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il 3 Apr 2015

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I downswing nei tornei spiegati da Massimo Mosele: “Anche su campioni ampi i più forti possono perdere!”

I downswing nei tornei spiegati da Massimo Mosele: “Anche su campioni ampi i più forti possono perdere!”

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Good run e down swing, in una parola varianza.

I giocatori di poker devono farci i conti quotidianamente, perché è proprio in base a queste oscillazioni che le loro aspettative di guadagno vengono ripagate in maggior o minor misura.

Tra i regular più noti del panorama italiano, Massimo ‘Maxshark’ Mosele è sicuramente uno dei più attenti osservatori in materia, come dimostra la sua analisi pubblicata verso la fine dello scorso anno.

Una ricerca che aveva come scopo iniziale quello di dimostrare il progressivo indurimento del field, confrontando i risultati ottenuti da un gruppo di 26 regular affermati nel corso degli ultimi cinque anni, ma che a ben guardare rivela tanti altri aspetti interessanti.

Tanto da dover riconsiderare sia il concetto di down-swing, che di bankroll necessario ad attutirne gli effetti:

Nel primo trimestre del 2015 il roi totale (ndr, il ritorno dell’investimento espresso in percentuale sullo speso) si è dimezzato rispetto al 23.8% registrato lo scorso anno – ci racconta Max – con un downswing pazzesco di oltre 3.500 tornei e una perdita di oltre 30.000€: stiamo parlando di quasi 800 buy-in di passivo ad abi 40“.

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Quello che vorrei evidenziare è come la fortuna negli MTT su un campione di poche migliaia di games sia importantissima, e stiamo parlando di giocatori al top in Italia. Siamo proprio sicuri che per abbattere la varianza siano necessari, come si sente spesso dire, solamente 100 o più buy-in?

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Ma non solo, perché secondo Maxquesta è anche la prova che un amatore può avere concrete chance di vittoria su un singolo torneo, motivo per cui il poker riscuote questo gran successo. Basta guardare le SCOOP che fanno 4.000 iscritti al giorno, se fosse un torneo di scacchi difficilmente si arriverebbe agli stessi risultati perché in quell’ambiente chi è più forte vince sempre“.

Ad ogni modo, nonostante il ROI totale dei giocatori nel corso dell’anno passato sia stato superiore al 20%, il dato potrebbe essere impreciso, dal momento che “un’oscillazione del 5/10% sia in positivo che in negativo è da considerarsi normale anche su campioni di 70.000 games. Perciò può darsi che il field si sia indurito al punto da non consentire un roi superiore al 12/13%, ma che per alcune circostanze fortunate il ‘super-giocatore’ sia riuscito comunque a superare questo valore“.

Alla luce di questa analisi insomma, un corretto approccio agli MTT richiede non solo un bankroll piuttosto solido ma anche la consapevolezza di quello che sarà effettivamente il roi in rapporto al tempo e ai soldi spesi.

Ironia della sorte, al Festival EPT di Malta proprio il buon Max è riuscito a vincere il torneo più ‘varianzoso’ in programma, conquistando la picca in un evento flip-out (foto in alto, dopo la vittoria):

Tra tutti gli eventi che ho fatto ho vinto la picca nell’evento col premio più basso e grazie ad una serie di colpi di fortuna! (ride) Alla fine abbiamo ‘dealato’ il prizepool in modo equo giocando esclusivamente per il prestigio del trofeo“.

 

 

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