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Kara Scott racconta il suo addio a Party Poker: “Era qualcosa che prima o poi doveva accadere”
Nel corso di una carriera, sapere quando è il momento giusto per scegliere diventa più importante della scelta stessa. Un delicato punto d’equilibrio tra ciò che l’istinto ci consiglia di seguire e quel che razionalmente sarebbe giusto fare.
Dire addio a ciò che per anni è stato il punto di arrivo, il coronamento delle proprie ambizioni personali, non è mai semplice.
In casi come questo le emozioni possono essere fuorvianti, specialmente quando la sensazione di sentirsi a ‘casa’ mentre si svolge con passione il proprio lavoro porta a sperare che questo idillio non finisca mai.
Diceva Thomas Hobbes, brillante filoso inglese vissuto nella prima metà del ‘600, che “la felicità sta nel prosperare e non nell’aver prosperato“.
Probabilmente è proprio questo uno dei motivi che ha spinto Kara Scott, illustre testimonial di Party Poker, a salutare col sorriso quella che per oltre cinque anni è stata quasi una seconda famiglia.
Le indiscusse capacità professionali abbinate al suo inconfondibile sorriso, hanno dato lustro ad una delle poker room più importanti sulla scena internazionale.
Proprio quando tutto sembrava andare nel migliore dei modi, è arrivata la decisione proseguire per un’altra strada. Una sorpresa per chi in questi anni l’ha seguita, l’ha apprezzata e si è avvicinato al mondo del poker anche grazie al suo lavoro.
Ma non per Kara, che già da qualche tempo aveva intuito quale fosse la scelta migliore per se stessa:
“Ho passato molto tempo a lavorare con PartyPoker, anche prima di diventarne l’ambasciatrice ufficiale. Ho preso parte ai loro tornei televisivi nel Regno Unito ( la mia prima grande vittoria è arrivata proprio nel corso dello SportStar Challange) e ho presentato alcuni show televisivi prima di firmare un contratto in esclusiva con l’azienda. Ed è proprio nel corso di un torneo televisivo organizzato da PartyPoker che ho incontrato un grande amico – Giovanni Rizzo ndr. -, divenuto nel corso degli anni prima il mio fidanzato e poi mio marito. Detto ciò, la fine del mio rapporto professionale con l’azienda costituisce sicuramente un cambiamento, ma si tratta qualcosa che prima o poi doveva accadere. Inoltre si è svolto tutto in un clima di serenità, sebbene mi mancheranno tanto gli amici con cui ho lavorato in questi anni, ma sono sicura che ci incontreremo nuovamente in giro per il mondo. In realtà non ci saranno grossi stravolgimenti nella mia vita, a parte il fatto di poter organizzare più liberamente le mie giornate. Ed è proprio questo ciò di cui avevo maggiormente bisogno: con l’arrivo del 2015 percepisco una ventata di ottimismo ed eccitazione che sinceramente mi mancava da tempo”.
Eppure per tanti appassionati delle due carte, nulla sembra essere più entusiasmante che viaggiare da una parte all’altra del pianeta, rimanendo a stretto contatto con una realtà quasi al di fuori del tempo e dello spazio. Un mondo magico in cui successo e denari scorrono a fiumi e nel quale, buona sorte permettendo, tutto può accadere:
“Il mio punto di vista, ovvero quello di una persona che conosce dall’interno l’industria del poker, è differente dalla concezione che può avere il pubblico. Uno degli aspetti che preferisco del mio lavoro è la possibilità di spendere tanto tempo con persone affascinanti. Sia i professionisti da un lato che gli operatori televisivi dall’altro, tendono ad essere poco convenzionali nelle loro scelte di vita, con il risultato che in entrambi i casi vengono fuori storie entusiasmanti. Sebbene nulla di tutto ciò corrisponda al fantomatico ‘dreamworld’ immaginato dai fan delle due carte, la realtà dei fatti risulta essere meravigliosa così com’è“.
Oltre ad essere una brillante reporter, Kara Scott è anche un’ottima giocatrice. Lo dimostrano i suoi eccellenti risultati live, tra cui spicca un ricco secondo posto ottenuto nel 2009 nel corso dell’Irish Open. La domanda sulla possibilità di intraprendere una carriera da professionista è sorta a più di una persona, ma a riguardo Kara sembra avere le idee piuttosto chiare:
“In tanti mi hanno rivolto la stessa domanda, ma non sono mai stata interessata a fare del poker giocato la mia professione principale. Mi ritengo già abbastanza fortunata nel poter giocare a piacimento sia live che online. Diventare una giocatrice significherebbe abbandonare il mestiere che amo. Perché per fare le cose a modo, bisogna dedicarsi interamente alla disciplina. Ciò richiede tempo, sforzi, studio, pratica e l’ambizione di migliorarsi continuamente. Io riverso queste energie nel mio lavoro di reporter e lascio che le carte diventino solamente un ‘divertissment’. Nutro il massimo rispetto per i player professionisti che profondono tanti sforzi nel gioco, ma non è qualcosa che fa per me. Io sono semplicemente una grande appassionata che ogni tanto si concede l’opportunità di sfidarli, e così facendo traggo il meglio da entrambe le parti!”
A proposito di poker, negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di un settore in declino, come se l’età dell’oro fosse un retaggio del passato. Abbiamo chiesto a Kara il suo punto di vista, provando ad individuare una ‘medicina’ che consenta al mercato di respirare nuovamente.
“Dare una risposta precisa è piuttosto difficile. Personalmente credo che se l’industria del poker focalizzasse la sua attenzione nel portare ai tavoli in egual misura sia uomini che donne potremmo assistere nuovamente ad un boom, sia in termini di numeri che di interesse da parte del grande pubblico. Attualmente il poker è appannaggio quasi esclusivamente del genere maschile, ed è fin troppo facile guardarsi indietro e identificare nel successo ottenuto gli anni scorsi una vera e propria ‘età dell’oro’. La chiave di volta quindi, potrebbe consistere in una strategia di mercato che ristabilisca gli equilibri di genere, permettendo all’industria di espandere i propri orizzonti“.
Dopo tanti anni passati ad osservare il mondo delle due carte da vicino, l’idea su quali siano gli aspetti più interessanti del gioco, o viceversa le zone d’ombra, diventa sempre più chiara:
“Adoro la ventata di libertà che aleggia sul mondo del poker, sia dal punto di vista dei giocatori che da esponente dei media. Fare la reporter per i tornei più importanti mi ha consentito girare il mondo negli ultimi sette anni. Ricordo quando agli inizi presentavo l’European Poker Tour per Pokerstars: ho viaggiato in tutta Europa arrivando fino alle Bahamas con un gruppo di persone a cui sono particolarmente affezionata. Ho visto tanto del mondo e questo è meraviglioso. Non c’e’ qualcosa che detesto realmente anche se, come detto in precedenza, trovo che il target dell’industria pokeristica sia troppo focalizzato sul genere maschile e ignori completamente il potenziale della clientela femminile. Fortunatamente, dopo numerosi ripensamenti, anche le Poker Room si sono accorte di quanti soldi vengono inopinatamente ‘lasciati sul tavolo’ e si stanno lentamente muovendo in questa direzione“.