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Carlo Savinelli, runner-up al WPT National: “Deciderò stasera sulla Tour Eiffel se andare a Praga o no”
In questo periodo natalizio Parigi è bellissima e ha provato a renderla per sé indimenticabile Carlo Savinelli, che ieri è andato vicinissimo al suo primo successo World Poker Tour.
Un secondo posto da 94.500€ che un po’ di rammarico lo lascia, ma è stato battuto da un avversario veramente in forma smagliante, già abituato a brillare nel circuito WPT. Quella di Laurent Polito, infatti, è stata la terza affermazione in carriera nel World Poker Tour National.
Con la consueta disponibilità che lo contraddistingue, abbiamo sentito Savinelli questa mattina, specialmente per tastare il suo umore. I soldi vinti sono sì tanti, ma il trofeo sfuggito un bel po’ di dispiacere potrebbe comunque averglielo causato.
“Stamani i soldi del secondo posto – esordisce Carlo – sembrano molti di più rispetto a ieri quando ho sentito l’urlo dei francesi. C’è tanta amarezza, mi consola però il fatto che quest’anno, se proprio dovevo fare una ‘remuntada’, l’ho fatta all’IPO dove l’heads up valeva di più”.
Savinelli ha pochi rimpianti, invece, sulla propria condotta di gioco. Anche davanti alle telecamere, infatti, ha mostrato un poker aggressivo per nulla influenzato dal payout, comunque decisamente verticale.
“Credo che il mio torneo fino a nove left sia stato un crescendo, poi al final table il redraw non mi ha favorito. Sapevo che Polito da super chipleader avrebbe provato a combinarmela, infatti mi è toccato 6-bet shovare A-7 off in bolla del tavolo televisivo da terzo in chips e con tre short. Da lì in avanti, però, mi hanno lasciato stare, così ho potuto gestire al meglio la finale. In heads up, poi, Laurent ha vinto i primi quattro pot hittando il board sempre un po’ meglio di me, questo quindi mi ha sfiduciato. Nella mano finale, dato che gli avevo pushato le ultime quattro, ho anche pensato di ‘trapparlo’, ma per il flow della partita non l’ho fatto. Così ho mandato resti con A-9 e lui ha chiamato con A-A (ride)“.
Il testa a testa valeva poco meno di 50.000€, quindi abbiamo chiesto al ‘Sindaco’ come mai non abbiano discusso per cercare di trovare un accordo economico.
“Gliel’ho chiesto, anche perché odio dovermi giocare tutto questo EV in un singolo heads up dalla varianza elevata. Lui però ha rifiutato, credo sia per lo stack sia per le quote. E penso abbia fatto la scelta giusta…”.
Praga si è già trasformata in capitale mondiale del poker dicembrino, ma Savinelli deciderà solo tra poche ore, magari davanti a un piatto di foie gras, se andare in Repubblica Ceca o meno.
“Ad ora di certo c’è solamente la cena al Jules Verne, il ristorante della Tour Eiffel con Mara (Alescio, n.d.r.), Giuseppe ‘The Looser’ Di Stasio e la sua ragazza. Valuteremo là il dà farsi, anche perché mi sento in fiducia ma sono veramente stanco. Il gelo di Parigi e di Praga, poi, non aiuta”.
Il World Poker Tour di Parigi ha fatto registrare un alto numero di entries, quindi abbiamo interrogato Carlo su quali siano, secondo lui, le motivazioni per cui il poker in Francia attrae così tanto. Esattamente l’opposto di quanto sta avvenendo in Italia.
“La Francia è come l’Italia due o tre anni fa, ovvero il poker sta vivendo ancora il suo boom. Per quanto riguarda l’IPT, ad esempio, quella di Sanremo è stata la prima tappa in tanto tempo che ha fatto così pochi iscritti. Sono certo che considerando lo staff e il prestigio stesso della manifestazione, questa ritornerà a fare numeri importanti. Deve esser chiaro però che noi siamo lontani dall’effetto boom…”.