liberatorio’: “Sorpreso dall’enorme conforto riscontrato…”
“Giocare a poker è facile, viverci non lo è!“. In questi ultimi giorni l’articolo scritto da Paolino Virciglio nel proprio blog ha letteralmente catalizzato l’attenzione della comunità pokeristica.
Una lettera aperta, uno sfogo, un fiume di pensieri che hanno trovato piena condivisione in tanti ragazzi che come lui hanno scelto il poker come professione. Ma come spiega Paolino la vita da Professional Poker Player non è affatto tutta rose e fiori: oltre agli inevitabili momenti di downswing insiti nel gioco stesso, cresce forte, talvolta, la frustrazione per non riuscire a far comprendere a pieno, a chi è fuori dal nostro mondo, di cosa in realtà si stia parlando.
“Il mio post – spiega PaoDoc – era rivolto principalmente a loro. Per far capire ad una persona come funziona questo lavoro, dovresti farle vedere direttamente come si evolve una sessione online e farla materialmente sedere accanto a te altrimenti a parole non sarebbe la stessa cosa. C’è un modo per sdoganare il poker definitivamente? Non so… Negli ultimi cinque anni sono già stati fatti enormi passi in avanti grazie a tutto il movimento che ha scatenato il Texas Hold’em: programmi tv, pubblicità, eventi live, casinò. Dubito si possa fare più di questo, ma in fondo, da un lato va anche bene così; chi vince tanto lo fa perché circolano ancora tanti fish che credono ancora sia un gioco di fortuna mentre alla lunga loro perdono e tu accumuli.”
Lo “sfogo” di Paolino nasce, ovviamente, da un periodo pokeristicamente non idilliaco: “Dopo un’annata davvero fantastica sto scoprendo l’altra faccia della medaglia, ma è il mio lavoro e lo accetto. Come sottolineato in precedenza, il mio articolo, però, esula dal gioco in sé e vorrebbe far capire ai non addetti ai lavori che i soldi non piovono dal cielo. Vorrei far capire, soprattutto a chi mi sta più vicino, cosa sto facendo quando mi sento dire ‘sei sempre a casa’.”
Davvero in tanti, poker player e non, hanno apprezzato in toto le parole di PaoDoc, ripostando l’articolo sulle proprie pagine Facebook: “Sinceramente sono rimasto davvero di stucco. Pensavo avrei ricevuto un sacco di critiche da chi non fa questo lavoro o non conosce questo mondo e invece ho percepito tanto conforto nelle parole di molti che si sono ritrovati in ciò che ho scritto. Il blog in quattro giorni ha fatto 6500 visite, assurdo. In tanti mi han scritto messaggi privati, gente che non conoscevo mi ha voluto raccontare la sua storia e darmi il suo supporto. Un ragazzo mi ha confessato di aver stampato l’articolo ed averlo consegnato a sua madre… Gli spunti di discussione son stati tanti e nei commenti si son lette molte cose interessanti. Diciamo che si concorda tutti sulle difficoltà di base di questo lavoro, poi c’è chi da più significato alla parola fortuna e chi meno. Per me essere intelligenti e saper prevalere al tavolo su altri non è fortuna, nessuno nasce stupido, per altri invece non è così. La vera fortuna, secondo me, è nascere e vivere in un certo ambiente, con certe regole e valori.“