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il 26 Nov 2014

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Federico Piroddi scalda i motori per l’IPT Grand Final: “Il freezeout mi penalizza, ma lotterò per la leaderboard!”

Federico Piroddi scalda i motori per l’IPT Grand Final: “Il freezeout mi penalizza, ma lotterò per la leaderboard!”

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Il casinò municipale di Sanremo è pronto ad aprire le porte alla tappa conclusiva della sesta stagione dell’Italian Poker Tour.

Domani parte infatti il Grand Final, un freeze-out da 990€ che vedrà schierati il consueto nugolo di regular nostrani.

Tra i tanti non mancherà di certo Federico Piroddi, già trionfatore in quel di Sanremo un anno fa, autore di una stagione stratosferica per quel che concerne il circuito nazionale organizzato da PokerStars: 16° all’Ipt di Nova Gorica a Gennaio, ottavo all’Ipt di Saint Vincent a febbraio, quarto, ancora a Saint Vincent in quel di luglio.

“E’ stata una stagione incredibile. Mi è mancato lo shippo grosso, ma due tavoli finali all’IPT non sono affatto poca roba. Ora sono ancora in corsa per la leaderboard e farò di tutto per arrivare davanti ai miei diretti avversari. Per come si era messa inizialmente sembrava dovesse essere un discorso a 4 tra me, Miniucchi, Ceccarelli e Mikovic, ma visto che nelle ultime due tappe nessuno di noi è riuscito ad accumulare punti, ora dobbiamo guardarci alle spalle e fare attenzione al vigoroso ritorno di Lacchinelli, Borsa e De Iaco.

Questa season 6 è stata sicuramente caratterizzata da un significativo cambiamento in corso d’opera: dopo le prime tre tappe, gli organizzatori del circuito hanno infatti deciso di dire addio alla formula Accumulator per tornare al classico Freezeout:

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“Come detto in passato – ribadisce Piroddi – questa formula non mi entusiasma visto che m sento sempre un po’ col freno a mano tirato. Nei tornei accumulator si poteva speware bene, specialmente nei day1 che spesso e volentieri chiudevo a un miliardo [ride]… Ora, con il ritorno al freezeout, sono costretto a giocare più chiuso. Non è uno stile di gioco che mi si addice, ma specialmente nei live bisogna essere bravi ad adattarsi”.

Per sua stessa ammissione, Federico si sente decisamente maturato per quel che concerne i tornei dal vivo:

“Rispetto agli anni passati credo di essere migliorato parecchio. Mi sento sempre a mio agio al tavolo e più o meno credo di aver capito come interpretare la partite. Prima mi stressavo suvito e iniziavo a lanciarle al primo signore al tavolo. Nel live la pazienza è una skill vera e propria. Io che sono molto impulsivo ho trovato un escamotage per tenere a bada la mia voglia di giocare ogni mano: ogni ora mi prefisso delle pause, più o meno lunghe, anche se il gioco va avanti. Se dovessi restare seduto al tavolo 2-3 ore di fila al tavolo senza mai alzarmi, prima o poi la commetto…

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