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Lacchinelli e la dolcezza del ‘mal d’Africa’: “Senza la patch ci voleva uno stacco per rigenerarmi!”
Jason Koon, in una recente intervista, ha dichiarato: “Il poker può essere una ‘macchina’ che ti risucchia. E’ quindi importante essere equilibrati e apprezzare il presente”.
Non è a rischio sicuramente Riccardo Lacchinelli, il quale, in questi anni, ha sempre dato l’impressione di vivere il poker da professionista nel modo migliore possibile, ovvero con il sorriso e la giusta leggerezza.
Eppure anche per uno come lui lo stress non è cosa totalmente sconosciuta, infatti ha sfruttato la fine del contratto con Snai per regalarsi non una semplice vacanza, bensì un viaggio rigenerante.
E’ partito per l’Africa con Flavio Ferrari Zumbini e Stefano Francescon, dimenticandosi per due mesi carte, chips e tornei.
“Negli anni in cui sono stato sotto contratto – spiega Riccardo – sentivo di dover esser disponibile per Snai, dunque mai ho pensato di concedermi una lunga pausa, lontana dal’Italia, per un viaggio extra-pokeristico. Quando ho saputo che sarei stato ‘free agent’, invece, ho colto l’occasione e coinvolto Flavio che ha accettato senza esitare la mia proposta di partire per l’Africa…”.
La spedizione è partita subito a mille all’ora, infatti Lacchinelli & co. hanno scoperto parte del continente nero attraverso un lungo safari.
“E’ stato lungo ben 18 giorni tra Kenya, Tanzania e Zambia. E’ stato bellissimo perché, chiaramente, là è tutto diverso rispetto all’occidente. Si vive appieno la natura e si riesce, quindi, davvero a staccare la spina. Penso comunque che, a livello inconscio, avessi il bisogno di concedermi una netta pausa dal poker. Il gioco, pur appassionandomi sempre tantissimo, è faticoso e stressante, quindi ogni tanto lasciarlo da parte non può che far bene. Addirittura quando sono tornato alcuni mi hanno detto che sono ringiovanito e dimagrito… eppure la bilancia non la pensa come loro (ride)!”.
Lacchinelli è partito con la testa veramente sgombra da pensieri, infatti il resto della sua famiglia era comodamente in Brasile dai parenti.
“Ero sereno e questo approccio mentale mi ha permesso di apprezzare in tutto e per tutto lo stile di vita africano. Ho l’impressione che laggiù siano completamente veri, senza filtri. Nel bene e nel male. Grazie al loro esempio, tra l’altro, ho compreso ancor di più quanto sia importante dare il giusto valore al denaro. Non che siano tutti poveri, certo, ma lo stipendio medio annuale, in qualche paese, è di appena 2.000 euro. Questa cosa fa riflettere…”.
Un po’ di ‘mal d’Africa’ sta colpendo Riccardo, ma è davvero carico e rigenerato per riconcedersi al 100% alla sua passione, che è poi il suo lavoro.
“Un professionista ha bisogno, in primis, di salvaguardare le proprie risorse per rendere al meglio. Ognuno, certo, ha la propria routine, ma l’importante è far in modo che ciò che si fa, anche quotidianamente, sia funzionale al nostro poker. Questo viaggio, lo sento, mi ha dato tanto e sono pronto per tornare a far bene ai tavoli. Come già detto, forse avevo bisogno, seppur in modo inconscio, di ricaricarmi dopo una stagione ottima che, però, mi ha affaticato. E l’Africa si è rivelata la scelta perfetta…”.